2023-01-25
        Settimo inverno sepolti dalla neve per i terremotati nei prefabbricati
    
 
Il maltempo che ha investito la Penisola sta rendendo, nuovamente, impossibile la vita agli sfollati del sisma di Marche e Abruzzo. Oltre 30.000 persone sotto i tetti di cartone. Il Pd usa la ricostruzione per lotte di potere.Viene da pensare che al Pd, dei terremotati del Centro Italia, ora che è sfrattato dalla guida di tutte le Regioni colpite nel 2016, importi il giusto. Allora governava Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria, oggi deve sperare di perdere bene le elezioni a Roma dintorni. L’ultima l’ha combinata proprio il candidato Pd a presidente del Lazio e attualmente assessore alla Sanità - il che rende la gaffe ancora più fastidiosa - Alessio D’Amato. Ha rivendicato che la prima realizzazione della sua, futura, giunta sarà l’ospedale di Amatrice. Ci sono 400 milioni pronti. Nell’agosto 2016 il paese fu raso al suolo e morirono in 236 su 290 vittime in totale del sisma.Gli ha ricordato Sergio Pirozzi, allora sindaco di Amatrice e oggi consigliere regionale Lega: «Il nuovo ospedale doveva essere inaugurato due anni fa». Non c’è da stupirsi: per Amatrice, il Maxxi (allora ancora in mano a Giovanna Melandri, sempre Pd) ha lanciato sei mesi fa tre concorsi d’idee per la ricostruzione. Visto che, quella vera, è ferma al 10%.In questi giorni i carabinieri fanno la spola lungo l’Appenino marchigiano per soccorrere gli anziani sfollati da sei inverni nelle casette di cartongesso dove il riscaldamento non funziona, manca l’acqua, si staccano le pareti anche perché la garanzia delle Sae (acronimo per Soluzioni abitative d’emergenza, gli alloggi provvisori) è ormai scaduta. Tra Pievetorina, Visso, Castelsantangelo sul Nera, Camerino, Muccia, Arquata e Pescara del Tronto e poi in Umbria, a Norcia e a Preci, ancora 30.000 persone vivono sotto i tetti di cartone ora gravati da un metro di neve, mentre i paesi sono irrimediabilmente spopolati.Matteo Renzi, da presidente del Consiglio, promise nel 2016: «Ricostruiremo tutto dov’era e com’era. Entro il prossimo Natale non ci saranno più sfollati». Per ora ci sono solo le Sae, realizzate anche dal Consorzio Arcale che è finito sotto processo insieme a una quantità di ditte che hanno lavorato forse alla ricostruzione, e che si stanno disfacendo sotto la neve.Di quattro commissari straordinari, tre sono targati Pd: Vasco Errani, Paola De Micheli - le promisero un ministero, ora corre per la segreteria dem - e, in ultimo, Giovanni Legnini. I democratici hanno innalzato l’avvocato abruzzese a «Santo subito» nel momento in cui Giorgia Meloni ha deciso, scaduto il mandato, di sostituirlo con Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia, già assessore delle Marche alla Ricostruzione e sindaco di Ascoli Piceno. Legnini, compianto come vittima dello spoil system è però un casus belli in vista del congresso Pd. Matteo Ricci, sindaco televisivo di Pesaro, in una delle sue comparsate a Tagadà, su La7, ha detto: «Sulla nomina di Castelli abbiamo fatto qualche polemica di troppo, chiedo scusa per la mia parte politica».A Ricci, il Pd delle Marche ha risposto così: «Parla per te, noi non chiediamo scusa, anzi siamo indignati. Sostituire Legnini è un atto scellerato, Castelli si dimetta almeno da senatore». Il fatto è che Ricci sta con Stefano Bonaccini mentre nelle Marche piace Elly Schlein. I terremotati vengono buoni per regolare i conti, così come sono serviti a distribuire consulenze ottimamente pagate agli amici e fare vane promesse. Prima di andarsene, Legnini ha divulgato il suo bilancio. Sono arrivate 28.000 richieste di contributi privati, il 54,9% di quelle attese, son stati conclusi 8.318 cantieri privati e altri 7.333 sono aperti. Sono stati finanziati 2.500 interventi su edifici pubblici, di cui 450 scuole e 1.251 su edifici di culto, infine sono stati erogati 935 milioni per opere pubbliche. Detta così, sembra che la ricostruzione sia già finita.Invece, su 10 miliardi richiesti, sono stati liquidati alle ditte meno di 2,5. Il che ha bloccato tutti i cantieri: i fallimenti nel «cratere» sono aumentati del 15%, nel frattempo ci sono state 30 condanne di ditte che lavoravano in nero e i tecnici piuttosto che fare le pratiche del sisma (complicatissime anche se Legnini ha redatto un testo unico di 150 articoli) preferiscono quelle del Superbonus; la ricostruzione di fatto è ferma. Si sono inventati un piano Appennino (molte consulenze, poche sostanze) e i Psr (Piani speciali di ricostruzione) firmati solo da 35 sindaci anche perché c’è il trucco: i borghi antichi, come per esempio Visso o Castelsantangelo sul Nera o il centro storico di Camerino, vengono lasciati morire per costruire altrove.Qualcuno si ricorda le polemiche sulla new town dell’Aquila di berlusconiana memoria? È strano che fino al giorno prima i sindacati strillassero contro il caporalato in edilizia, i sindaci lamentassero mancati interventi, ma quando Legnini ha lasciato pareva Bocca di Rosa di Fabrizio De Andrè. Anche il vescovo Renato Broccardo di Spoleto-Norcia se l’è presa con la Meloni. Forse un motivo c’è: su 800 milioni stanziati in 1.215 interventi per le chiese (in media ci sono 658.000 euro a intervento), Legnini ha firmato un contributo di quasi 6 milioni per la basilica di Sant’Eutizio a Preci e di 12 milioni per quella di Norcia.Il censimento dei danni è lievitato a 26,5 miliardi (ne sono stati spesi 4) e gli edifici danneggiati sono saliti a 80.000. I conti delle sole Marche dicono: su 15.000 domande pervenute in 6 anni, sono stati chiusi 5.229 cantieri, la media è di 2.550 domande evase. La stima delle domande complessive è di 42.000: ci vorranno altri 10 anni per le istruttorie e 48 anni per i lavori. Sarà perché l’aver mandato a casa Giovanni Legnini è stato un terremoto?
        Eugenia Roccella (Getty Images)
    
        Carlotta Vagnoli (Getty Images)