
La nostra società non sa più concepire relazioni umane legate a un progetto di vita di lunga durata. Preferisce piuttosto creare un soggetto debole che sia in grado di funzionare da consumatore perfetto.Che ne è oggi della vita affettiva ? Come stanno i legami sentimentali della società attuale? «Parentele improvvisate e provvisorie che fanno il verso a quelle vere, disgregazioni spacciate per aggregazioni, reticolati sfilacciati fatti passare per reti protettive»: questa oggi è la realtà che condiziona le relazioni e i rapporti familiari. È l'analisi lucida e politicamente scorrettissima fornita dal libro appena uscito Questo matrimonio non s'ha da fare. Crisi di famiglia e genitorialità (Viator), di Mattia Morretta, psichiatra e sessuologo, da tempo impegnato nelle attività di ricerca e assistenza ai disagi della sessualità. Una realtà difficile, che poggia su menzogne ormai di lunga data, ma nei manuali spacciate per buone. Occorre invece riconoscere, per esempio, che la famiglia nucleare, ormai al massimo di due genitori e un figlio, è molto più debole di quella tradizionale, che comprende l'intera parentela. Secondo Morretta è «un parto ideologico con cui si fa buon viso a cattiva sorte», che affida la gestione dei figli a «capacità che la maggior parte delle persone non possiede». Perché per formare (e prima ancora formarsi ) è necessaria una struttura familiare che coinvolga l'intera parentela e una società coesa, preparata e convinta di farlo. Mentre quella attuale, che ancora più della famiglia nucleare valorizza il single, «voce più moderna e socialmente corretta», secondo l'ultima versione del Dizionario Zanichelli della lingua italiana, è una società mercantile (che vuole far soldi) mirata al consumo e al soggetto debole, consumatore perfetto. Formare un individuo forte e autonomo è l'ultimo dei suoi obiettivi. Così, nella società dei «single», amata dai sindaci progressisti, «quelle che un tempo si chiamavano famiglie rovinate o sgangherate sono state promosse ad atipiche, incluse le frittate o macedonie con padri transessuali, operati in età matura mandando in tilt con la chirurgia e le loro confessioni shock la bussola dei già sbandati discendenti». In realtà, la famiglia funzionante, al contrario, non vuole «cogliere l'attimo» di una forte pulsione o nutrire una vanità insoddisfatta, ma realizzare «un progetto a lungo o lunghissimo termine, sostenuto da motivazioni e interessi che coinvolgono il futuro», morte compresa. «Nel matrimonio i coniugi si vincolano a una completa comunanza, una prova “tremenda" tra uomo e donna; non tra due donne, o due uomini». Il matrimonio omosessuale confonde solo le idee, perché nella realtà sono maschile e femminile insieme a portare a compimento la totalità umana. Che è poi rappresentazione di quella divina: Dio creò l'uomo «a sua immagine e somiglianza: maschio e femmina lo creò», ricorda la Bibbia, in Genesi. Si tratta del mito fondante della società umana, non è una questione sindacale di diritti da stabilirsi volta per volta, destabilizzando milioni di adulti e bambini, con leggi che qualche governo successivo butterà in aria. «Uomini e donne sono la base della nostra razza e vanno guardati sull'atlante della natura umana», secondo le parole della scrittrice Virginia Woolf, lesbica e femminista. L'unione tra uomo e donna è un archetipo che non c'entra con la sessuomania contemporanea e che si rafforza invece con l'archetipo spirituale della Vergine. Una forza femminile che raggiunge piena completezza nel rapporto di Maria, madre di Gesù, con lo Spirito Santo, ma è già molto potente nelle Dee Vergini precristiane, in tutto il mondo. Compresa la greca Artemide (la romana Diana), che presiede alle nascite e alle partorienti, e scaraventa in cielo i cacciatori che la spiano mentre fa il bagno nuda, confermando così la distanza tra la sessualità sacra della generazione e il sesso profano delle diverse perversioni. Le maternità e paternità carnali, ricorda Morretta, sono ingestibili se non ispirate da quelle spirituali, ben più importanti e durature. Così come il simbolo maschile del Fallo con la sua direzionalità e forza e quello femminile della Vulva con la sua capacità di accoglienza e cura non sono «riduzionismi naturalistici» ottocenteschi, come credono i propagandisti Lgbt. Non solo perché sono ben più antichi (anzi eterni), ma perché rappresentano le forze potenziali dei due sessi, ognuno dei quali però ha assoluto bisogno dell'altro per realizzarle. C'è bisogno di Spirito per farcela a superare le differenze tra i due «tanto che Maria chiede a Gesù di soccorrere gli sposi tramutando l'acqua in vino»: altro fatto sempre trascurato, sovente anche nella Chiesa. Cocaina, cannabis e mitomanie mediatiche, come anche le storie delle star gay con i loro pargoli, aumentano solo la confusione mentale. L'unione dell'uomo con la donna, indispensabile alla vita, richiede infatti anche una condivisione spirituale tra i due, tutto il contrario del concretistico «fare tutto insieme» del vademecum corrente della coppia perfetta che scambia la vita con il fare la spesa, dove in effetti essere in due serve. Questo aspetto centrale dell'educazione sentimentale viene oggi completamente dimenticato, ma la storia dei due sessi è assai diversa. Nell'Odissea, Ulisse, tornato a Itaca dopo l'interminabile viaggio, «dopo la notte del dolce amore, del lungo dialogo e del sonno ristoratore nel letto con la saggia consorte, indossa l'armatura, convoca gli uomini e li conduce fuori città per recarsi dal nobile padre, perché il suo compito non è certo quello del semplice marito». Virgilio invece, nell'Eneide «definisce Enea infemminato dal legame con Didone, in quanto divenuto suo schiavo per averle dato potere su di sé, abdicando ai propri scopi». Così nelle società tradizionali (compreso l'islam come racconta Vittoria Alliata nel suo libro Harem, non più ristampato perché oggi politicamente scorretto ), gli uomini non possono entrare nelle parti della casa riservate alle donne, e viceversa. Un'opportuna distanza aumenta il rispetto e l'interesse, mentre un'ossessiva intimità infastidisce e disamora. Julius Evola ricorda come il femminile tenda ad assorbire la tensione trascendente della virilità, deprimendola, e come siano i «Misteri Maggiori a far rifluire in alto la corrente» indispensabile a una piena virilità (in Metafisica del sesso, Mediterranee). Simile era d'altra parte la visione di Dante, dei poeti del dolce stilnovo e della cavalleria medioevale, con la loro valorizzazione dell'Amour lointain, l'amore lontano, per molti il momento più alto della relazione uomo-donna nella storia occidentale. Oggi invece l'idiozia egualitaria applicata al maschile e femminile, per fortuna diversissimi, conduce al «dilagare di uomini-donna e donne-uomini con comprovata riduzione delle differenze sessuali (aiutata dalle sofisticazioni alimentari) e equivalenza di ruoli e azioni». Infatti i due si chiamano «compagni»: Roba da ragazzini, o da partito, niente a che vedere con il costruire insieme una vita, un mondo affettivo, una discendenza, biologica o simbolica. Occorre ritrovare la diversità, e con essa l'amore e la fecondità.
2025-09-14
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