2024-11-28
Il blitz in un’aula con 300 studenti. Ma il rettore resta ancora muto
Marina Brambilla, rettore dell'Università Statale di Milano (Imagoeconomica)
Dirigente buttato a terra e bestemmie alla Madonna: i «democratici» si comportano così.«Da sempre siamo un ateneo aperto a tutte le posizioni. Valuto la possibilità di accogliere tutte le proteste ma in un clima di rispetto reciproco che non tocchi lo svolgimento delle attività. Occorre trovare un equilibrio fra idee diverse». Così si esprimeva Marina Brambilla, attuale rettore dell’Università Statale di Milano, in un’intervista al Corriere datata primo ottobre. Al momento, però, non risulta pervenuta alcuna condanna rispetto a quanto accaduto martedì scorso, quando è stato violentemente impedito un incontro organizzato da Obiettivo studenti, lista studentesca indirettamente legata al movimento di Comunione e liberazione, dal titolo «Accogliere la vita - storia di libere scelte». A interromperlo - con urla, spintoni, cori, bestemmie e tanto altro - ci hanno pensato i soliti collettivi di sinistra come Cambiare rotta, Studenti indipendenti, Udu e Rebelot. Convinti, da veri antifascisti, di essere loro a stabilire quali opinioni hanno diritto di esprimersi e quali no.All’evento, ospitato in un’aula di via Celoria, avrebbero dovuto portare la loro testimonianza tre donne: Soemia Sibillo, direttrice del Centro aiuto alla vita della Mangiagalli, Chiara Locatelli, neonatologa presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna e specializzata in cure palliative perinatali; Costanza Raimondi, assegnista di ricerca in bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Pochi minuti dopo l’inizio dell’incontro, però, hanno fatto irruzione i suddetti collettivi, facendo anche cadere a terra - c’è un filmato a mostrarlo - un dirigente dell’ateneo. Nello stesso video, si apprezza anche un giovane energumeno che, entrato nell’aula agitando percussioni, ruba galantemente la bottiglietta d’acqua di una delle relatrici e la rovescia in testa a uno degli organizzatori. «Fuori Cl dall’università», intonano intanto i compagni. Il nostro eroe, sul finire del filmato, lancia un ultimo coro: «Contro Cl la gioventù si scaglia, porca m… è il grido di battaglia». La «m» si riferisce alla madre di Gesù. Le bestemmie, per quelli degli asterischi e del linguaggio inclusivo, non creano problemi.In tutto questo, con i collettivi che sono arrivati perfino a minacciare una delle relatrici, i partecipanti sono rimasti fermi senza reagire. Dopo 30 minuti, oltre 300 di loro sono stati costretti ad abbandonare l’aula. «È inaccettabile che ci sia qualcuno che, in modo autoritario e violento, decida chi può esprimersi in università e chi no», scrive in un comunicato Obiettivo studenti. «Chiediamo pertanto», continua il documento, «che tutte le persone libere, in particolare se rivestono ruoli di rappresentanza negli organi istituzionali del nostro ateneo, prendano posizione su quanto accaduto perché oggi è stato negato, con violenza e prepotenza, un pezzo fondamentale di democrazia». Il richiamo è rivolto in primo luogo al rettore, il cui silenzio finora risulta quantomeno preoccupante.«Auspico che tutte le forze politiche condannino fermamente quanto accaduto e propongo che il convegno venga riproposto in una sede istituzionale, come quella della Regione o del Comune di Milano», scrive in un comunicato Raffaele Cattaneo di Noi moderati, sottosegretario in Regione Lombardia. «Personalmente», afferma invece Giulio Gallera (Fi), «pur non condividendo integralmente alcune delle posizioni delle associazioni Pro vita, condanno con forza chi ha cercato di imporre il silenzio con la prepotenza». Condanne anche da Fdi: «Urla, bestemmie ed azioni violente», scrivono il capogruppo in Regione, Christian Garavaglia, e il consigliere Matteo Forte, «sono la chiara espressione di chi fomenta odio, divisioni e grande superficialità nell’affrontare temi su cui proprio l’ambiente universitario dovrebbe invece essere la punta di diamante di una società che si interroga, discute e riflette nel rispetto di tutte le posizioni».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)