2023-09-09
Sisma a Marrakech fa oltre mille morti. Marocco in ginocchio
Terremoto di grado 7 della scala Richter rade al suolo i palazzi nella regione delle vacanze. La Caritas: servono subito farmaci. Quando il Servizio geologico degli Stati Uniti ha dichiarato che sulla scala Richter il magnitudo segnava i 7 gradi e che la scossa era durata 30 secondi, le strade della Medina di Marrakech erano già colme della sabbia e dei calcinacci con i quali erano state costruite le abitazioni color ocra che si sono sgretolate. Il minareto di una moschea è venuto giù e le storiche mura della città sono state danneggiate. Il bilancio è catastrofico: 1.037 morti e 1.204 feriti. L’ospedale di Marrakech è vicino al collasso, perché la fila dei feriti sembra interminabile. La terra ha dato il suo primo colpo, secco e violento, a soli 11 chilometri di profondità e, per questo motivo, il sobbalzo è stato così devastante. L’epicentro è stato individuato accanto alla città di Ighil, zona montuosa con piccoli villaggi agricoli berberi a un’ora di strada a sud di Marrakech. La terra ha tremato alle 23.11 (erano le 22.11 in Italia) di venerdì nell’intera regione di Marrakech-Safi. Qui vivono oltre 4,5 milioni di persone. Ma il movimento tellurico più potente della storia recente del Marocco è stato avvertito anche in Portogallo e in Algeria. Gli anziani ricordano i precedenti: quello del 29 febbraio 1960, quando una scossa di 5.7 gradi colpì la città di Agadir, che si trova sulla costa meridionale atlantica, lasciando sepolto sotto le macerie il 95% della popolazione: morirono tra le 12.000 e le 15.000 persone e oltre 25.000 rimasero ferite. Il 24 febbraio 2004, invece, un terremoto di magnitudo 6.4 colpì la località costiera di Al Hoceima: 630 morti, 926 feriti e 15.000 sfollati. Questa volta si è mossa la catena montuosa dell’Atlante, con un movimento di compressione, spiegano gli esperti, generato dalla spinta della placca africana verso quella europea. Un colpo «estremamente energetico», valuta Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, «quasi equivalente al sisma in Irpinia del 1980». Stando alle valutazioni della Farnesina sono 400 gli italiani in Marocco e il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha subito rassicurato: «Non abbiamo notizie di connazionali feriti». Una famiglia di turisti italiani è rimasta bloccata fuori dall’hotel che li ospitava, sul passo Tizi n’test. La strada è rimasta sbarrata da una frana da entrambe le parti e gli italiani hanno dovuto percorrere a piedi una trentina di chilometri per raggiungere Agadir, la città più vicina. Un’altra famiglia non è riuscita a spostarsi dal passo montano dell’Atlante finché non sono arrivate le ruspe a rimuovere i detriti. Le criticità sono state gestite dalle autorità diplomatiche italiane in Marocco, che hanno attivato anche un desk nell’aeroporto di Marrakech per aiutare chi era in difficoltà. I primi voli dal Marocco con passeggeri italiani sono già atterrati ieri sera a Fiumicino. Ma alcuni italiani, come Mimmo D’Angelo, imprenditore della moda, che era nella sua casa di vacanza a Marrakech, hanno fatto sapere che rimarranno in Marocco per dare una mano. E alle 15 di ieri pomeriggio la terra è tornata a tremare. Per fortuna si è trattato di una scossa di assestamento, che ha però provocato ulteriori danni nella periferia di Marrakech. Leader mondiali e organizzazioni internazionali hanno espresso solidarietà. Dal presidente francese Emmanuel Macron al cancelliere tedesco Olaf Scholz. Mosca e Kiev hanno espresso profonde condoglianze al re e alla popolazione colpita. Tra chi ha promesso aiuti c’è il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il presidente emiratino, Sheikh Mohamed bin Zayed Al-Nahyan, ha ordinato «un ponte aereo per fornire aiuti cruciali». Condoglianze anche da parte dell’Iran, nonostante Rabat nel 2018 abbia annunciato lo stop delle relazioni diplomatiche. Vicinanza dall’Unione africana, dall’Organizzazione della cooperazione islamica, dall’Ue e dalle Nazioni Unite, fino all’Organizzazione mondiale della sanità e a Medici senza frontiere, che non ha una équipe in Marocco, ma che sta valutando un possibile intervento di emergenza. Rinforzi alla Mezzaluna rossa marocchina potranno arrivare dalla Croce rossa, che si è subito mobilitata. E nella catena di nazioni pronte ad intervenire in prima fila c’è proprio l’Italia, come già avvenuto per il terremoto in Turchia, dove agli esperti tricolore fu affidato il coordinamento delle unità di ricerca e soccorso. «Siamo disponibili a contribuire ai complessi lavori di soccorso», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprimendo il suo cordoglio. Disponibilità ribadita dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Piena disponibilità a sostenere il Marocco in questa emergenza». La Protezione civile italiana è in attesa dell’eventuale richiesta del Marocco ed è pronta a partire. «Siamo disposti a dare il nostro contributo in termini di risorse umane e strumentali», spiega il ministro Nello Musumeci, in costante contatto con il capo del dipartimento Fabrizio Curcio, a cui si aggiunge il numero uno del Viminale, Matteo Piantedosi: «I nostri vigili del fuoco sono pronti a intervenire in qualsiasi momento per dare supporto alle autorità locali». «Servono medicine e coperte, bisogna fare presto». È l’appello di padre Oscar Arturo Garcia Padilla, direttore della Caritas di Rabat, che si sta dirigendo con una delegazione verso i luoghi del sisma vicino Marrakech per fornire aiuti di primo soccorso. La Caritas italiana ha subito risposto «presente» e la Cei ha messo a disposizione 300.000 euro per i primi aiuti. Papa Francesco ha espresso la sua «comunione nella preghiera di fronte a questo disastro naturale». L’imponente macchina degli aiuti è pronta, dagli Usa all’Europa passando per l’India, Israele fino all’Algeria: il paese confinante, che vive un rapporti tesi con i suoi vicini del Maghreb, ha aperto il proprio spazio aereo ai voli che trasportano aiuti umanitari e persone ferite. Questo però è solo uno dei canali attraverso i quali confluiranno uomini e mezzi.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.