2024-09-11
L’antidoping costringe Sinner a un altro set
Per l’Agenzia mondiale Wada il caso del numero uno al mondo del tennis non è chiuso. Richiesta nuova documentazione all’Itia, il tribunale che ha assolto l’atleta per l’uso di clostebol. Da quando arriverà serviranno 21 giorni per avere una sentenza definitiva.Se sei il numero uno ti devono rompere le scatole, è matematico. Altrimenti poi passi anche per raccomandato. Jannik Sinner dovrà aspettare ancora tre settimane per portare a casa l’assoluzione definitiva per la positività al clostebol, uno steroide anabolizzante vietato agli atleti, che era stato assunto dal fisioterapista che gli faceva i massaggi. Le motivazioni della sentenza di assoluzione da parte dell’Itia, l’International tennis integrity agency, sono decisamente solide ed escludono qualsiasi negligenza del campione altoatesino, ma la Wada, l’agenzia antidoping mondiale, ha chiesto altra documentazione sul caso e quindi si è presa altri 21 giorni per un eventuale ricorso. Tutto comincia lo scorso 21 aprile, al torneo di Indian Wells, in California, detto anche il «quinto Grande slam» per la sua importanza. Sinner viene sottoposto a test antidoping e viene rilevata una sua positività al clostebol, ancorché in misura davvero infinitesimale (si parla di meno di un miliardesimo di grammo nelle urine). Si decide di sospenderlo in via provvisoria e allora Sinner, che cade dalle nuvole, fa ricorso d’urgenza all’Itia, ottenendo la revoca immediata dello stop per finire quel torneo, dove perde in semifinale da Alcaraz. Sempre grazie al ricorso, gioca regolarmente tutta l’estate a Miami, Montecarlo, Roland Garros, Wimbledon e Cincinnati. Il giorno di Ferragosto, il tribunale indipendente stabilisce che è stato un caso di contaminazione e che il tennista non ha avuto nessuna colpa o negligenza. Onestamente, si sperava che la faccenda si chiudesse così, ma anche se la Wada non ha fatto ricorso contro l’assoluzione, si è presa un po’ di tempo in più e ha chiesto nuove carte, così da far scattare altri 21 giorni prima che il caso sia irrevocabilmente chiuso (in realtà il countdown inizierà all’arrivo della documentazione, che potrebbe essere già avvenuto). Uno scrupolo legittimo, anche perché il caso di ipotetico doping riguarda il numero uno della classifica Atp e tutto deve essere specchiato, ma resta un po’ di amarezza per il fatto che le motivazioni dell’assoluzione sembrano davvero solide. Come ha verificato l’Itia, sulla base delle prove portate dallo staff del campione italiano, l’ex preparatore atletico Umberto Ferrara aveva comprato in una farmacia bolognese il 13 febbraio uno spray chiamato Trofodermin per curare le ferite, nel quale è presente anche il clostebol. Questo spray ha fatto un bel viaggio e ricompare a Indian Wells nelle mani di Giacomo Naldi, che lo ha usato per medicarsi una mano (senza sapere che contenesse lo steroide vietato dal regolamento). Ci sono immagini del torneo americano che ritraggono Naldi, che poi il mese scorso ha lasciato l’incarico, con un dito fasciato. Ed è con quelle stesse mani che Naldi ha fatto diversi massaggi a un piede di Sinner, senza guanti, «contaminandolo». Se questi sono i fatti, poi ci sono i pareri di tre esperti internazionali, il professor Jean-François Naud, il dottor Xavier de la Torre, e il professor David Cowan, che fanno parte della commissione medica interpellata dal tribunale indipendente. Tutti hanno escluso colpe nel tennista italiano. Sinner, per responsabilità oggettiva, ha comunque dovuto rinunciare al montepremi guadagnato a Indian Wells e ai 400 punti conquistati in quel torneo.Insomma, ci vorranno ancora tre settimane per chiudere la bocca definitivamente ai rosiconi, rappresentati da Nick Kyrgios. L’ex promessa australiana, mai sbocciata veramente, si è esibito sui social in una serie di insinuazioni sul caso doping di Sinner, facendo capire che lo ritiene un raccomandato. Ma è anche lo stesso che ha fatto battute di pessimo gusto su Anna Kalinskaya, la fidanzata di Jannik che prima era stata proprio con l’australiano di origine greche. E dopo il trionfo di Sinner agli Us Open ha pubblicato un post su X per rincuorare lo sconfitto Taylor Fritz, senza degnare di una parola il tennista italiano. Ma nel percorso di crescita di un grande campione c’è anche la capacità di fare spallucce davanti agli attacchi più o meno meschini. Come quelli che andarono in scena sui social a luglio, dopo che Sinner comunicò il forfait alle Olimpiadi a causa di una brutta tonsillite. In sostanza, visto che il «reato» del ventenne era stato di concedersi qualche giorno di vacanza in Sardegna con la fidanzata di cui sopra, la colpa era tutta della bionda tennista. È vero, purtroppo, che l’Italia non era più abituata da tempo immemorabile ad avere grandi campioni e l’idea che Sinner possa dominare il tennis mondiale per un decennio magari può preoccupare chi pensa che la nazione debba essere famosa nel mondo solo per la pizza e l’enorme debito pubblico. E a proposito di debito, c’è una scuola di pensiero decisamente rozza e autoassolutoria che lo ritiene figlio solo dell’evasione fiscale, più che di spese, sprechi e mance elettorali dissennate. Così nei mesi scorsi ci si è presi la briga di questionare anche sulla reale residenza fiscale di Sinner, che sta a Montecarlo. A fine gennaio, sul Corriere, Aldo Cazzullo ha scritto che «sebbene Sinner sia un campione e un bravo ragazzo, la sua scelta di stabilire la residenza fiscale a Montecarlo, piuttosto che in Italia, solleva interrogativi importanti sulla sua figura come «portabandiera dello sport italiano». Sinner è già tra gli 8.000 italiani monitorati dall’Agenzia delle Entrate in quanto residente nel Principato. C’è da giurarci che se per Jannik risultasse una residenza men che regolare, lo verremmo a sapere in tempo reale su X da Kyrgios. Che invece ha scelto le Bahamas e nessuno gli rompe le scatole.
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