2025-09-19
Agguato del Pd: rissa alla Camera
Il deputato M5s Leonardo Donno, a destra, aggredisce Paolo Barelli di Forza Italia alla Camera dei Deputati (Ansa)
Gazzarra in occasione dell’approvazione della riforma della giustizia: deputati dem e 5 stelle vanno all’assalto dei banchi del governo. L’aggressione era organizzata, ma scatta troppo presto: la Schlein e la Braga tentano di fermarli. Troppo tardi.A sinistra ogni occasione è buona per fare cagnara. L’ultima, colta al balzo con grande veemenza, è stata il voto alla Camera sulla riforma della giustizia. Sono almeno 30 anni che il centrodestra insegue l’idea di separare le carriere di pm e giudici, dividendone i destini di fronte al Csm in modo che i primi non intrattengano rapporti di colleganza con i secondi. Dopo tanta attesa, il Parlamento è a un soffio dall’approvazione definitiva: ieri, a Montecitorio, con 243 sì e 109 no, il disegno di legge ha ottenuto il suo terzo voto favorevole e ora manca solo il via libera del Senato. È normale che Antonio Tajani, alla guida del partito fondato da Silvio Berlusconi, esulti e si alzi in piedi per il successo ottenuto. Ed è nelle cose che il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, altro forzista votato alla linea di Arcore, stringa i pugni levandoli verso il cielo in segno di vittoria. La reazione dei due, definita patetica dalla capogruppo del Pd Chiara Braga, unita alle manifestazioni di giubilo del centrodestra e all’applauso al nome di Raffaele Fitto, ha però suscitato l’ira delle opposizioni, che di fronte alla gioia hanno reagito come se fossero state insultate. A sinistra si sono messi a gridare tutti, scendendo minacciosi verso i banchi del governo. Un gruppetto è anche venuto alle mani, costringendo i commessi a schierarsi per impedire ulteriori tafferugli. Risultato, seduta sospesa, con gli esponenti dell’opposizione che annunciano l’occupazione dell’aula. Ufficialmente per poter discutere della situazione di Gaza. In realtà, a uno sguardo attento di quel che è successo, si capisce che l’operazione era organizzata e lo spunto della riforma della giustizia o dell’applauso a Fitto, colpevole di essere stato assente a Bruxelles quando si sono discusse le sanzioni a Israele, erano solo pretesti. Basta infatti guardare i filmati della Camera per capire che la rissa era organizzata a uso di giornali e tg. Infatti, quando l’onorevole Sergio Costa (5 stelle), che presiedeva l’aula, dà la parola a Chiara Braga e l’esponente del Pd inizia a parlare, alcuni parlamentari a lei vicini scendono verso i banchi del governo animati da intenzioni bellicose. Tra questi Nico Stumpo, uno dei pasdaran della segreteria. La Braga reagisce cercando di fermarlo: «No, non adesso». «Nico, non adesso». Lo ripete quattro volte e a un certo punto, vedendosi inascoltata, si rivolge a una collega invitandola a fermare il gruppetto sceso verso i banchi del governo. E al tentativo si unisce anche Elly Schlein. Nel frattempo, mentre in aula si cerca di riportare la calma, Braga sorride con la collega Simona Bonafè e poi ride di gusto con una collega che, essendo di spalle, non ho riconosciuto. Certo, il momento doveva essere drammatico. Si parlava di una riforma che, secondo il Pd, è contro la Costituzione, perché toglie il potere alle correnti della magistratura introducendo, per l’elezione del Csm, il sorteggio. In più, si doveva discutere della situazione tragica di Gaza. E dunque le opposizioni, in particolare il Pd, avevano preparato qualche colpo a effetto, come la contestazione sotto i banchi del governo e subito dopo l’occupazione dell’aula per interrompere i lavori. Ma qualche cosa deve essere andata storta: Stumpo, la Serracchiani, Cuperlo e compagni devono aver capito male. Non hanno aspettato, come avrebbe voluto la capogruppo Braga, il via libera. E nonostante le invocazioni, «non adesso, non adesso», gli onorevoli del Pd si sono mossi come un fiume in piena, agitando le mani.Una sceneggiata, insomma, per di più finita male, perché non sono stati rispettati i tempi e dunque l’esibizione è venuta un po’ stonata. Resta una sola notazione: di fronte a una tragedia immane, come giustamente l’ha definita Braga, quei sorrisi con le colleghe sono qualcosa di più che stonati. Sono la rappresentazione ipocrita di una commedia.
Giusi Bartolozzi (Imagoeconomica)
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