2020-04-07
Scuola, sì al decreto promozione. Tutti all’anno dopo e maturità orale
Nessun esame di terza media ma una tesina. Voti in base all'impegno dimostrato anche nei mesi di didattica a distanza, che è fallita. Il ministro Lucia Azzolina: «Non escludo l'impossibilità di rientrare in classe a settembre».Tutti promossi, tranne il ministro per la Pubblica istruzione. Ieri il Consiglio dei ministri ha varato il decreto scuola, e sul ministro Lucia Azzolina si è immediatamente scatenata la bufera. Il decreto prevede sostanzialmente due scenari alternativi: uno in caso di ritorno in aula entro il prossimo 18 maggio, l'altro se invece gli istituti scolastici resteranno chiusi anche oltre quella data. Nel primo caso, ovvero se gli studenti italiani entro il prossimo 18 maggio torneranno in classe, per gli esami di maturità ci sarà una prova nazionale di italiano, mentre la seconda prova sarà preparata dalla commissione interna. Se invece non si tornasse a scuola, ipotesi purtroppo più probabile, i circa 500.000 maturandi dovranno affrontare un'unica prova orale, anche in via telematica, con una commissione tutta interna. Nell'ipotesi in cui non si tornerà in aula entro il termine previsto, non ci sarà l'esame di terza media, ma gli studenti saranno solo valutati dai docenti, e dovranno semplicemente produrre una tesina. Infine, tutti gli studenti saranno promossi, ma gli eventuali crediti andranno recuperati nel prossimo anno scolastico. Via libera dal Consiglio dei ministri anche alle assunzioni chieste dal ministero dell'Istruzione per recuperare parte dei posti liberati l'estate scorsa dall'entrata in vigore di quota 100. Si tratta di 4.500 posti che andranno ad altrettanti insegnanti, vincitori di concorso o presenti nelle graduatorie ad esaurimentoLa decisione di promuovere tutti ha scatenato le sacrosante proteste degli studenti più meritevoli, che sui social network stanno protestando in coro contro la decisione della Azzolina che premia anche chi non ha dimostrato, attraverso il sudore e l'impegno, di avere le carte in regola per poter accedere all'anno successivo. In realtà, secondo molti addetti ai lavori, la decisione di promuovere tutti è una sorta di resa senza condizioni, in quanto qualunque studente dovesse essere bocciato oppure non ammesso all'esame di maturità farebbe ricorso al Tar, e lo vincerebbe. La Verità ha sentito i pareri di docenti che hanno approfondito molto la questione, e l'impressione che ne viene fuori è che la Azzolina ha dovuto promuovere tutti perché in realtà la didattica a distanza, che tra l'altro il Ministro prevede possa essere utilizzata anche il prossimo anno in caso di necessità, fa acqua da tutte le parti, e non reggerebbe mai e poi mai alla valutazione di un tribunale. La casistica è variegata quanto interessante. Se, per esempio, un prof decidesse di assegnare un compito scritto con consegna entro 1 o 2 ore, come se fosse una verifica in classe, lo studente potrebbe facilmente trovarne la soluzione, sul web, o facendosi aiutare da compagni e genitori. Se pure dovesse tenere accesa la webcam e il microfono, potrebbe simulare un problema tecnico. E il prof non avrebbe gli strumenti per negarlo.Se, ancora, lo studente non consegnasse il compito, potrebbe motivare la mancata o ritardata consegna sempre ricorrendo a un problema tecnico e ancora una volta il prof non potrebbe dimostrare che così non è stato. La stessa cosa riguarderebbe l'orale: come dimostrare che l'interrogazione sia stata o meno sufficiente? Con una registrazione? E la privacy? In caso di contenzioso, quale giudice potrebbe mai accettare una registrazione come prova per validare la valutazione di un docente? Il fatto è che non c'è nessuno strumento che possa normare la valutazione di una prova a distanza. Questo decreto, che si contraddice in termini, ne è la prova. Se si potesse valutare a distanza, non si sarebbero dovuti ammettere all'anno successivo tutti i ragazzi, eliminando per quest'anno bocciature e rimandi. Si ammettono tutti perché anche in caso di un'insufficienza anche in una sola materia, chiunque intentasse un ricorso lo vincerebbe. Gli unici voti che valgono sono, sulla carta, quelli del primo quadrimestre. E neanche se fossero insufficienti si potrebbe bocciare uno studente, che, se avesse potuto concludere il secondo quadrimestre, avrebbe forse recuperato. La didattica a distanza, inoltre, prevede per definizione che ogni studente abbia un computer o un tablet per poter seguire le lezioni, cosa per nulla scontata. Non solo: una famiglia con quattro figli tutti studenti dovrebbe avere quattro dispositivi a disposizione. La Azzolina altro non ha fatto che prendere atto del fallimento della scuola a distanza, e ha deciso di promuovere tutti per evitare guai.Non c'è solo la promozione di massa a rappresentare un grave vulnus per la democrazia. Con la scusa dell'emergenza coronavirus, infatti, le elezioni regionali previste per questa primavera slitteranno in autunno, probabilmente a ottobre, ma non manca chi prevede addirittura un rinvio alla primavera del 2021. Le regioni interessare sono Liguria, Veneto, Marche, Toscana, Campania e Puglia. Anche centinaia di elezioni comunali slitteranno. In tutto ciò, fa discutere l'annuncio di Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd e presidente della Regione Lazio: «Stiamo valutando», ha detto Zingaretti su Facebook, «per il prossimo anno nel Lazio di rendere obbligatorio il vaccino contro l'influenza a tutti gli over 65, a chi lavora nella sanità e in altre categorie di lavoro più esposte e di attività essenziali. Pensiamo a un totale di circa 2,5 milioni di persone. Se una parte importante della popolazione sarà vaccinata contro la comune influenza, i medici potranno riconoscere i sintomi del Covid in maniera più tempestiva per fermare la diffusione». Un altro obbligo giustificato dall'emergenza.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco