2024-12-20
Sfida di Putin: «Impossibile abbattere il nostro missile». Zelensky chiude al gas russo
Volodomir Zelensky (Ansa)
Mosca aperta ai negoziati, ma solo dopo nuove elezioni nel Paese invaso. Il leader ucraino: «Nazisti». Annuncia lo stop al transito di metano. Che s’impenna oltre 43 euro.È durata quattro ore e 27 minuti la conferenza stampa di fine anno di Vladimir Putin. Il presidente russo, che ha affermato di non considerare la caduta di Bashar al-Assad in Siria «una sconfitta», è invece parso soddisfatto dell’evoluzione sul campo del conflitto in Ucraina. «La situazione», ha spiegato, «sta cambiando in maniera drastica. Vediamo movimenti lungo tutta linea del fronte. I nostri soldati ogni giorno conquistano chilometri. Ci stiamo avvicinando agli obiettivi primari fissati all’inizio dell’operazione speciale». «Non posso e non voglio fornire la data precisa di quando la regione verrà liberata», ha spiegato in relazione al Kursk, «ma assicuro che lo faremo. È la cosa più importante per noi». E su una possibile trattativa di pace, lo zar si è detto pronto, ma ha ribadito che è Kiev a non volersi sedere al tavolo. «La politica è l’arte del compromesso», ha dichiarato, «e noi abbiamo sempre detto che siamo pronti ai negoziati e ai compromessi». Con una precisazione: «Parleremo con chiunque, compreso Zelensky, se dovesse andare alle urne e ottenere legittimità», ha concluso Putin, riferendosi al fatto che il mandato del presidente ucraino è scaduto da tempo. «Non abbiamo bisogno di una tregua», ha anche aggiunto, non essendo ovviamente disposto a concedere tempo al nemico proprio ora che sta vincendo sul campo: «abbiamo bisogno di una pace a lungo termine, duratura e con garanzie per la Federazione Russa e i suoi cittadini». Il presidente russo ha affermato che, se fosse stato possibile conoscere in anticipo quello che sarebbe accaduto in Ucraina, avrebbe anticipato l’«operazione speciale», a fronte della quale «ci sarebbe dovuta essere una preparazione sistematica». Lo zar ha dunque ammesso che in qualche modo la Russia è rimasta spiazzata dalla capacità bellica di Kiev. Non è tuttavia mancata, nel discorso, la sfida alla Nato: l’Occidente «scelga un obiettivo a Kiev che la Russia deve colpire con il missile Oreshnik e concentri lì i sistemi di difesa aerea per intercettarlo», ha detto lo zar: «Non vi è alcuna possibilità di abbatterlo o distruggerlo facilmente». Considerato che il missile di ultima generazione è in grado di trasportare testate nucleari, queste parole non sono prive di peso. «Praticamente tutti i Paesi della Nato sono in guerra con noi», ha constatato Putin, il quale di recente, per lanciare un segnale, ha anche modificato la dottrina nucleare del Cremlino (segnale che, a suo dire, non sarebbe stato recepito). Il tutto mentre arriva l’annuncio del ministero della Difesa di Mosca secondo cui le forze ucraine avrebbero lanciato sei missili americani Atacms e quattro missili britannici Storm Shadow sulla regione russa di Rostov. L’attacco, si legge nella nota, «non rimarrà senza risposta».«Non so quando lo vedrò», ha dichiarato Putin in relazione a Donald Trump. «Non sta dicendo niente a riguardo. Non gli parlo da più di quattro anni. Sono pronto, ovviamente, in qualsiasi momento. Se mai avremo un incontro, sono sicuro che avremo qualcosa di cui parlare». «Penso che Putin non sia all’altezza, e che sia molto pericoloso per tutti», ha replicato invece Zelensky, a margine del Consiglio europeo a cui ha preso parte. «Per lui la vita umana non ha alcuna importanza. Penso che sia pazzo. In realtà, penso che anche lui creda di essere pazzo. Gli piace uccidere, il che è molto pericoloso per tutti». L’ex comico ha anche annunciato che l’accordo per il transito del gas russo dall’Ucraina, in scadenza il 31 dicembre, non verrà prolungato, scatenando un’impennata del prezzo del gas, arrivato ieri a 43,08 euro al MWh sulla piazza Ttf di Amsterdam (il terzo rialzo da lunedì, quando era sceso a un minimo di 40,27 euro), mentre i future sul mese di gennaio sono saliti del 5,05%. «Non daremo la possibilità» a Mosca «di guadagnare altri miliardi sul nostro sangue e sulla pelle degli ucraini», ha dichiarato, aggiungendo che «qualsiasi Paese del mondo che può ottenere il gas» in modo economico dalla Russia «diventerà, oggi o domani, dipendente al 100% dalla Federazione russa. Questa è la loro politica». Rapida la replica del Cremlino: «Non è un nostro problema, Gazprom sopravviverà». Dal Consiglio Ue, invece, tutto procede come se Zelensky non avesse ammesso, nei giorni scorsi, che sarà impossibile riconquistare sul campo Donbass e Crimea. Anzi, nel comunicato finale si ribadiscono il sostegno all’integrità territoriale di Kiev e «l’impegno incrollabile dell’Ue a fornire un continuo sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario e con la massima intensità necessaria». «La Russia», continua, «non deve prevalere». Il Consiglio Ue chiede anzi «l’urgente intensificazione degli sforzi, in particolare sulla fornitura di sistemi di difesa aerea, munizioni e missili», mentre conferma il congelamento degli asset russi fino alla fine della guerra e al risarcimento a Kiev dei danni subiti. Inoltre, nelle conclusioni si legge che, in vista della ricostruzione del Paese, «la conferenza per la ripresa dell’Ucraina ospitata dall’Italia nel luglio 2025 sarà importante».
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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Novità per i cittadini. Da questo mese stop al telemarketing da numero mobile, mentre il 30 novembre potrebbe arrivare lo stop a molti autovelox non conformi alle normative.