2019-08-21
Se Bibbiano e Bibbona sono unite nella lotta alle elezioni
Dopo anni di insulti, fra dem e pentastellati è scoppiato l'amore. Non sarà eterno, ma può arrivare alla fine della legislatura.C'è il partito di Bibbiano e poi c'è il partito di Bibbona. Il primo rimproverava al secondo di essere una setta, dove non vige democrazia e le decisioni sono prese da un comico e da una piattaforma online le cui regole sono custodite da un'oscura associazione privata. Il secondo invece accusava il primo di rubare i bambini ai genitori, di rappresentare i poteri marci, di difendere le banche e non i risparmiatori, di aver gestito Roma con Mafia capitale e di essere il partito preferito dalla camorra. Insomma, se ne sono dette di tutti i colori, non perdendo occasione per dimostrare agli italiani quanto il partito di Bibbiano e quello di Bibbona fossero divisi e distanti.Ma poi, un bel giorno, il partito di Bibbiano e quello di Bibbona scoprirono di essere diversi solo per poche vocali, ma, soprattutto, di essere accomunati da una identica paura fottuta del voto. Già, dopo essersi scambiati negli ultimi anni vagonate di insulti, Bibbiano e Bibbona si sono resi conto di essere distanti poche centinaia di chilometri e di avere molte cose in comune. Tutti e due all'improvviso hanno capito di nutrire un amore profondo per l'Europa e ancor più per colei che la rappresenta, tale Ursula von der Leyen. Di essere animati da un identico senso di giustizia. Se prima quello di Bibbona sosteneva che il partito di Bibbiano «era il punto di riferimento del crimine» (Alessandro Di Battista, cfr) e uno dei suoi più illustri esponenti, un certo Matteo Renzi, «era credibile come un mafioso» (idem, cfr), ora invece il partito di Bibbona pensa che insieme con il partito di Bibbiano si possano scrivere regole comuni contro la corruzione e la criminalità, ponendo fine alla prescrizione, ossia alla scorciatoia con cui i furfanti cercano di farla franca.Se prima gli esponenti del partito di Bibbona con quelli di Bibbiano non «volevano averci niente a che fare» (Luigi Di Maio, cfr), «escludendo categoricamente qualsiasi alleanza, in quanto impresentabili per loro stessa natura (idem, cfr), più recentemente quelli di Bibbona hanno preso a ben volere quegli altri di Bibbiano, al punto di pensare a fidanzarsi e financo sposarsi.Un colpo di fulmine che nessuno aveva previsto e neppure lontanamente immaginato. Anche perché, fino a pochi mesi prima, al posto dell'amore c'era solo odio. Per i rappresentanti più illustri del partito di Bibbiano, il capo era solo il numero uno «degli impresentabili» (Matteo Renzi a proposito di Luigi Di Maio, cfr) e un «prestanome complice di una possibile sottrazione di patrimonio all'Erario» (idem, cfr). Concetti ribaditi anche in una lettera ai militanti, in cui si spiegava che il partito di Bibbiano non poteva prendere ordini «da un partito fondato da un pregiudicato che ha qualche problema di troppo con l'evasione fiscale (Matteo Renzi in risposta a Beppe Grillo, cfr). Le invettive non riguardavano però solo il capo comico, ma anche quello politico, e anche uno parco di parole e forse di idee alla fine non risparmiava gli insulti, dicendo che non solo Luigi Di Maio «stava distruggendo l'Italia» (Nicola Zingaretti, cfr), ma che era pure uno «sciacallo in cerca di voti» (idem, cfr). Quanto si è trattato di randellare il partito di Bibbona, neppure le signorine si sono tirate indietro. «Quel gran genio di Di Maio ha raddoppiato le clausole di salvaguardia» (Maria Elena Boschi, cfr), mentre Alessandro Di Battista «dimostra che il fascista in casa sua non è solo il padre» (idem, cfr).Ma poi, quando meno ce lo si sarebbe aspettato, dopo i fuochi d'artificio e di insulti, fra Bibbiano e Bibbona è scoppiata la pace. Anzi, la passione. I due partiti, divisi da sole poche vocali, hanno all'improvviso scoperto di avere la stessa preoccupazione per l'Iva, al punto da non dormire la notte a causa del rovello di un prossimo aumento della tassa. Dopo aver teorizzato entrambi un deficit al 3 per cento, cioè fuori dalle rigide norme europee, il partito di Bibbiano e quello di Bibbona si sono svegliati con il patema dei conti pubblici da preservare. C'è da salvare il denaro degli italiani, hanno detto all'unisono. Così, travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, Bibbiano e Bibbona hanno preso a flirtare, promettendosi, se non amore eterno, per lo meno un amore lungo fino alla fine della legislatura. Perché Bibbiano e Bibbona, al di là delle antiche divisioni, sono piuttosto simili ed entrambi covano una segreta allergia nei confronti di quelle disdicevoli abitudini chiamate elezioni. B&B insieme possono fare grandi cose. Se poi si aggiungesse anche un terzo B, quello che per anni Bibbiano e Bibbona hanno detestato, considerandolo il peggio del peggio, sarebbe perfetto. Per lo meno per un Paese da serie B.
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