2021-05-09
Scissionisti della Superlega al contrattacco
Sanzioni miti per i club rientrati nei ranghi, mentre la Uefa minaccia Juve, Real e Barça di squalifica biennale dalle coppe. Le tre «rivoltose», guidate da Florentino Perez, non mollano: «Basta minacce, pronti a fare causa». Il nodo è un accordo sui soldi. Non è sempre vero che due eserciti schierati siano il preludio a morti e feriti. Alle volte il campo di battaglia è il paravento che nasconde i negoziati, condotti in gran segreto nelle tende degli accampamenti dai generali. Prendiamo il pasticcio Superlega. Lo scenario fornisce gustose informazioni di superficie: 9 società su 12 si sono sfilate dal progetto dopo aver formalmente aderito a esso, cospargendosi il capo di cenere, ottenendo il perdono dell'Uefa e una sanzione. Le tre società fondatrici della Superlega - il Real Madrid del gran macchinatore Florentino Perez, la Juventus e il Barcellona - in una lettera congiunta minacciano di causa le 9 società fuoriuscite, avendo esse, di fatto, violato gli accordi di costituzione del campionato per club ricchi. E ancora. Le tre squadre fondatrici della Superlega, se non rientrano a loro volta nei ranghi, rischiano due anni di squalifica dalle coppe europee. Raccontata così, sembra l'inizio di un kolossal dove i protagonisti se le suonano di santa ragione. Ma gli archibugi potrebbero essere caricati a salve, e l'immaginario belluino soppiantato dall'arte del compromesso. In parole povere: ognuno tira l'acqua al suo mulino, nessuno (forse) ha intenzione di far saltare il banco. Da un lato ci sono Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Tottenham, Milan, Inter e Atletico Madrid. Dopo aver mercanteggiato con Ceferin e soci, hanno accettato di rientrare nei ranghi Uefa, pagando complessivamente 15 milioni di euro - destinati a opere di beneficenza - e rinunciando al 5% dei loro introiti europei per una stagione. Dall'altro c'è Florentino Perez, che nella Superlega ha creduto ed è ancora convinto sia un'idea destinata a entrare in porto. Il quotidiano spagnolo Marca ha svelato ieri il contenuto di una lettera congiunta di Real Madrid, Barcellona e Juve, indirizzata a 7 delle 9 società che hanno voltato loro le spalle (Milan e Inter non sono inserite perché, al momento della stesura, il 6 maggio, non avevano ancora ufficializzato il loro ritorno nell'Uefa, ndr). L'intento rissoso c'è: «I club fondatori hanno ricevuto, e continuano a ricevere, inaccettabili pressioni, minacce e offese da terze parti al fine di ritirare il progetto proposto e, conseguentemente, desistere dal loro diritto-dovere di fornire soluzioni all'ecosistema del calcio mediante proposte concrete e un dialogo costruttivo. Ciò è intollerabile in punto di diritto e la giustizia si è già pronunciata in favore della proposta di Super League, ordinando a Fifa e Uefa di astenersi, sia direttamente sia per il tramite dei propri associati, dall'intraprendere ogni azione che possa pregiudicare l'iniziativa in qualsiasi modo in pendenza del procedimento». La stilettata agli ex compagni di viaggio pure: «Riteniamo che la firma della dichiarazione in cui i sette club hanno ammesso che la Superlega sia stata un errore costituisca una violazione formale dell'intesa tra partner. Ci riserviamo il diritto ad adire alle vie legali». Ma c'è anche la mano tesa all'arcinemico Ceferin: «La Super League è stata costituita al fine di apportare stabilità finanziaria all'intera famiglia del calcio europeo. Testimonianza di questo sono gli impegni annunciati a destinare annualmente fondi di solidarietà di importo garantito, rispetto a quelli distribuiti da Uefa, e a rafforzare le regole di sostenibilità finanziaria. Con il massimo rispetto per le attuali strutture, i club fondatori hanno convenuto che la Super League avrà luogo quando riconosciuta da Uefa, da Fifa o da entrambe, oppure quando, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili, considerata quale competizione compatibile a tutti gli effetti con il permanere dei club fondatori nelle rispettive competizioni domestiche». I maligni leggono un significato nascosto tra le righe: Perez e soci sono a loro volta pronti a rientrare nei ranghi, convinti che la Superlega prima o poi si farà con il beneplacito di tutti, purché si discuta di una ridistribuzione dei danari che rimpingui a dovere le loro casse e non si metta mano alla fondina nel prendere provvedimenti punitivi. Tuttavia, per ora, si registra l'irritazione di Ceferin e l'ombra di una squalifica di due anni dalle coppe europee per blancos, blaugrana e bianconeri. Ma in molti sanno che una Champions League privata di tre dei suoi blasoni più prestigiosi apparirebbe mutilata sotto il profilo dello spettacolo e povera sotto quello del portafoglio. E allora, anche lì, potrebbe trattarsi di un'esibizione di forza apparente per nascondere ulteriori trattative e riammettere al desco europeo i tre ribelli del pallone inducendoli ad abbandonare vita natural durante chimere secessioniste.