2019-02-11
Soldi a pioggia, folli censure e propaganda nelle scuole. Ecco il «libro nero» dell’Anpi
Oltre ai fondi della Difesa, l'associazione incassa quelli di Comuni e Regioni. Tra le attività, la lotta al presepe fascista. E spunta pure il tesseramento di Mimmo Lucano.La crociata contro il presepe fascista. La fatwa rossa contro il libro sui crimini della Resistenza. La tessera d'onore a Mimmo Lucano. La propaganda a scuola sulle foibe e lo ius soli. E poi i finanziamenti dal ministero, la pioggia di mancette da Comuni e Regioni. Perché senza soldi non si canta messa, ma nemmeno Bella ciao.L'Associazione nazionale partigiani italiani, la settimana scorsa, è entrata in polemica con Matteo Salvini, in seguito ad alcune iniziative negazioniste sul dramma degli esuli istriani (un post su Facebook dell'Anpi di Rovigo e un convegno a Parma). Il leader della Lega ha chiesto che siano «rivisti» i finanziamenti che l'ente riceve ogni anno dal ministero della Difesa: 608.150 euro dal 2013 a oggi, di cui 100.000 nel 2018. La presidente dell'associazione, Carla Nespolo, ha precisato che «il governo non dà contributi a fondo perduto, bensì finanzia progetti di ricerca che vengono accolti dal ministero della Difesa, sulla base di precise proposte e dopo aver ottenuto parere favorevole delle commissioni Difesa di Camera e Senato». Vero. Reperire l'elenco di questi progetti, però, è stata un'impresa impossibile. Contattato dalla Verità, che voleva dare un'occhiata alle iniziative finanziate, il ministero ha voluto una richiesta scritta. Rimandando la risposta, però, «ai prossimi giorni». All'Anpi sono caduti dalle nuvole: ci hanno spiegato che sono momentaneamente privi di addetto stampa e ci hanno pregato di richiamarli in seguito. Comunque, ai fondi ministeriali si aggiungono i proventi del 5 per mille: 728.000 euro tra il 2013 e il 2015. E poi c'è la galassia di stanziamenti sui territori. Spesso, si tratta di micro contributi: per una conferenza, per le celebrazioni del 25 aprile. Tante gocce nel mare: praticamente non c'è Comune italiano che non abbia distribuito qualche soldo all'Anpi. A volte, le elargizioni sono più consistenti: ad esempio, nell'ultima legge di bilancio, la Regione Sardegna ha riservato 20.000 euro ai partigiani della Maddalena «per la realizzazione di un monumento evocativo della Resistenza locale» al nazifascismo. La diatriba sulle foibe ha fatto rumore, com'era logico, soprattutto in Friuli Venezia Giulia. Il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia in Regione, infatti, ha inoltrato un'interrogazione alla Giunta per conoscere l'ammontare degli stanziamenti erogati finora all'Anpi. Ventilando l'ipotesi di chiudere i rubinetti alle associazioni che «propongono iniziative giustificazioniste, riduzioniste o addirittura negazioniste nei confronti delle tragiche vicende del confine orientale». Alla Verità, il capogruppo di Fdi, Claudio Giacomelli, ha spiegato: «Noi parliamo con gente che ha sofferto sulla propria pelle la persecuzione anti italiana. Durante una cerimonia di commemorazione delle foibe, un'anziana signora, vicina di casa di Norma Cossetto, ha detto: “Non capisco come qualcuno possa giustificare gli orrori che ho vissuto"». Per Giacomelli, il problema è che «questi soggetti spesso trovano ospitalità presso strutture istituzionali». Come lo scorso 8 gennaio, quando al Circolo della stampa di Trieste si è svolta la presentazione del libro Operazione Plutone. Le inchieste sulle foibe triestine. Scopo dell'opera: smentire «una delle tante mistificazioni diffuse in materia di foibe», cioè che «contro gli infoibatori non furono mai celebrati i processi». L'autrice, Claudia Cernigoi, in un post su Facebook viene celebrata come «da tempo impegnata nella denuncia delle tante frottole ed esagerazioni propagandistiche create attorno alle foibe». In una «lettera aperta ai compagni e alle compagne dell'Anpi», la Cernigoi si definisce «militante antifascista dai tempi delle scuole medie». E, paradossalmente, se la prende con l'Associazione nazionale partigiani perché «si è dissociata» dalla conferenza negazionista di Parma. Quella che aveva scatenato le ire di Salvini. Più a sinistra dell'Anpi... Fatto sta che, per ora, non è dato sapere quanto denaro il Friuli abbia destinato in questi anni ai partigiani. L'ultimo caso accertabile è quello dei 60.000 euro del 2013. Al 2015, invece, risale una polemica su un contributo «per divulgare la Resistenza nelle scuole». E proprio le scuole sono uno dei terreni di coltura preferiti dall'Anpi. A cominciare dal ricordo delle foibe. Un ricordo da partigiani, s'intende. Il Comune di Roma, giorni fa, aveva autorizzato l'Anpi a diffondere negli istituti scolastici di secondo grado l'iniziativa «Italia e Jugoslavia nella seconda guerra mondiale». Le associazioni degli esuli giuliano-dalmati si erano immediatamente allarmate. Perché se l'Anpi parla di foibe, ha riferito alla Verità il direttore del Museo archivio storico di Fiume, Marino Micich, c'è il rischio che agli studenti sia prospettata un'interpretazione «giustificazionista o riduzionista rispetto ai numeri delle vittime degli infoibamenti». Secondo Micich, infatti, «per l'Anpi è tutta una questione di fascisti contro comunisti. E invece è una questione di civiltà: non c'è giustificazione storica che tenga, le vittime non hanno colore». Ma la Giunta