2018-11-02
Se la sinistra segnala testi sgraditi l’editore è costretto a modificarli
Nel 2017, un sussidiario pubblicato dal Capitello fu attaccato da attivisti e Pd perché parlava di clandestini. Dopo le contestazioni, i brani sotto attacco sono stati trasformati in un invito all'accoglienza dei migranti.La nostra campagna sui libri di testo politicamente distorti ha suscitato parecchi malumori a sinistra. Forse lo ricorderete: nei giorni scorsi ci ha scritto Riccardo Franco Levi, il presidente dell'Aie, l'Associazione italiana editori. Ci ha inviato una lettera in cui esprimeva «stupore e sconcerto» per la nostra iniziativa. «Noi, editori italiani, non possiamo accettare censure alla libertà di espressione», ha tuonato. Poi ha aggiunto: «La libertà di pensiero e il civile confronto sono alla base del dibattito democratico e della libera circolazione delle idee. Tutto ciò è incompatibile con lo stilare liste che mettono all'indice i libri, a maggior ragione se si tratta di testi dedicati al mondo della scuola e ai ragazzi». A Levi, tuttavia, è sfuggito un particolare. Noi non abbiamo «messo all'indice» proprio nessuno. Semplicemente, stiamo segnalando libri che contengono mistificazioni incredibili e perfino falsità clamorose. C'è, però, chi se l'è presa con volumi che di bugie non ne contenevano. Chi ha invocato la censura di testi semplicemente perché non li gradiva. La scorsa settimana abbiamo raccontato un caso emblematico. Nell'ottobre del 2017 gli attivisti pro migranti di Baobab segnalarono su Twitter un libro di testo scolastico. «Speravamo che fosse tutto finto, invece è vero. Questo è quello che si racconta su un sussidiario di quinta elementare. Qualcuno deve risponderne», scrissero. A stretto giro intervenne Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa nonché esponente del Partito democratico: «Questi libri sono stati adottati per formare i cittadini di domani all'intolleranza. Chi ha scelto questo testo?». La Nicolini si rivolse direttamente a Valeria Fedeli, allora ministro dell'Istruzione. Il libro incriminato era un sussidiario di quinta elementare chiamato Diventa protagonista e pubblicato dall'editore Il Capitello. In un piccolo passaggio del volume si trovava un passaggio dedicato all'immigrazione: «È aumentata la presenza di stranieri», si leggeva, «provenienti soprattutto dai Paesi asiatici e dal Nord Africa. Molti vengono accolti in centri di assistenza per i profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge. Nelle nostre città gli immigrati», proseguiva il testo, «vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile: per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti». Un brano molto semplice, però pieno di verità. In effetti, la maggioranza degli stranieri giunti in Italia in questi anni non sono «profughi», ma persone che non hanno diritto di stare qui. Anche se vengono espulse, poi, queste persone nella gran parte dei casi rimangono nel nostro Paese clandestinamente. Quanto all'integrazione, non si può dire che sia stata facile, anzi non è proprio avvenuta.Affermazioni vere, dunque. Eppure sgradite alla Nicolini, a quelli di Baobab e pure a Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, che definì il sussidiario «superficiale, ignorante, discriminatorio. Una vergogna». Il ministro Valeria Fedeli, di fronte a tanto sdegno, intervenne con rapidità: «L'educazione si fa con dati verificati, con contenuti oggettivi, con un linguaggio rispettoso», dichiarò. «Bisogna fornire alle studentesse e agli studenti strumenti oggettivi, analitici e approfonditi, diversamente si fa cattiva educazione. Il Miur ha un confronto aperto con l'Associazione degli editori (Aie) a cui trasferiremo le segnalazioni ricevute, affinché si attivi per le opportune verifiche».Ecco, ora vi raccontiamo come è andata a finire