2021-06-24
Sileri: sì all’eterologa per gli over 60. Costa toglie le mascherine agli alunni
L'esponente grillino ha chiesto che sia data a tutti la possibilità di cambiare tipo di vaccino nel richiamo. L'altro sottosegretario: «L'immunità di gregge entro la fine di settembre è assolutamente alla portata».Dopo la conferenza stampa in cui Mario Draghi ha rimediato al gran pasticcio sui richiami di Astrazeneca, il ministro della Salute Roberto Speranza si è defilato. Le mosse del dicastero sembrano più in mano ai suoi sottosegretari. Come Pierpaolo Sileri che ieri, in un'intervista rilasciata al Tg5, ha annunciato di aver chiesto in mattinata alla Direzione generale della prevenzione sanitaria di cercare una soluzione normativa «che consenta in maniera inequivocabile e chiara l'utilizzo della vaccinazione eterologa anche al di sopra dei 60 anni». L'obiettivo, ha aggiunto il sottosegretario alla Salute, è quello di «dare a tutti la possibilità di cambiare tipologia di vaccino, anche se per gli over 60 il vaccino a vettore virale, come Astrazeneca, rimane sicuro e non gravato da quelle complicanze rarissime che si sono invece osservate nei soggetti più giovani». La settimana scorsa Draghi aveva detto che «se una persona che ha meno di 60 anni e ha fatto la prima dose Astrazeneca e gli viene proposto di fare l'eterologa ma non vuole farsi quel vaccino, questa persona libera di fare la seconda dose Astrazeneca purché abbia il parere del medico e il consenso informato». Ora il ministero sembra lavorare a una scelta libera anche per gli ultrasessantenni. Intanto da Aifa, l'agenzia nazionale del farmaco, ieri è arrivata una nuova nota di aggiornamento per gli operatori sanitari che porterà all'inserimento della controindicazione al vaccino anti Covid di Astrazeneca negli individui con pregressa sindrome da perdita capillare. «Nei primi giorni successivi alla vaccinazione con Vaxzevria, sono stati segnalati casi molto rari di sindrome da perdita capillare (Cls). In alcuni casi era presente una storia clinica di Cls. È stato riportato un caso con esito fatale», si legge nella nota dell'agenzia. Già l'11 giugno l'Ema aveva indicato di non utilizzare Az per chi in precedenza ha sofferto di questa sindrome.A parlare ieri è stato anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa che ha sottolineato come ci siano le condizioni per dare lo stop alle mascherine a scuola: «L'obiettivo di raggiungere l'immunità di gregge entro la fine di settembre è ancora assolutamente alla portata, nel momento in cui si raggiungerà, dobbiamo valutare l'ipotesi di non fare indossare più le mascherine a scuola», ha spiegato a Rainews24. Analizzando i dati di oggi e proiettandoli nel futuro, «credo sia ragionevole pensare a un paio di mesi di proroga, tre per arrivare fino a ottobre» per porre fine allo stato di emergenza, ha quindi aggiunto Costa.Lo stesso Draghi, nella replica alla Camera, ieri ha invitato le Regioni a mobilitarsi perché è il momento «per costruire la riapertura delle scuole, organizzare i trasporti. L'anno scorso sono stati stanziati fondi ingenti ma ci siamo ritrovati a dover decidere che i mezzi pubblici potessero essere pieni solo al 50% e questo non ha aiutato la riapertura delle scuole. Speriamo di avere imparato queste cose e di farle bene». Non serve quindi cavalcare l'accelerazione sulle vaccinazioni ai dodici-quindicenni facendolo quasi diventare un alibi per evitare interventi e investimenti su strutture e organico. Il presidente del Consiglio ha inoltre ribadito che oggi la sfida prioritaria è cercare tutti coloro che hanno più di cinquanta anni, «cercarli nei posti più difficili, cercare di convincerli se sono contrari. Sono i futuri - e anche i presenti - fragili». Sullo sfondo, il braccio operativo del governo per la campagna vaccinale ha assicurato che nel terzo trimestre dell'anno, luglio, agosto e settembre, le previsioni relative ai vaccini a Rna messaggero sono «assolutamente coerenti» con l'obiettivo del piano che prevede - a livello nazionale - la vaccinazione entro fine settembre dell'80% della platea delle persone che possono sottoporsi a vaccinazione. In un comunicato diffuso nel pomeriggio, la struttura commissariale guidata da Francesco Figliuolo ha precisato che sono circa 13,2 milioni le dosi di Pfizer utilizzabili nel mese di giugno, a cui andranno aggiunte - nello stesso periodo - 2,1 milioni di Moderna, per un totale mensile di vaccini a Rna messaggero pari a 15,3 milioni. Per il mese di luglio, sempre con riferimento a Pfizer e Moderna, è prevista la disponibilità di un quantitativo di circa 14,5 milioni di dosi, rispettivamente 12,1 milioni di Pfizer e 2,4 di Moderna, che assicureranno anche le vaccinazioni eterologhe, per gli under 60 che hanno fatto come prima dose il vaccino Astrazeneca. La differenza tra le consegne di giugno e quelle di luglio sarà di 0,8 milioni di dosi, pari al 5% circa, in termini percentuali. Il comunicato è una risposta alle preoccupazioni delle Regioni che temevano tagli alle forniture di Pfizer. Se i vaccini non mancano, i problemi restano sul fronte dei vaccinandi. «Non sono preoccupato della riduzione, seppur minima, delle consegne di dosi, ma sono più preoccupato del calo della richiesta di vaccinazioni da metà luglio in poi», ha detto ieri il sottosegretario Sileri. Stimando un calo delle vaccinazioni giornaliere dal 15-20 di luglio. L'ultima media mobile a 7 giorni di dosi somministrate ogni giorno in Italia è di 543.423, ma tutte le fasce d'età sono in calo tendenziale (il 30% dei cinquanta-cinquantanovenni deve ancora ricevere la prima dose). E le seconde dosi superano, seppur di pochissimo, le prime. Riusciamo a tenere il ritmo attorno alle 550.000 dosi inoculate al giorno grazie all'impennata di maggio e forse anche alla coda dei richiami Az di marzo-aprile. Cosa succederà però quando finisce il serbatoio?
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)