
La presidente di Fdi: «No a inciuci scarlatti: in caso di crisi solo elezioni. Vinceremo e governeremo con la Lega. Toti? Lo vedrò».«Vedo un grande rischio all'orizzonte, dopo le europee». Quale?In caso di crisi del governo, molto probabile, faranno di tutto per impedire il voto. Governicchi, maggioranze scarlatte, finti governi istituzionali. Mi aspetto qualsiasi cosa. La fantasia in questo Paese non manca, soprattutto quando si deve mascherare una sconfitta».Perché? «Perché la batosta del M5s è stata dura, non reversibile. Gli italiani la prova l'hanno fatta. E hanno anche disegnato, di fatto, la nuova maggioranza».Quale? «Lo chiami polo sovranista, asse di centrodestra, usi la parola che più le piace. Noi e la Lega, insieme, abbiamo il 40%. E cresciamo ancora. È un dato clamoroso, una forza con cui tecnicamente si possono vincere le elezioni».Bene, che succede, allora? «Noi abbiamo dimostrato che non c'è spazio per giochi di Palazzo. Non ci sono pasticci. Se cade questo governo c'è solo una possibilità: il voto. Le elezioni hanno reso evidente a tutti che c'è un popolo di centrodestra che chiede un governo coeso, solido, non conflittuale, formato sicuramente da Lega e Fratelli d'Italia».Perché proprio voi? «Perché le nostre due forze sono le uniche a crescere. Aumentiamo i nostri voti di più del 50% mentre la Lega cresce. Ecco perché diciamo di no a qualsiasi inciucio».Tecnicamente può esserci, e lei lo sa bene. «Di cosa parla? Di un governo 5 stelle-Pd?».In Aula avrebbe i voti... «Sarebbe una follia contro gli elettori, visto il conflitto tra i due partiti. Se lo formassero davvero sarebbe un suicidio».Incontro Giorgia Meloni nel suo ufficio di Montecitorio. Mi mostra grafici e tabelle che ha fatto preparare per capire il risultato di Fratelli d'Italia. C'è una serie di istogrammi con i dati assoluti regione per regione: «Guadagniamo in percentuale e in voti. Siamo al 6,5%. Cresciamo in tutta Italia, dalla Puglia al Veneto. Fino al giorno prima si chiedevano se avremmo superato il quorum!».Non la preoccupa la letterina della Commissione? «La Commissione che ci scrive è stata ampiamente sfiduciata dagli elettori europei, tanto che Ppe e Pse ora devono allargare a Verdi e Alde. Così l'europatto del Nazareno diventa un vero e proprio Frankenstein delle alleanze».Lei a Strasburgo fa parte della famiglia conservatrice. «Si, siamo la seconda delegazione, per grandezza, in una famiglia solida che cresce ovunque. Ma partiamo dal dato principale. Questa Commissione è stata sfiduciata, l'unica corrispondenza a cui si dovrebbero dedicare sono le lettere di scuse per i danni fatti».Il problema del debito esiste, non l'hanno inventato. «La risposta è semplice: autorizzare lo sforamento del deficit solo per investimenti. Deficit zero per spesa corrente, mentre deve essere possibile negli altri casi».Se ci fosse una crisi potrebbero chiedere anche a voi di fare la vostra parte in un governo antispread. (Sorriso). «Manco morti. L'ultima volta che lo hanno detto che c'era un'emergenza. Hanno imposto al Parlamento il decreto salva-Italia, e ancora ne facciamo le spese. Errare è umano...». Berlusconi ha sempre detto che può esistere una maggioranza di centrodestra, sommando un gruppo responsabile raccolto con lo... scouting. «I governi che reggono sui voti di chi cambia casacca non hanno tenuta, non hanno solidità e soprattutto non hanno né visione né coraggio, perché si reggono sull'interesse di chi vuole restare in parlamento».Meglio l'incognita del voto? «In questo caso non è un'incognita. Una maggioranza c'è, dalle elezioni uscirebbe un governo forte e coeso».A destra nasce il partito di Toti. «Eppur si muove! Sono contenta che Giovanni abbia deciso finalmente di organizzarsi. Penso ci vedremo presto».Si sente molto sicura di sé? «Fier del lavoro che abbiamo fatto. Di aver dimostrato che la coerenza paga. Di un progetto politico cucito con ago e filo».Mi faccia un esempio. «La Puglia, dove Raffale Fitto ci ha portato esperienza, cultura politica, caratura istituzionale. La nostra attenzione al mondo del lavoro e ai produttori ci ha portato a dialogare con mondi dell'imprenditoria che hanno bisogno di risposte concrete, e che in questo governo non le trovano. ».Però non avete vinto le elezioni a livello europeo. «Nelle tre grandi capitali europee - Londra, Parigi e Roma -il voto ha affermato un senso comune, una volontà di cambiamento radicale».Siete una forza estrema? «Più che cose estreme, in questa campagna elettorale abbiamo detto cose banali. Del tipo: quanti sono i clandestini che volete portare in Italia? Noi difendiamo la famiglia, ci chiediamo come impedire che nessuno faccia più figli. E a questo governo ricordiamo che non hanno mai affrontato veramente il tema del sostegno alla natalità».Di Maio in campagna elettorale ha annunciato 1 miliardo di spesa sociale sulla famiglia. «Ah ah ah. Sì, il famoso miliardo che poi non hanno più messo. A Roma però avevano bocciato tutte le nostre proposte. Se vuoi sostenere la natalità devi fare cose ben precise».Ovvero? «Noi abbiamo preparato un pacchetto che contiene i Care giver, il reddito di infanzia, gli asili gratuiti. Gli incentivi diretti. Loro non hanno fatto nulla».Anche lei come Salvini vuole sforare? «La domanda, come le ho spiegato prima, è mal posta. È questa Europa che adotta ancora due pesi e due misure. La Francia di Macron ha sforato senza colpo ferire. La Germania continua a violare la regola del surplus commerciale. Dove sono le lettere?».E con Berlusconi? «Io ho grande rispetto per Berlusconi, credo che anche questa volta abbia fatto la differenza, perché senza di lui non so cosa sarebbe rimasto di Forza Italia. È un partito che senza il Cavaliere non ha nessuna identità. Un partito dove c'è chi come Toti vuole stare a destra, e chi, come Tajani, vuole stare con Juncker e ci considera nemici».E chi prevale? «Non lo so: temo che Berlusconi non riesca a trovare una quadra tra queste due anime, semplicemente perché non si può trovare. Molti elettori azzurri hanno già scelto il voto utile per Fratelli d'Italia».Avete intercettato il popolo del Family day? «Io ho parlato al congresso di Verona per dire quello che penso, non per un tornaconto elettorale. So che è una battaglia scomoda. Impopolare. Costa insulti. Però le battaglie non si fanno per utilità, ma perché si ritengono giuste».E se la crisi che lei immagina non si realizza? «Questione di tempo. Siamo pronti a fare la nostra parte per dare al Paese un governo».
Ornella Vanoni. (Milano, 22 settembre 1934 - 21 novembre 2025) (Getty Images)
La cantante e attrice si è spenta nella sua abitazione milanese a 91 anni. Dal teatro con Strehler alla canzone romantica con Gino Paoli, la sua voce dal timbro inconfondibile ha attraversato la storia della canzone italiana collaborando con tutti i grandi, da Modugno a Dalla a Eros Ramazzotti. Da Lucio Battisti fino a Carmen Consoli.
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Se n'è andata nella sua Milano, quartiere Brera, a pochi passi dal teatro che porta il nome del suo grande maestro (e amore) Giorgio Strehler. Con lui arrivò nel dopoguerra il successo per Ornella Vanoni, figlia di industriale farmaceutico, diplomata all'Accademia di Arte Drammatica dove insegnava proprio il grande regista e autore triestino. Milano come protagonista del primo repertorio con le canzoni della «mala» (Ma mi, Senti come vosa la sirena e tante altre). Pupilla di Nanni Ricordi, dalla fine degli anni Cinquanta sarà interprete della canzone romantica anche grazie al legame sentimentale con Gino Paoli. Indimenticabili le interpretazioni di »Me in tutto il mondo», «Senza fine», «Il cielo in una stanza». Il sodalizio continuerà anche dopo la fine della relazione che si tradurrà in duetti di successo. Protagonista del Festival di Sanremo in otto edizioni dal 1965 al 2018, ha vinto per due volte il premio Tenco. Nel 1981, quando fu la prima donna a conquistare il prestigioso riconoscimento e nel 2022 quando le è stato conferito il Premio Speciale Tenco. Presenza costante della televisione italiana, è stata ospite fissa di diverse trasmissioni popolari, l'ultima in ordine cronologico «Che tempo che fa». Ha avuto un figlio, Cristiano, dal matrimonio con Lucio Ardenzi, scomparso nel 2002.
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La famiglia della casa nel bosco (Ansa). Nel riquadro, i genitori dei bambini
L’uomo smentisce la Procura: «Stanno con i bimbi dei nostri amici, socializzano eccome. Vogliamo poter scegliere ciò che fa per noi».
Le accuse che gli muovono sono pesantissime. «In considerazione delle gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli all’integrità fisica e psichica, all’assistenza materiale e morale, alla vita di relazione e alla riservatezza, i genitori vanno sospesi dalla responsabilità genitoriale», si legge nelle carte del tribunale dell’Aquila. «È inoltre necessario ordinare l’allontanamento dei minori dall’abitazione familiare, in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge». Nathan Trevallion e sua moglie Catherine sono ritenuti dall’istituzione giudiziaria cattivi genitori, tanto che i loro tre bambini gli sono stati tolti e portati in una casa famiglia, dove la mamma li ha potuti raggiungere e il padre li ha potuti incontrare per qualche minuto ieri. Scrive ancora il tribunale che è «confermato il provvedimento di affidamento esclusivo al servizio sociale adottato in fase cautelare. Il servizio sociale è inoltre incaricato di disciplinare la frequentazione tra genitori e figli, con modalità idonee a prevenire il rischio di sottrazione».
Donald Trump e Volodymyr Zelensky (Getty)
Donald Trump: «Accettate il piano o basta armi». Il leader ucraino, al bivio, apre di malavoglia alla proposta: «Dobbiamo scegliere tra il perdere la dignità o un alleato strategico». Fra le condizioni, anche elezioni entro 100 giorni e niente ingresso nella Nato.
Ha ormai preso forma il piano di pace elaborato dalla Casa Bianca per portare a conclusione la guerra in Ucraina. Secondo una bozza pubblicata da Reuters, il progetto, in 28 punti, prevedrebbe varie componenti. L’Ucraina riceverà «solide garanzie di sicurezza», ma dovrà impegnarsi a non aderire alla Nato e a ridurre le sue forze armate. Per quanto riguarda i territori, nel testo si legge che «la Crimea, Luhansk e Donetsk saranno riconosciute di fatto come russe, anche dagli Stati Uniti», mentre «Kherson e Zaporizhzhia saranno congelate sulla linea di contatto». «La Russia rinuncerà agli altri territori concordati sotto il suo controllo al di fuori delle cinque regioni», si legge ancora. Per quanto invece concerne le aree del Donbass da cui si ritireranno le forze di Kiev, esse saranno considerate «una zona cuscinetto demilitarizzata neutrale, riconosciuta a livello internazionale come territorio appartenente alla Federazione russa».
Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e Keir Starmer (Ansa)
Berlino, Londra e Parigi sondano un’alternativa. Roma scettica. E Zelensky gela Bruxelles: «La proposta Usa diventi congiunta».















