2023-06-30
«Sperpero di soldi», sostiene la pm: sequestrati 126.500 euro a Pereira
Per la Procura l’ex sovrintendente del Maggio fiorentino, Alexander Pereira, avrebbe «bruciato» fondi per voli esclusivi e vacanze di lusso in Europa. Le toghe: «I rimborsi erano camuffati da viaggi a caccia di sponsor».Avrebbe sperperato in vacanze e voli esclusivi 126.500 euro destinati a una fondazione equiparata a ente pubblico, ma per ora la Procura di Firenze, che ha chiesto un sequestro preventivo per equivalente, sul suo conto italiano ha trovato solo 2.000 euro. Tutto il resto è sparito. Resta pur sempre un inizio. Infatti, dopo che il gip, a maggio, aveva rigettato l’istanza di congelamento dei beni dell’ex sovrintendente del Maggio fiorentino Alexander Pereira, il 16 giugno il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso della pm Christine von Borries e mercoledì i militari della Guardia di finanza hanno eseguito l’ordinanza di sequestro di 126.500 euro.Altro che gauche caviar, adesso bisogna guardarsi dalla sinistra Sturmtruppen. Non fatevi ingannare dal cognome che sa di Alfama e tram numero 28, di tabucchiana memoria, infatti il settantacinquenne Pereira è austriaco, nato a Vienna e residente a Salisburgo.Sembra ieri quando il sindaco di Firenze Dario Nardella strombazzava la sua nomina a sovrintendente della Fondazione Teatro del maggio musicale fiorentino, di cui il primo cittadino è presidente, dopo averlo strappato a un’altra ridotta progressista come la Milano del Quadrilatero, dove era stato chiamato a guidare il teatro La Scala dal sindaco arancione Giuliano Pisapia. Indimenticabile la sua intervista dopo l’interrogatorio di tre ore con la pm von Borries: «Abbiamo kiarito le kose in trankvillità, la tottoressa ha askoltato molto pene e io le sono molto krato ké ha dato tutto il tempo ke era necessario a esplikare le kose, pevké era anche lunga la kosa, pevké avevo molte kvestioni…».La Procura accusa Pereira di peculato, sperpero di denaro pubblico, per le presunte spese indebite dell’ex sovrintendente, quantificate, come detto, in 126.500 euro.Il gip aveva respinto la richiesta di sequestro sostenendo che la Procura avrebbe prima dovuto fare una ricognizione completa sul territorio europeo dei beni mobili e immobili di Pereira, visti i prestigiosi incarichi ricoperti in passato tra Italia, Svizzera e Austria, come sovrintendente e direttore artistico, «verosimilmente lautamente remunerati».Gli inquirenti hanno replicato che se prima di bloccare i conti di ogni straniero si dovesse fare una radiografia delle sue proprietà sull’orbe terracqueo allora non si effettuerebbero più sequestri ai cittadini stranieri.Un’obiezione accolta dal Riesame.Nel frattempo Pereira, anche dopo la diffusione delle prime notizie sulle indagini, ha continuato a svuotare mensilmente il proprio conto italiano su cui venivano versati gli emolumenti fiorentini.Un incorreggibile scialacquatore o un furbetto?Le carte depositate al Riesame hanno confermato quanto già emerso nei mesi scorsi e cioè che il sovrintendente scelto dal Pd a Firenze, nonostante un compenso onnicomprensivo di 240.000 euro l’anno (percepito tra il 2020 e l’aprile 2023, quando ha rassegnato le dimissioni dopo il suo commissariamento) è riuscito a mettere a pie’ di lista spese «non inerenti la sua funzione e non rimborsabili per contratto, quali le spese per trasloco, per pernottamenti in alberghi, per voli aerei o con elicottero, taxi e treno».La pm ha, intanto, eseguito il sequestro del Tfr che avrebbe dovuto essere versato a Pereira a giugno, pari a circa 25.000 euro netti (più di 40.000 lordi), mentre sul conto avrebbe trovato solo 2.000 euro, l’avanzo dei suoi stipendi. Un ben magro bottino se si pensa che il 9 maggio in banca Pereira aveva ancora 7.500 euro.La difesa del manager è sempre stata che spendeva molto meno di quello che aveva portato come sponsorizzazioni al Maggio, cioè più di 9,7 milioni di euro tra il 2020 e il 2022. Una tesi tipicamente renziana, nella città più renziana d’Italia. Pereira ha sempre avuto la nomea di acchiappa sponsor, al punto che dopo il suo arrivo a Milano, l’attuale vicepremier Matteo Salvini aveva criticato duramente la scelta: «Hanno ucciso il Teatro alla Scala, venduto alla logica del business e regalato alle lobby straniere».Ma veniamo alle spese pazze contestate dalla Procura di Firenze.Per esempio si parla di pagamenti per trasferimenti con voli privati a Baden Baden e da Zurigo a Gstaad, l’esclusiva stazione sciistica svizzera, a fronte dei quali non sarebbe stato depositato presso la fondazione alcun documento giustificativo se non, nel prospetto riepilogativo, la dicitura «sponsor Margarita Dreyfus», «soggetto che», secondo i giudici, «non risulta essere stato sponsor della Fondazione». «Ancora più eloquente» sarebbe la vicenda dei voli e delle spese di soggiorno a Palma di Maiorca nell’estate 2021 per asseriti incontri con lo sponsor «Kuehne Nigel». L’indagato avrebbe autocertificato: «Io sottoscritto Alexander Pereira dichiaro di avere sostenuto le spese sottostanti per svolgere il mio lavoro come sovrintendente e direttore artistico del teatro», apponendo il timbro della fondazione e la propria firma. Ma per gli inquirenti Pereira a Palma si sarebbe semplicemente recato in ferie dal 28 luglio al 7 agosto 2021, con partenza da Nizza in barca con Nigel. C’è poi la questione del pagamento delle spese di affitto della sua villa a San Casciano Val di Pesa da parte di due fondazioni estere, la Sergio Mantegazza charitable con sede a Vaduz (Liechtenstein) e la zurighese Walter B. Kielholz. Nonostante le stesse non avessero rapporti diretti con la fondazione del Maggio, la prima aveva inserito nel bonifico bancario effettuato il 9 Febbraio 2022 a favore della società locatrice la causale «sponsorship Maggio musicale fiorentino pagamento affitto per conto di Mr. A. Pereira», la seconda, che ha pagato un’altra tranche per complessivi 59.975 dollari, aveva messo come pezza giustificativa «Maggio Musicale Fiorentino/A.Perre». Tutto ciò pur non essendo previsto che i costi di locazione dell’abitazione fossero a carico della fondazione.Ci sono poi le spese di trasloco dall’Austria in Toscana, inizialmente 20.700 euro. In principio la ditta aveva emesso fattura al Maggio, ma il direttore amministrativo si era rifiutato di pagare in quanto anche questa voce non era prevista nel contratto firmato nell’ottobre del 2019. E allora la ditta aveva presentato una seconda fattura da 24.800 euro, questa volta intestata direttamente a Pereira, il quale aveva vergato di proprio pugno sul documento contabile: «Si autorizza il rimborso».Anche per questo il Tribunale del riesame ha riconosciuto l’esistenza di concreti elementi di fatto, quantomeno indiziari, del reato di peculato. Anche se Pereira sostiene tutt’altro: quelle spese di rappresentanza, la sua vita da jet set, erano funzionali all’attrazione di ricchi investimenti.
Simona Marchini (Getty Images)