questa storia. Alessandro Castellano, direttore del gruppo editoriale Il Capitello, il 30 ottobre 2017 ha inviato una lettera a tutte le scuole che avevano adottato il sussidiario. Ha chiesto che gli alunni (e gli insegnanti e i genitori) gli inviassero suggerimenti su come modificare il passaggio contestato. Già: sommerso dalle polemiche, attaccato sui social network, bacchettato dal ministro, l'editore ha dovuto immediatamente correre ai ripari. «Come editori e autori del libro», si leggeva nella missiva, «sentiamo il dovere di rispondere e abbiamo offerto la nostra piena collaborazione, chiedendo a tutti i lettori del libro, insegnanti e studenti, suggerimenti e consigli per eventualmente riscrivere le frasi che hanno sollevato le critiche».In realtà, però, di suggerimenti al Capitello ne sono arrivati pochissimi. A suggerire (anzi, a dettare) le modifiche sono stati, per lo più, attivisti e intellettuali progressisti: gli avvocati dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione, quella finanziata pure da George Soros) e la scrittrice Paola Soriga. Genitori e alunni, a quanto pare, non si sono presi la briga di inviare proposte, probabilmente perché non si sentivano offesi dal sussidiario. Comunque sia, l'editore ha dovuto modificare il passaggio sui migranti: il riferimento ai clandestini è sparito. Di integrazione difficoltosa si parla ancora, ma si precisa che la colpa è degli italiani che nutrono «pregiudizi» nei confronti dei migranti.Nella nuova edizione del sussidiario, ora in commercio, il brano sull'immigrazione si presenta così: «Il numero di cittadini stranieri presenti sul nostro territorio è stabile da alcuni anni», spiega. «Sono tuttavia aumentati gli arrivi di profughi, persone in fuga da violenze e guerre, che fanno domanda di “asilo politico" in Italia. I richiedenti asilo, provenienti soprattutto dal Nord Africa, ma anche da Pakistan e Bangladesh, hanno diritto all'accoglienza, offerta loro in strutture di varia natura. Gli immigrati hanno spesso difficoltà a trovare un lavoro o una casa, a volte anche per pregiudizi nei loro confronti, che rischiano di compromettere l'integrazione tra popolazione straniera e locale». Ovvio: i migranti fuggono da guerre e carestie, nessuno è clandestino, l'accoglienza è un dovere, se l'integrazione è problematica è a causa degli italiani razzisti. Intendiamoci: comprendiamo le ragioni del gruppo Il Capitello. Con l'intellighenzia di sinistra non si deve scherzare. Si rischia il boicottaggio, si rischia di passare per pericolosi fascisti. Alla fine, ne va del lavoro di una intera casa editrice. Fare marcia indietro, insomma, era praticamente obbligatorio. Così funziona in Italia: se il censore rosso ti richiama all'ordine, devi obbedire. Se altri che rossi non sono segnalano errori, falsità e mistificazioni, te ne puoi allegramente fregare. Anzi, li puoi accusare di essere intolleranti, liberticidi e fascisti. Volete un esempio? È dal 2007 che i libri di Vittoria Calvani pubblicati da Mondadori Education suscitano polemiche (e persino interrogazioni parlamentari) per via dei capitoli sull'islam. Eppure nessuno si è sognato di toccarli, anzi, volume dopo volume le mistificazioni aumentano. Il presidente dell'Aie non si azzarda a richiamare all'ordine chi inserisce nei volumi rivolti ai bambini celebrazioni di Mimmo Lucano (il sindaco di Riace sotto inchiesta) o propina tirate sul gender e i diritti Lgbt. Il Capitello deve modificare il suo sussidiario, trasformando un passaggio forse semplicistico ma corrispondente al vero in un brano pieno di mezze verità e stereotipi buonisti. Tutti gli altri spacciatori di ideologia, invece, possono andare avanti tranquilli. Come diceva quello? Ah sì: «La menzogna diventa realtà e passa alla storia».
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