2024-05-29
Anche nella scelta di un sindaco entrano in gioco i valori più alti
Snobbare le elezioni locali è un errore. Amministrare un Comune non è pura «tecnica».Si avverte un’aria di stanca nel panorama che fa da sfondo alla campagna elettorale per le elezioni amministrative. Scarsa motivazione in parecchi candidati, molti dei quali recuperati sul filo di lana solamente per completare la lista; sfiducia nell’efficacia dell’incarico di consigliere comunale alla luce di una disciplina eccessivamente accentratrice in capo alla giunta e al sindaco dei reali poteri decisori; concorrenza spietata tra i candidati; fiorire di liste di ogni tipo, ecc…Non era certo questo il clima che vide sorgere i municipi! Bensì quello di una convinta fiducia nella capacità, tutta umana, e nel bisogno, tutto politico, di autogoverno per il bene comune.Prima ed originalissima espressione di ente territoriale sgorgato dall’effervescente realtà sociale e relazionale del Medioevo, nati per dare forma di organizzazione pubblica a quel bisogno, divenuto via via impellente a seguito della dirompente crescita delle attività produttive, ma anche delle arti, i Comuni - così denominati perché gestione, appunto, in comune della cosa pubblica - esigevano per ciò stesso la partecipazione dei cittadini.Animava i cittadini comunali, cioè, un afflato politico che, se prendeva origine anche da interessi corporativi, si faceva anche carico del bene non strettamente materiale della comunità.Già Cicerone, del resto, includeva nel bene comune non solo le res, le cose materiali, ma pure i valori morali, mentre Aristotele indicava nella giustizia il fine primario della politica. Ancora, il laico anticattolico Kant era solito sostenere che «la politica non può fare neanche un passo senza la morale». Cioè senza valutare cosa è bene e cosa è male per il bene comune.Allora aveva ragione lo spagnolo Salvador de Madariaga y Rojo, antifranchista, scrittore, docente universitario, quindi ex ministro (dopo la caduta della dittatura), cui si attribuisce l’affermazione per cui «gubernar no es asfaltar». Non certo per sminuire il prezioso lavoro di più stretta amministrazione che pur compete alla politica, quale può essere la necessaria attenzione a strade, acquedotti, fognature, quanto per rimandare a qualcosa «che viene prima» il servizio alla cosa pubblica.Sono infatti in gioco le radici stesse dell’uomo: la sua identità, il suo bisogno di senso e di riconoscimento, l’inizio e la fine della vita, la maternità, la sofferenza, la malattia, ecc…Non pare pertanto più possibile oggi, a fronte dell’oggettivazione dell’essere umano, abbandonare la prospettiva umanistica e il suo nesso con la questione biopolitica. Sarebbe come un «propter vitam vivendi perdere causas»! Quindi anche l’impegno in consiglio comunale può (e dovrebbe...) costituirsi intorno all’anzidetto orizzonte antropologico.Ciò richiede, per il perseguimento del bene comune, che l’istanza del personalismo entri prepotentemente ad illuminare pure il campo della gestione meramente amministrativa dei municipi. Del resto, a ben riflettere, anche il minimo lavoro di manutenzione stradale, per fare solo un esempio, presuppone un’idea di bene, di miglioramento, avente una concezione antropologica quale presupposto.A maggior ragione, riservare un capitolo di bilancio per sostenere la famiglia naturale nei propri compiti educativi o stanziare fondi per garantire le cure palliative, ovvero sostenere concretamente le gestanti in difficoltà nell’accogliere il figlio, o ancora istituire la Giornata per la vita nascente, configurano non solo un concreto sostegno alla famiglia e alla vita fragile, ma offrono un contributo importante alla cultura dell’umano, alimentando la riflessione e il dibattito su questioni fondamentali e innescando un circolo virtuoso di pensiero e di azione.Non è un caso, del resto, che la Costituzione disegni un impianto istituzionale fondato primariamente sui corpi intermedi, primi tra tutti la famiglia naturale e i comuni, vuoi per il significato alto e insostituibile delle loro funzioni ed origini, vuoi per il prezioso servizio che rappresentano e hanno rappresentato per il bene comune.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.