2025-05-21
Simion chiede di annullare il voto in Romania: «Ingerenze esterne»
Il candidato battuto al ballottaggio punta il dito contro Parigi. Il fondatore di Telegram è con lui: «Pronto a testimoniare».George Simion, il candidato del partito nazionalista Alleanza per l’unione dei rumeni (Aur), sconfitto al ballottaggio per le presidenziali dal candidato europeista Nicusor Dan, chiede l’annullamento delle elezioni. Come già denunciato ieri dal fondatore di Telegram, Pavel Durov, i servizi segreti di Parigi avrebbero chiesto alla piattaforma di messaggistica censure sui gruppi anti Nato. Simion ha quindi annunciato l’intenzione di presentare ricorso per annullare le elezioni a causa di «interferenze esterne», in particolare da parte della Francia. «Chiedo ufficialmente alla Corte costituzionale di annullare le elezioni», ha scritto su X in un messaggio accompagnato dalle bandiere di Francia e Moldavia. Vi sarebbero, ha scritto, «le stesse ragioni» che hanno portato all’annullamento del voto di novembre. Sempre su X, lo stesso Durov ha commentato: «Sono pronto a venire a testimoniare se questo può aiutare la democrazia rumena». Già nelle ore che precedevano l’annuncio si era rivolto con un video su TikTok ai globalisti e al presidente francese Emmanuel Macron promettendo battaglia al grido di: «George Simion non ha paura! George Simion non si arrende!! George Simion non è in vendita!!!». E ancora altri messaggi su X, come quello in cui denuncia le spese dell’Unione europea per censurare la propaganda nazionalista. «649 milioni. Questo è il costo della censura e del silenziamento delle voci conservatrici nell’Unione europea attraverso progetti finanziati dalla Commissione. Il regime tirannico della von der Leyen giungerà alla fine. Molto presto». Scatenato, ha aggiunto: «Non tradirò mai il popolo rumeno, Non sventolerò mai più un’altra bandiera al posto della bandiera».Anche la reazione del suo partito è dura. Aur non parteciperà alle consultazioni parlamentari convocate dal presidente eletto Dan per la formazione del nuovo governo. Lo ha annunciato in Parlamento il deputato Dan Tanasa, definendo il processo in corso una «farsa politica» e accusando Dan di rifiutare il dialogo con tutte le forze politiche. «Aur non legittimerà un presidente abusivo, un’altra marionetta degli interessi stranieri», ha proseguito Tanasa, secondo cui il capo dello Stato «sceglie di parlare solo con i partiti che lo hanno sostenuto nella campagna elettorale o che possono essergli utili per il futuro governo». Ha definito tale approccio «profondamente antidemocratico» sottolineando che «milioni di romeni che hanno votato diversamente meritano rispetto». Infine ha accusato l’attuale presidenza di ignorare la realtà del voto. «La Romania ha urgente bisogno di un governo che rispetti le promesse fatte: niente aumenti dell’Iva e niente tasse elevate», escludendo quindi il sostegno di Aur a qualsiasi governo sostenuto dal presidente eletto.Dan potrebbe prestare giuramento davanti al Parlamento la prossima settimana, di lunedì. Questo, naturalmente, se la Corte costituzionale domani convaliderà il risultato del secondo turno. L’intenzione del futuro capo è quella di formare un governo sostenuto da tutte le forze politiche filoeuropee presenti in Parlamento. Attesa dunque una risposta dal Partito socialdemocratico (Psd), nodo politico fondamentale per la formazione del nuovo governo. In attesa di giuramento e consultazioni, Dan ha avuto un colloquio con il presidente ad interim Ilie Bolojan per discutere la futura struttura del governo e le misure per ridurre il deficit di bilancio. «Ci saranno altre discussioni sui dossier che dovremo trasferirci a vicenda. Abbiamo parlato a lungo del deficit e delle modalità per uscirne. Gli ho chiesto, ovviamente - in quanto presidente ad interim del Partito nazionale liberale - la sua opinione sulla configurazione del futuro governo». Nel frattempo Mosca respinge ancora una volta le accuse di ingerenze nella campagna elettorale romena definendo «infondati» i sospetti di interferenze. Già le le elezioni precedenti vinte dal nazionalista Calin Georgescu erano state annullate per irregolarità e sospette ingerenze.La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, punta invece il dito contro Bucarest: «Il processo elettorale in Romania è stato costellato di scandali, causando una perdita di fiducia da parte dei cittadini nelle autorità e nella loro politica di rigida adesione alle direttive di Bruxelles». In un messaggio pubblicato su Telegram, Zakharova ha parlato di una «crisi politica profonda» e della «polarizzazione della società», definendo «patetici» i tentativi del governo rumeno di attribuire a Mosca le responsabilità di tale situazione. Secondo la portavoce, superare lo stallo nei rapporti bilaterali dipenderà unicamente dalla capacità di Bucarest di liberarsi dagli stereotipi russofobi». Secondo l’Osce, questo voto si è svolto nel rispetto delle libertà fondamentali, pur evidenziando i rischi legati alla disinformazione online. Tuttavia, sostengono gli osservatori internazionali, «la retorica diffamatoria e i comportamenti non autentici online, insieme alle lacune normative e alle risposte frammentate delle autorità, hanno limitato le possibilità degli aventi diritto al voto».