2020-08-23
Scuola nel caos, fuoco amico sulla Azzolina
Settembre si avvicina ma la riapertura rimane incerta. Cresce il timore tra presidi e genitori. Il dem Vincenzo De Luca si infuria e chiede la misurazione della febbre in ogni istituto. L'ex ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli (Pd), attacca la grillina: «Parole da irresponsabile».I nomi delle ditte fornitrici di banchi e le loro nazionalità restano segreti. Domenico Arcuri continua a nascondere i dettagli sugli 11 contratti per l'acquisto dei nuovi arredi.Lo speciale comprende due articoli. Dopo il vademecum, l'help desk dedicato. Spaziando dal latino all'inglese, il nostro ministro dell'Istruzione si affanna a fornire pezze per rimediare ai protocolli sbrindellati che dovrebbero garantire la ripartenza scolastica il prossimo 14 settembre. Due giorni fa è stata pubblicata la guida redatta assieme all'Istituto superiore della sanità, con indicazioni che hanno tolto definitivamente il sonno ai presidi, ieri è stato annunciato il servizio di supporto su questioni e problematiche articolate «dedicato interamente alla ripresa», annuncia il Miur. Tutti gli istituti potranno rivolgersi all'help desk da lunedì 24 agosto «in caso di dubbi e quesiti», ma solo dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, l'orario continuato era chiedere troppo. Il ministero fa sapere che «non ha mai lasciato sola la scuola e continuerà a supportarla in un'ottica di grande comunità al servizio delle studentesse e degli studenti» e che nelle prossime settimane «anche dopo l'avvio delle lezioni proseguirà incessante il lavoro per la scuola, pilastro del Paese, e per il diritto allo studio delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi». La solita retorica, mentre la realtà ci continua a mostrare ritardi, confusioni, mancanze di coordinamento e linee guide contraddittorie che rendono sempre più incerta la ripartenza. Come già facevamo notare ieri, il vademecum dell'Iss non pone certezze sulla riapertura della scuola, scrive che è «attualmente prevista nel mese di settembre 2020» e che è impossibile una «realistica valutazione della trasmissione» del coronavirus nelle nostre scuole. All'Istruzione navigano a braccio, nemmeno gli esperti del Cts riescono a fornire indicazioni chiare, il risultato è una confusione crescente e la paura, per genitori, docenti, presidi, che nessuna lezione partirà in sicurezza. Se n'è reso conto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ritiene «irrealistica la previsione nazionale del monitoraggio effettuato a casa» della temperatura corporea, per questo sta verificando con l'Unità di crisi di prevedere il controllo «all'interno degli stessi istituti». De Luca corre ai ripari, «un alunno con febbre potrebbe avere un effetto a catena difficilmente gestibile», non si fida delle indicazioni operative fornite dal gruppo di lavoro Iss, ministeri dell'Istruzione e della Salute assieme all'Inail, quando scrivono che «è necessario prevedere il coinvolgimento delle famiglie nell'effettuare il controllo» ogni giorno, prima che il bambino si rechi al servizio educativo dell'infanzia o a scuola. E se i genitori non lo fanno perché sono indaffarati, distratti, o non ne comprendono la necessità quotidiana? Per questo il presidente della Regione Campania fa sapere di aver avuto «un colloquio con il commissario Arcuri relativo all'obiettivo di poter arrivare a breve, con le dotazioni necessarie, fino a 10.000 tamponi al giorno». Manca poco più di una settimana all'inizio del recupero degli apprendimenti in molte scuole italiane, la preoccupazione è che il primo settembre risulti un banco di prova disastroso a pochi giorni dalla riapertura ufficiale. Lucia Azzolina alterna annunci rassicuranti: «L'apertura non è a rischio, è una priorità assoluta. Distribuiremo 11 milioni di mascherine al giorno» e promesse: «Faremo tamponi alla velocità della luce», ad accuse di essere fraintesa o addirittura boicottata. Come ha fatto due giorni fa, incolpando i sindacati di mettere «in atto un sabotaggio» e provocando, con le sue affermazioni, l'ennesimo clamore inutile nel già immenso caos scuola. Perfino la senatrice dem ed ex ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, sulle pagine del Fatto Quotidiano ha giudicato «da irresponsabile» le parole dell'Azzolina, criticando anche l'operato dell'alleata di governo. «Lucia Azzolina ha preso in mano tardi le questioni più importanti. Ha lavorato per inimicarsi tutti», ha dichiarato la Fedeli, sostenendo che «purtroppo la ministra ascolta solo poche persone». Tre righe più sotto è stata ancora più dura: «Ha fatto tutto da sola. Azzolina non parla con nessuno», asserisce l'ex sindacalista, convinta che «bisognava avere in testa cosa vuol dire aprire le scuole in condizioni di sicurezza». Sulla questione scuola ieri è intervenuto nuovamente anche il leader della Lega, Matteo Salvini affermando: «Ho due figli e voglio sapere dal governo a che ora entrano, a che ora escono, con quanti compagni di classe, con quali maestri, dove mangiano, dove fanno sport, perché i banchi con le rotelle non sono una soluzione». