2020-03-08
«Se uno si ammala, basta serie A»
Nell'ipotesi di un giocatore infetto, Gianluca Gravina non esclude la sospensione del campionato. Oggi si gioca a porte chiuse, bocciata l'idea di Vincenzo Spadafora: niente match in chiaro alla tv. Porte chiuse, palla al centro: il campionato di calcio riparte senza spettatori sugli spalti degli stadi, con i recuperi delle partite che non si sono giocate lo scorso weekend a causa del coronavirus. Stasera alle 20.45 a Torino, in uno Stadium deserto, Juventus e Inter si affrontano per una spettrale ma importantissima sfida scudetto. La Juve ha 60 punti, l'Inter 54 (ma con una partita in più da recuperare, contro la Sampdoria). La Lazio è prima in classifica con 62 punti ma ha giocato una gara in più della Juve e due più dell'Inter. All'andata a San Siro, lo scorso 6 ottobre, i bianconeri di Maurizio Sarri si imposero per 2-1 grazie alle reti di Dybala e Higuain, con Lautaro Martinez a segno per la formazione di Antonio Conte. «Non è semplice», ha detto ieri Conte a InterTv, in relazione alle porte chiuse e all'emergenza coronavirus, «è una situazione delicata, tutti abbiamo famiglie e quello che sta accadendo non può lasciarci indifferenti. Tutti stiamo cercando di affrontare questa situazione nel migliore dei modi. Detto questo», ha aggiunto il tecnico, «per noi è importante sapere il giorno della partita, avere un programma ben chiaro, perché da professionisti seri dobbiamo essere messi nelle condizioni di programmare e di poter preparare tutto con il giusto tempo. Dobbiamo cercare», ha aggiunto Conte, «di riportare i giusti valori di questo sport. Il calcio trasferisce sempre dei valori umani e sportivi e in un momento così delicato dobbiamo cercare di far sì che questo si verifichi con ancora più forza». Non solo Inter-Juve: oggi si giocano anche Parma-Spal (alle 12), Milan-Genoa e Sampdoria-Verona (alle 15), e Udinese-Fiorentina (alle 18). Domani, alle 18.30, Sassuolo-Brescia. Le decisione di far disputare le partite a porte chiuse è arrivata al termine di un estenuante balletto di decisioni, retromarce, polemiche, accuse e veleni incrociati, finché anche il mondo del calcio si è reso conto della gravità della situazione e ha messo da parte egoismi e interessi. Chi spingeva per il rinvio del campionato fino a quando l'emergenza sarà stata debellata - per non rinunciare agli incassi del botteghino - si è arreso anche perché i diritti tv sono infinitamente più cospicui. «È una situazione alla quale non siamo abituati», ha detto a Milan Channel l'allenatore rossonero, Stefano Pioli, «che però non può e non deve diventare una giustificazione. Siamo di fronte a una emergenza, dobbiamo mostrare di avere grande mentalità e concentrazione».Avanti quindi senza spettatori sugli spalti ma con le telecamere accese, per un campionato che resterà nella storia per quanto accaduto, ma che almeno, in questo modo, procederà regolarmente. Unico nodo ancora da sciogliere, la data del recupero di Inter-Sampdoria: fino ad ora non si è trovato uno spazio disponibile. Sul calcio incombe però un pericolo: cosa succederà se un giocatore dovesse risultare positivo al coronavirus? Su questo argomento ha parlato ieri il presidente della Figc, Gabriele Gravina: «Dobbiamo essere realisti», ha detto Gravina, «c'è anche questa possibilità, il rischio reale che qualcosa di questo tipo possa accadere esiste. Adotteremo in quelle circostanze tutti i provvedimenti necessari per garantire prima la tutela dei nostri atleti e poi capire che cosa si può fare e che impatto può avere sulla competizione sportiva». Inevitabile ipotizzare, se ciò si dovesse verificare, una sospensione del campionato. A chi gli ha prospettato questa possibilità, Gravina ha risposto così: «Non possiamo escludere nulla né possiamo azzardare ipotesi che oggi non riusciamo ancora a prevedere».Come di consueto, invece, è stata bocciata una proposta del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che stavolta aveva chiesto di trasmettere le partite di Serie A in chiaro. Un'idea propagandistica, impraticabile, e quindi bocciata dalla Lega di Serie A perché «il quadro normativo vigente, e gli obblighi contrattuali già assunti, non consentono di potervi aderire». La Lega Pro invece ha dato il via libera alla visione in chiaro delle partite di Serie C fino al 3 aprile sulla piattaforma di Eleven Sports. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ed Eleven Sports Italia hanno firmato un accordo che consentirà agli appassionati italiani di assistere gratuitamente e in diretta streaming alle partite di calcio delle 60 squadre di Serie C. La Rai, che trasmette in diretta televisiva le partite di Serie C del posticipo del lunedì sera, ha dato la sua piena disponibilità a tale operazione.
Jose Mourinho (Getty Images)