capitolina non sembra voler tornare sui suoi passi.Giusto un anno fa, è stata l'Anpi di Sesto San Giovanni, in lite con il Comune per la vicenda dei canoni di affitto della sede locale, a tirare fuori un bando di concorso singolare. Destinatarie, le scuole medie e superiori. Modalità di partecipazione: ideare un testo, o un'opera figurativa, in base alle tracce proposte. E di cosa si parla nelle tracce? Si parte da Primo Levi e Bertolt Brecht, ma lo scopo, alla luce della «significativa crescita dei flussi migratori» e del «dibattito sullo ius soli», è denunciare «i segnali preoccupanti in relazione alla crescita di movimenti xenofobi e ultranazionalisti, che cercano consenso in quelle fasce della popolazione che hanno un rapporto critico e scettico con la storia, perché la rifiutano, perché non la conoscono o perché la vivono con pregiudizi». Sintesi: premiamo il miglior manifesto antisalviniano. Peccato per la svista dei partigiani, quelli che la storia la conoscono: nel bando, Bertolt Brecht è diventato «Berthold».Più recente è il progetto per le scuole concordato tra Anpi Perugia e Regione Umbria: «Storia e memoria con la Costituzione nel cuore». Un titolo suggestivo. Ma il vero obiettivo della campagna lo ha svelato la governatrice Catiuscia Marini: generare «gli anticorpi necessari nella società contemporanea», minacciata da «fenomeni di razzismo, violenza e denigrazione delle persone». Le ha fatto eco il presidente del comitato provinciale dell'Anpi, Giorgio Zagaglioni: «Dobbiamo educare i ragazzi, perché la democrazia è sempre in pericolo». Ecco. Loro devono educare i ragazzi. E nell'anno scolastico 2019/2020, racconteranno agli studenti come si è arrivati «dallo spirito di Ventotene all'Europa».Per farla breve, l'Anpi si accredita come monopolista dell'interpretazione della storia e come nume tutelare della Repubblica, della democrazia e della giustizia sociale. E perciò si sente autorizzata a emettere decreti di scomunica verso chi attenta a tale primazia spirituale. A inizio gennaio, la sezione bolognese se l'è presa con le librerie Coop e Feltrinelli. La pietra dello scandalo? Il libro Compagno mitra di Gianfranco Stella, incautamente piazzato sugli scaffali dei loro punti vendita. Quel saggio, infatti, ha il demerito di denunciare le atrocità partigiane durante la guerra civile. Gravissimo. E così, l'Anpi ha chiesto «alle librerie che hanno messo in vendita questa offesa alla Resistenza e al mestiere di storico di ritirare il libro e, nel futuro, di filtrare con più efficacia i titoli». Per la cronaca: La Verità ha fatto qualche telefonata e sembra che, nelle librerie incriminate, il saggio di Stella sia ancora in vendita. Partigiani, intervenite!Da segnalare l'instancabile lavorio delle sezioni di Roma e dintorni. L'agenda di questi giorni è caldissima. A proposito di uso politico degli spazi istituzionali, giovedì 7 febbraio, presso l'Istituto superiore di sanità, in viale Regina Elena, si è svolta una conferenza sul decreto Sicurezza. Direte voi: che c'entra l'Istituto superiore di sanità con i partigiani e il decreto Sicurezza? C'entra, secondo i relatori. I quali hanno discusso le «ricadute sulla società e sulla salute pubblica» della legge voluta da Salvini. La Lega porta le malattie? Sabato 9 febbraio, invece, si è tenuto a Marino il convegno «Europa identitaria: inchiesta sulla galassia nera della nuova destra europea», per denunciare la «rete neonazista e neofascista che sta crescendo da almeno 10 anni, dall'Ungheria di Viktor Orbán alla Lega di Salvini». E venerdì 15 febbraio, con il patrocinio del Comune di Roma, saranno rievocate le gesta di Sante Moretti, militante del Pci che, nel 1979, fu coinvolto in una rissa con il giovane Francesco Cecchin, militante del Fronte della gioventù. Ucciso poche ore dopo nei pressi di piazza Vescovio, da assassini mai identificati. Per finire, nella galleria degli orrori c'è la manifestazione di solidarietà dei partigiani capitolini a Madalina Gavrilescu, «attivista rumena del movimento per il diritto all'abitare», che a gennaio la prefettura di Roma ha sottoposto a decreto di espulsione. Secondo l'Anpi, era «una donna perfettamente integrata nel quartiere» di Casal Boccone. Secondo le autorità, era un'habitué dell'invasione di terreni ed edifici, della violazione delle norme sulle riunioni in luogo pubblico e della resistenza a pubblico ufficiale. Ma si sa, le autorità sono fasciste. I partigiani non disdegnano le manifestazioni di isteria ideologica. Lo scorso Natale, ad esempio, l'Anpi milanese si è scatenata contro una statuetta del presepe di Gardaland. Che, come il Babbo Natale di Pozzuoli, additato pochi giorni prima da Potere al popolo, aveva il braccio destro teso. Insomma, faceva il saluto fascista. E per il 25 aprile del 2018, la sezione di Cividale del Friuli ha lanciato un anatema sul Civigatto day, la fiera felina che doveva svolgersi in città proprio nel giorno della Liberazione. E che l'Anpi ha chiesto di cancellare, perché distraeva dalle celebrazioni antifasciste. Senza dimenticare l'onnipresente sindaco di Riace, ormai oggetto di una vera e propria venerazione religiosa da parte di chi inneggia all'invasione. Il beato Lucano, per i meriti sul campo, si è guadagnato la tessera ad honorem dell'Anpi di Venaria, vicino Torino. E così sia.
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