2019-02-07
Si svuota il Cara di Mineo, vergogna d’Italia
I primi 50 migranti saranno trasferiti oggi, altri 100 a fine mese. Tra loro non ci sono donne né bambini. Secondo centro in via di smantellamento dopo quello romano di Castelnuovo, è lo scenario di diverse inchieste su droga, stupri e persino un omicidio.I primi cinquanta già da questa mattina. E altri cento entro fine mese. E via via così fino allo svuotamento completo. Cominciano i trasferimenti dal Cara di Mineo, in provincia di Catania, il più grande (e pericoloso) centro di accoglienza per richiedenti asilo d'Europa, come promesso a inizio anno dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Oggi, lasceranno la cittadella - oltre 400 villette un tempo abitate dagli ex militari americani e dalle loro famiglie di stanza nella base di Sigonella - quelli che sono in attesa del ricorso dopo la bocciatura in prima istanza per ottenere lo status di rifugiati. Non ci sono donne né bambini tra loro. Sono tutti uomini adulti, senza legami di parentela, di nazionalità bengalese, che vivono nella struttura da mesi o addirittura, in alcuni casi, da anni. Venticinque andranno nel Cas di Trapani, quindici in quello di Siracusa e dieci in quello di Ragusa. Mentre, il 17 e il 27 febbraio sono le date in cui sono stati pianificati altri due spostamenti di cento unità. Ma già da domani, contrattualmente, il Cara di Mineo potrebbe essere considerato chiuso essendo il numero di ospiti inferiore (1.190) a quello stabilito nei capitolati d'appalto per mantenere operativo il Centro (1.200) senza il rischio di pagare penali.Arrivato a contare, negli anni scorsi, fino a 4.000 richiedenti asilo, il Cara attualmente accoglie 15 migranti titolari di protezione internazionale e 100 con il permesso umanitario ai quali sarà poi offerta una adeguata e alternativa sistemazione. Quella stessa che, nel paesino siciliano, cercano ormai anche quanti hanno ottenuto lavoro e stipendi grazie all'emergenza migranti: all'opera ci sono ancora circa 220 operatori tra mediatori culturali, sociologi, insegnanti e addetti alla mensa. Altri 170, nei mesi scorsi, sono stati licenziati al passaggio di gestione. Qualcuno ipotizza addirittura di far causa al governo quando il sito chiuderà i battenti.Il Cara di Mineo, inaugurato nel 2011 dall'esecutivo Berlusconi, è il secondo centro in via di smantellamento dopo quello di Castelnuovo (Roma) ed è lo scenario di diverse inchieste della magistratura catanese. L'ultima, risalente ad appena dieci giorni fa, ha visto l'arresto di sedici indagati che avevano eletto il Centro a gigantesca piazza di smercio della droga per i pusher nigeriani che spacciavano a Catania, Caltagirone e Caltanissetta. Nella struttura operava un vero e proprio clan, i Supreme Vikings confraternity, detti anche Norsemen della Nigeria, che aggredivano, rapinavano e violentavano le donne armati di machete ed organizzavano riti di iniziazione in stile mafioso. Un luogo - ha spiegato il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro - «nel quale entrano ed escono criminali e nel quale si svolgono episodi di una brutalità impressionante». Come quello che vide soccombere la povera Miracle Francis, 26 anni, nigeriana, sgozzata dal marito Bill Francis la sera del 1° gennaio di un anno fa nel loro alloggio. L'assassino - un trentenne maliano - venne fermato dalla polizia l'indomani mentre, in un Internet point, usando i documenti di un connazionale, cercava di farsi inviare dei soldi che l'accusa ritiene avrebbe usato per fuggire. «Abbiamo registrato numerosi episodi di stupri che si sono verificati all'interno della struttura, alcuni addirittura stupri di gruppo», è stato invece l'allarme lanciato dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, dopo un episodio di violenza ai danni di una ventiduenne nigeriana. «Il Cara è un problema... non è gestibile da un contingente di forze di polizia che stazionano in una misura di 20 persone a turno, perché quella è una vera propria città. Etnie contrapposte che stanno nello stesso luogo, poi degenerano in tutta una serie di reati, il mio ufficio negli ultimi due anni ne ha iscritti oltre 1000».È stata invece fissata al prossimo 20 marzo la prima udienza del processo a 15 imputati accusati di turbativa d'asta e falso nell'ambito del procedimento sulla concessione dell'appalto dei servizi dal 2011 al 2014. Dall'indagine è uscito Luca Odevaine, ex membro del tavolo nazionale di coordinamento sui migranti, che ha patteggiato sei mesi di reclusione, mentre resta ancora a parte la posizione dell'ex sottosegretario alle Politiche agricole dei governi Letta, Renzi e Gentiloni, Giuseppe Castiglione, indagato in qualità di ex soggetto attuatore del Cara, che ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato. I due processi saranno unificati alla prossima udienza. Tra i 15 imputati rinviati a giudizio ci sono il sindaco di Mineo, Anna Aloisi; l'ex presidente del consorzio Sol. Calatino, Paolo Ragusa; l'ex direttore del consorzio Calatino terra d'accoglienza, Giovanni Ferrera; gli ex vertici delle Ati interessate. Nel capoluogo etneo l'inchiesta sugli appalti del Cara di Mineo era scaturita da un invio di atti da parte della Procura di Roma nel quadro degli accertamenti su Mafia capitale, nel quale Odevaine era coinvolto per un episodio di corruzione in concorso con Salvatore Buzzi, ras delle coop romane. In appello, Odevaine - che è stato vicecapo di Gabinetto dell'ex sindaco capitolino, Walter Veltroni - è stato condannato a cinque anni e due mesi.