2024-03-06
Scure della Cassazione sul ricalcolo dei mutui
Le Sezioni unite potrebbero obbligare le banche a rimborsare i contratti in corso e quelli terminati dopo il 2014. Le condizioni del pagamento dei tassi di interesse non sarebbero trasparenti. Ma un vizio di forma rischia di bloccare il procedimento civile.Le banche dovranno riformulare o rimborsare i mutui sottoscritti dai propri clienti nel caso in cui la Cassazione a Sezioni Unite dovesse decidere che l’ammortamento alla francese non rispetta il criterio della trasparenza. Decisione che costerebbe svariati milioni di euro agli istituti di credito, dato che dovranno restituire la differenza tra il tasso applicato e il tasto previsto dai buoni ordinari del Tesoro tra il 2005 e il 2008, e il rimborso potrà essere richiesto sia da chi ha in corso un contratto di mutuo sia da chi ha finito di pagare entro dicembre 2014. Questo perché la prescrizione del diritto è di 10 anni e comincia a decorrere dal pagamento dell’ultima rata. La Cassazione a Sezioni Unite deve dunque andare capire se, quando un istituto di credito propone un mutuo alla francese, i clienti vengono informati in modo corretto, sia della natura stessa del contratto, sia delle alternative possibili, come ad esempio il mutuo all’italiana. Nell’ammortamento alla francese il pagamento mensile rimane lo stesso per tutta la durata del prestito. Tuttavia, la parte degli interessi diminuisce nel tempo, mentre il capitale da rimborsare aumenta. Quindi, all’inizio si pagano più interessi e meno capitale, mentre verso la fine si pagano meno interessi e più capitale. Questa dinamica è molto favorevole per le banche, dato che l’interesse prodotto in ogni periodo si somma al capitale che produce a sua volta interessi. Il risultato è: maggiore guadagno per la banca. Nel caso del «mutuo all’italiana» la situazione risulta essere, invece, maggiormente bilanciata tra la percentuale dei tassi di interesse e il capitale e dunque è meno proficua per le banche. Gli istituti di credito durante l’udienza delle Sezioni Unite si sono difesi sostenendo che il principio di trasparenza è rispettato, dato che ai clienti viene consegnato il piano di ammortamento. La questione non è però così semplice visto che il tribunale di Salerno il 19 luglio 2023 ha rinviato alla Cassazione un caso di contestazione sull’ammortamento alla francese, perché ha notato che alcune banche non avevano specificato nel contratto di mutuo come avveniva il pagamento del prestito e il calcolo degli interessi, violando così le regole sulla trasparenza previste dal Testo unico bancario. L’articolo 117, al comma 4, prevede infatti che «i contratti indicano il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora». Le Sezioni Unite dovranno dunque stabilire una regola univoca partendo dal presupposto che le banche devono informare i clienti su tutti i costi e le condizioni del prestito, dato che è fondamentale che il sottoscrittore del mutuo capisca bene le informazioni, visto che diversi modi di calcolare gli interessi possono influenzare il costo totale del denaro che si prende in prestito. Si tratta di una sentenza molto importante perché la quasi totalità dei mutui sono sottoscritti alla francese e dunque, una risoluzione a favore dei contribuenti graverebbe pesantemente sul settore bancario. La decisione della Cassazione a Sezioni Unite potrebbe però essere minata da una questione preliminare alquanto particolare. Il giudice di Salerno si è dimenticato di avvisare le parti in causa di aver inviato il caso alla Cassazione. Questa dimenticanza potrebbe compromettere l’intero procedimento visto che lo stesso procuratore ha chiesto l’inammissibilità del caso. Spetta dunque alle Sezioni Uniti decidere se superare questa questione, e far chiarezza su un tema particolarmente impattante nelle vite degli italiani, o dichiarare inammissibile la richiesta e far decadere l’intera procedura. «La questione è talmente sottile che anche una virgola potrebbe spostare gli equilibri a favore di una parte o l’altra dei contendenti. Resta il fatto che a nostro avviso i contratti bancari, nonostante coinvolgano aspetti fondamentali della vita di tutti noi, contengono ancora dei coni d’ombra sui quali le Sezioni Unite sono state chiamate a fare luce. Ci auguriamo che anche nel solco delle ultime sentenze della Cassazione e della Corte di Giustizia, le Sezioni Unite continuino in questo processo di tutela e trasparenza dei diritti dei consumatori», dichiara l’avvocato Pietro Frisiani dello studio legale Frisiani. Ricordiamo che sulla questione Euribor, a seguito della decisione dell’Antitrust europeo che ha multato diverse banche perché colpevoli di aver manipolato tramite un accordo interno l’Euribor, nel dicembre 2023 la Cassazione ha stabilito che possono chiedere la restituzione degli interessi versati in esubero chi ha contratto un mutuo prima del 2005, chi lo sta ancora pagando o chi ha finito, al massimo entro dicembre 2014. Il tutto indipendentemente se la banca che ha concesso il mutuo abbia partecipato o meno all’accordo fraudolento. Con la sentenza sull’estinzione anticipata, la Corte di giustizia europea ha invece stabilito che in caso di estinzione anticipata del mutuo la banca deve rimborsare gli interessi. Restano esclusi i costi fissi.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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