Approfittando del disimpegno Usa, inglesi e francesi mirano a sfruttare la leva militare per avere l’egemonia nel continente. I teutonici non intendono farsi scalzare. La Polonia, filoamericana, vuole il nucleare schierato.
Tusk plaude al riarmo del vicino, ma l’intesa con Merz arranca: la Germania considera prioritario l’asse con i francesi. Nel gruppo di Weimar si insinueranno Regno Unito e nordici. Con i mediterranei ai margini.
L’ammucchiata messa in piedi appositamente per tenere Afd fuori dalla stanza dei bottoni naufraga al primo voto sotto i colpi dei franchi tiratori. Friedrich Merz passa soltanto al secondo tentativo: non era mai successo, una macchia indelebile sul suo esecutivo. Weidel al contrattacco dopo il report degli 007: «Cancelliere screditato, torniamo alle urne».
Per la prima volta dal 1949 il capo dell’esecutivo tedesco non si fa eleggere al primo colpo. E finisce sotto il fuoco di 18 franchi tiratori (Spd al centro dei sospetti). Il via libera del pomeriggio, con 325 voti, non cancella l’onta subita. Giorgia Meloni: «Rilanciamo l’auto insieme».