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scuola-nel-caos-fuoco-amico-sulla-azzolina-2647061340.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-nomi-delle-ditte-fornitrici-di-banchi-e-le-loro-nazionalita-restano-segreti" data-post-id="2647061340" data-published-at="1598127748" data-use-pagination="False"> I nomi delle ditte fornitrici di banchi e le loro nazionalità restano segreti Fuori i nomi. La sera del 12 agosto il Commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri, ha diffuso un comunicato annunciando come «definiti» ben 11 contratti di affidamento ad aziende e raggruppamenti di imprese per la fornitura dei 2,4 milioni di banchi monoposto, sia tradizionali che con sedute innovative (ovvero con le ruote). Zero nomi, zero informazioni su chi fornirà il lotto A per i banchi e sedie monoposto e chi il lotto B per i banchi con le ruote, zero dettagli su quanti banchi verranno prodotti all'estero e quanti nel nostro Paese. Il comunicato di Arcuri si limitava a riportare che sono «per la maggior parte italiane». Indiscrezioni di stampa riferiscono di sette imprese tricolori e quattro straniere appartenenti alla Ue. Non si è però capito se gli 11 contratti «definiti» sono stati anche firmati. A chiedere i nomi sono stati subito gli operatori del settore riuniti in Assufficio mettendo persino in dubbio la validità del bando visto il cambio in corsa della data di consegna di una parte non ben quantificata di arredi, slittata dal 12 settembre ai primi giorni di ottobre. L'associazione che fa capo a FederlegnoArredo (Confindustria) è riuscita ad aggregare tutti i suoi associati produttori di arredi scolastici in un'unica grande Ati (associazione temporanea di imprese) in modo da presentare un'offerta. Ma quali sono le altre aziende in campo? Perché tutto questo mistero attorno a un appalto pubblico in cui non c'è niente da nascondere? Perché non fornire l'elenco della squadra di 11 fornitori con cui sono stati «definiti» i contratti? I contratti sono stati chiusi o si stanno ancora negoziando le condizioni a poche settimane dalla riapertura delle scuole? I singoli appalti sono stati preceduti dalla fase tecnica chiamata «dialogo competitivo», in cui l'appaltante si mette seduto con i possibili fornitori e cerca di scrivere il testo nel miglior modo possibile? La parte dell'appalto che prevede le sedie con le ruote prevede le norme Uni che le consentono per i minorenni? Chissà. Eppure anche nell'intervista rilasciata ieri a La Stampa, Arcuri continua a parlare di tutto tranne delle 11 imprese. «Stiamo facendo di tutto per essere pronti alla scadenza del 14 settembre», a oggi «noi siamo pronti per distribuire 11 milioni di mascherine al giorno e 170.000 litri di gel igienizzante la settimana nelle scuole. Lunedì comincerà il test sierologico gratuito per tutto il personale docente e non docente, a cura dei medici di base», ha detto. Assicurando che tra poco «partirà la distribuzione dei nuovi banchi» spiega. Non si è partiti prima perché «bisognava fare la gara». Ok, ma chi fornirà i banchi rotanti? «Sono tutte aziende italiane o dell'Unione europea. Sempre a proposito di polemiche inutili, nessun banco cinese». Stop. Manco fosse un segreto di Stato. Intanto qualcuno che parla, però, c'è. Come Stefano Ghidini, titolare della C2 Group, una delle principali imprese sul mercato che forniscono gli ormai famosi banchi con le rotelle mostrati in foto dal ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina durante la conferenza stampa con il premier Conte. Sentito da Il Giornale, nei giorni scorsi, Ghidini ha detto senza mezzi termini che «le condizioni del bando di gara per banchi e sedute innovative emanato dal commissario Arcuri erano impossibili da soddisfare, prevedevano la consegna entro fine agosto, con penali pesantissime». Per questo la sua azienda, come altre, non ha partecipato. Poi, la scadenza del bando gara è scomparsa e dopo l'aggiudicazione - i cui documenti non sono mai stati pubblicati sul sito del commissario - Arcuri ha fatto sapere che i banchi saranno consegnati a partire dai primi giorni di settembre e fino al mese di ottobre. Ma dei nomi di chi fornirà i banchi rotanti, nemmeno l'ombra.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti