2020-09-06
Smistano i migranti in mezza Italia. Allora gli sgravi fiscali li diano a tutti
In Sicilia arriva un'altra nave quarantena barattata con la moratoria sulle tasse. Il governo però si dimentica le regioni in cui vengono trasferiti i richiedenti asilo, spesso infetti, e il Friuli, assediato lungo la rotta balcanica.E allora mettiamoli in fila gli elementi dello scombiccherato sillogismo fiscale di fine estate: dalla premessa maggiore alla premessa minore fino alla conclusione, anticipata ieri - tra paradosso, provocazione e amara ironia - dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro. Ecco la premessa maggiore, quella che fissa il principio: i territori che ospitano i migranti devono usufruire di un consistente beneficio fiscale. A stabilire il precedente è stato il premier in persona, Giuseppe Conte, che, per placare i lampedusani, ha escogitato una specie di maxi rinvio (tasse, contributi previdenziali, contributi sanitari, premi delle assicurazioni obbligatorie) fino al 21 dicembre prossimo per gli abitanti di Lampedusa e Linosa. Si tratta in buona sostanza di quella super moratoria richiesta invano dalle opposizioni per le imprese danneggiate dal Covid, come piano b in subordine rispetto all'obiettivo principale del centrodestra, e cioè il piano a, rappresentato dalla cancellazione totale delle imposte del 2020, il famoso «anno bianco». Alle aziende massacrate dal lockdown non è stata concessa né l'una né l'altra forma di sollievo, mentre i lampedusani (buon per loro, sia chiaro a scanso di equivoci!) qualcosa porteranno a casa. Passiamo alla premessa minore, quella fattuale: andiamo cioè a vedere, limitandoci alle ultime ore e giorni, tutti i territori che, a vario titolo, sono stati interessati dall'ondata migratoria illegale e incontrollata. Per forza di cose, la rassegna è incompletissima, visto il succedersi degli sbarchi: ora dopo ora, l'ultima notizia è fatalmente destinata a diventare subito la penultima. Ecco la Sardegna: in 24 ore, si sono registrati sbarchi prima a Capo Teulada (migranti provenienti da Algeria, Mali e Nigeria, per la cronaca tutti uomini), con trasferimento a Monastir per identificazione, controlli e quarantena, e poi a Sant'Antioco (in questo caso, tutti algerini, pure loro portati a Monastir). In Sicilia, bilancio ancora più pesante. Trentasei ore fa, un barcone con un maxi carico di 170 persone provenienti dalla Libia è stato intercettato è fatto sbarcare, destinazione l'hotspot di Contrada Imbriacola. Intanto, sempre al largo di Lampedusa, si attendono un calo del vento e un miglioramento delle condizioni meteo generali per consentire l'attracco di una nave da usare per la quarantena di centinaia di migranti. E la Calabria? Dopo la tragedia della scorsa settimana, con il rogo che ha determinato tre vittime, Crotone è stata meta di uno stillicidio pressoché quotidiano di arrivi (migranti di provenienza varia: Afghanistan, Iran, Pakistan, Siria, in qualche caso con viaggi pericolosamente partiti dalla Turchia). La regola, in questi casi, è quella del trasferimento presso il Cara di Isola Capo Rizzuto, luogo deputato per l'identificazione e la quarantena. E non finisce qui, perché da molte settimane, al di là delle regioni direttamente interessate dagli sbarchi, ci sono quelle coinvolte dallo smistamento e della redistribuzione dei nuovi arrivati. Visto che l'Europa è latitante, la pensata del governo è quella di far circolare nuclei di migranti in giro per l'Italia: negli ultimi tempi, risultano gettonatissime Puglia, Basilicata e Abruzzo. Risultato? Un pandemonio, o perché regioni Covid-free, com'era ad esempio la Basilicata, si sono ritrovate con migranti positivi in casa (a luglio, dal Bangladesh) o addirittura con migranti in fuga (tunisini, appena trasferiti in Lucania da Lampedusa), oppure perché cominciano le comprensibili proteste di cittadini e amministratori locali, come accade da alcuni giorni in Abruzzo, visto che Vasto e Avezzano sono state individuate come i luoghi dove numerosi migranti saranno trasferiti a metà settembre, con gli effetti facilmente immaginabili sul finale della stagione turistica. Ma non basta ancora, perché non c'è solo il mare. Com'è noto, da mesi, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ne ha molte volte parlato anche alla Verità, pone il tema del pericoloso irrobustimento dei flussi irregolari lungo la rotta balcanica, attraverso percorsi difficili da identificare e presidiare. Il Viminale prende periodicamente atto di queste denunce, ma non si comprende quale sia la reale strategia del ministero dell'Interno rispetto a questo significativo corridoio. Come si vede, questa lunga e articolata premessa minore ci ha letteralmente portato in giro per l'Italia, una sorta di grand tour degli sbarchi, dei trasferimenti e delle quarantene, con relativa circolazione di soggetti positivi e ulteriore contraddizione della sinistra: ultra allarmista quando si tratta del Covid in generale, ma improvvisamente rilassata se il contagio riguarda i migranti. E allora, fissata la premessa maggiore e sviluppata la premessa minore, siamo finalmente arrivati alla conclusione: amici lettori, con queste premesse, la riforma fiscale è finalmente cosa fatta! Dobbiamo presumere, se Conte è uomo d'onore, che anche tutti i territori citati, in una forma o nell'altra, dovranno ricevere un segno di attenzione proprio come Lampedusa: un rinvio qui, uno sgravio qua, un taglietto lì, una detrazione là. Scherziamo amaramente, un po' come gli alunni che a scuola inventano falsi sillogismi (il treno fischia, Socrate fischia, Socrate è un treno) per far arrabbiare il professore di filosofia. Ma, appunto, nel caos generato dal governo, resta solo la possibilità di scherzare: attività non vietata né tassata, per ora. Ma non vorremmo dare suggerimenti: qualcuno potrebbe tragicamente prenderli in considerazione.