2025-03-20
Serra Pride, Lepore propone il bis. Pagheranno i cittadini come a Roma?
Per farsi belli con la Schlein, i sindaci di Bologna e Firenze vogliono replicare il corteo nel capoluogo emiliano Altolà della Lega: «Dopo i 270.000 euro spesi da Gualtieri, non si sprechino risorse pubbliche anche stavolta».Sfilare per il gusto di sfilare. Accompagnata dall’insostenibile leggerezza dell’essere, la sinistra in movimento ha la sindrome di Naomi Campbell: ha assaporato la vanità della passerella e non riesce a scendere. Dopo l’happening di Piazza del Popolo a Roma, i sindaci del Pd di Bologna e Firenze, Matteo Lepore e Sara Funaro, hanno deciso di replicare il corteo europeista con elmetto e mimetica nel capoluogo emiliano sabato 5 aprile. Motivazione ufficiale vergata con lettera aperta: «Oggi più che mai sentiamo l’urgenza di impegnarci a promuovere e difendere i valori che ci hanno uniti in questi decenni». Motivazione sottintesa: nella capitale erano assenti per urgenze locali determinate dal maltempo, quindi hanno pensato di recuperare il terreno perduto agli occhi della segretaria Elly Schlein.Più che «Una piazza per l’Europa», a Bologna andrà in scena l’Europa a due piazze. Con Firenze convocata per riempire l’agorà grazie alle truppe cammellate dei militanti, dei collettivi universitari con trasferta pagata dagli atenei (il caso di Parma a Roma), dei centri sociali. «Abbiamo deciso di promuovere insieme l’iniziativa perché da sempre le nostre città hanno una vocazione alla pace e alla democrazia», ha dichiarato Lepore. Soprattutto hanno in comune lo stesso partito al governo comunale e regionale, con gli stessi interessi di promozione e visibilità mediatica rispetto all’evento. Il loro «Serra Pride» bis, ben poco istituzionale, è già preceduto dalle polemiche causate dall’originale di sabato scorso, relative ai costi per la comunità. Il sindaco capitolino Roberto Gualtieri aveva stanziato 270.000 euro per allestire il carrozzone romano (oggi sotto la lente della Corte dei Conti), di conseguenza l’attenzione ai conti è preminente e la verifica su chi pagherà la replica a Bologna è prioritaria. Anche per un motivo dominante: le due città, recentemente colpite da alluvioni e smottamenti, avrebbero necessità di supportare economicamente i cittadini prima delle ideologie. «I contribuenti italiani non meritano di rimborsare le pulsioni belliciste», si legge in una nota della Lega. «Poiché arroganza e impudenza della sinistra non hanno limiti, diffidiamo i sindaci che hanno chiamato la piazza il 5 aprile. Nessun corteo di sinistra può essere pagato con i soldi di tutti i contribuenti».A Bologna e Firenze le opposizioni sono già in allarme. Innanzitutto dove si terrà il nuovo raduno turbo-europeista dopo il «ReArm» deciso da Ursula Von der Leyen. Il capogruppo bolognese della Lega, Matteo Di Benedetto, ha presentato un’interrogazione a palazzo D’Accursio nella quale sottolinea: «Visto quanto è emerso sullo spreco di risorse pubbliche posto in essere a Roma, dal Comune, per un’analoga manifestazione politica, chiedo al sindaco Lepore se ha intenzione di utilizzare soldi dei contribuenti per organizzare la manifestazione di cui sopra. Si tratta a tutti gli effetti di iniziative politiche che portano avanti progetti politici. Sprecare soldi pubblici sarebbe una scelta grave nonché un uso irresponsabile delle risorse». Di Benedetto minaccia un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale e aggiunge: «A Roma ho visto bandiere della pace sventolate per chiedere la guerra e la corsa agli armamenti. È inconcepibile che si sprechino risorse dei cittadini per questo. Attendiamo a stretto giro chiarimenti dal sindaco Lepore, che è liberissimo di organizzare a titolo personale le manifestazioni politiche che ritiene, ma non deve farlo a spese nostre».La partecipazione di Firenze ha provocato un’analoga sollevazione in Toscana, dove parte della popolazione sta vivendo sulla propria pelle l’emergenza determinata dall’alluvione. Anche qui la preoccupazione principale riguarda eventuali contributi economici da parte delle istituzioni pubbliche a una manifestazione tesa ad appagare l’orgoglio europeista in chiave dem. Il capogruppo della Lega, Guglielmo Mossuto, promette battaglia: «Una manifestazione a spese dei cittadini come quella di Roma? Sarebbe inaccettabile. Come tutto il Paese sa, a Firenze siamo alle prese con un’emergenza drammatica come quella dell’alluvione, con centinaia di persone isolate ed evacuate. A fronte di tutto questo sarebbe un delitto utilizzare anche un euro per un evento di propaganda dem».Lo stesso governatore Eugenio Giani due giorni fa ha stabilito che gli ingenti danni causati dall’alluvione ammonterebbero a un centinaio di milioni e ha chiesto l’emergenza nazionale bussando a soldi a Palazzo Chigi. Mossuto, che proprio il 5 aprile ospiterà a Firenze il congresso della Lega (il primo della storia sotto il Po), mette il dito nella piaga: «L’alluvione non è avvenuta per il cambiamento climatico, ma per qualcosa di ben più concreto: l’incuria nella gestione del territorio, il dissesto idrogeologico determinato da un malinteso senso dell’ecologia e da politiche scellerate da parte delle amministrazioni di sinistra». Sapere chi paga la sfilata del 5 aprile del Pd non è uno sfizio. È una necessità.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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