2024-09-03
Scholz invoca il muro contro Afd. L’Spd però pensa già a sostituirlo
L’onda blu travolge il cancelliere, che ammette: «Numeri amari». La formazione più ostracizzata non si può più snobbare. L’esecutivo dovrebbe reggere ma il leader ha i giorni contati: Boris Pistorius potrebbe fargli le scarpe.Alle elezioni europee di giugno, i partiti della «coalizione semaforo» (Spd, Verdi e Liberali) avevano subìto una cocente sconfitta. Ma questo non era che l’antipasto. O meglio: il primo atto di una tragedia che rischia di trasformarsi in farsa. Adesso, infatti, la scoppola rimediata dalle forze di governo in Sassonia e Turingia non suona più come un campanello d’allarme (l’ennesimo di una lunga serie), ma come vere e proprie campane a morto. La vittima, ovviamente, è la malconcia maggioranza che siede al Bundestag di Berlino, i cui partiti sono stati travolti dall’«onda blu» di Alternativa per la Germania (Afd) e dalla timida ripresa dei cristianodemocratici (Cdu).Come c’era da attendersi, sul banco degli imputati è finito Olaf Scholz, che ha definito «risultati amari» gli esiti delle elezioni regionali. Se fino a ieri compagni di partito e alleati di governo avevano fatto quadrato attorno al cancelliere, la batosta rimediata alle elezioni regionali ha irrimediabilmente cambiato le carte in tavola. Anzi: ha finito per spaccare la Spd che, peraltro, ha conosciuto la sua disfatta proprio in Turingia, ossia la regione in cui il partito è nato nel 1890. Mentre il presidente della Spd, Lars Klingbeil, ha dichiarato che intende «continuare a combattere insieme» a Scholz, Kevin Kühnert la vede in maniera senz’altro diversa: «Dobbiamo comunicare meglio il nostro programma politico, ma anche ascoltare coloro che in alcuni settori non lo condividono, facendo tesoro della lezione», ha affermato il segretario generale del partito. Che poi, a precisa domanda su Scholz, ha risposto: «Anche il cancelliere rientra in questo processo» di autocritica.La discussione interna alla Spd, del resto, è di vitale importanza per il partito. I fallimenti (non solo elettorali) sono ormai innumerevoli, mentre Scholz è diventato il cancelliere meno popolare della storia della Repubblica federale. Stanti così le cose, insistere su di lui potrebbe significare mettere una pietra tombale sulle prossime elezioni politiche, che si terranno nell’autunno del 2025. Il tempo, insomma, stringe. E, se non si cambia rotta, la Spd rischia di rifinire sotto la soglia psicologica del 10%.Eppure, c’è chi pensa che lo scossone provocato dal voto in Turingia e Sassonia possa portare alle dimissioni di Scholz o addirittura a elezioni anticipate. Non a caso, diversi esponenti delle opposizioni hanno esortato il cancelliere a porre la fiducia al Parlamento. Qui, però, stiamo parlando di un’ipotesi piuttosto remota, soprattutto in una nazione come la Germania, che privilegia per statuto la stabilità degli esecutivi. A Berlino, infatti, è prevista la cosiddetta «sfiducia costruttiva»: le opposizioni, votando la sfiducia al governo, devono presentarsi sia con una maggioranza parlamentare che con il nome di un cancelliere. Uno scenario oggi tutt’altro che irrealistico, certo, ma anche tra i più complicati. Di sicuro occorrerà attendere il 22 settembre, quando si voterà in Brandeburgo, che sin dalla riunificazione è una vera roccaforte socialdemocratica. Nei sondaggi, attualmente, l’Afd è in vantaggio con il 24% proprio sulla Spd, ferma al 20%. Qualora questi numeri venissero confermati, all’interno del partito rischia di aprirsi una vera resa dei conti, che potrebbe avere esiti imprevedibili sulla tenuta stessa del governo di Berlino.Insomma, Scholz pare avere i giorni contati. Malgrado la sua situazione precaria, però, il cancelliere continua a lanciare appelli a tutte le forze politiche: vietato allearsi con l’Afd, la vera vincitrice di queste elezioni regionali. Il gusto per il veto, del resto, Scholz lo ha sempre avuto (basti ricordare il «nein» perentorio su Giorgia Meloni per formare la nuova Commissione europea). Eppure, adesso potrebbe rimanere vittima della legge del contrappasso: tra i corridoi di palazzo, infatti, già è iniziato a circolare il nome di Boris Pistorius, il ministro della Difesa, come possibile rimpiazzo di Scholz alla guida della Spd per le elezioni federali del 2025. E inoltre, indebolendo sé stesso e il governo, Scholz ha finito per indebolire la Germania anche in Europa: un vero capolavoro.A prescindere dai veti del cancelliere, che lasciano il tempo che trovano, gli altri partiti non hanno comunque la minima intenzione di collaborare con l’Afd. Anche i vertici della Cdu hanno ribadito: né con l’Afd né con la Linke. Il che, però, può portare alla paralisi dei parlamenti regionali di Turingia e Sassonia. O, al limite, a coalizioni «innaturali» (per esempio la Cdu con la populista di sinistra Sahra Wagenknecht), oppure a governi di minoranza: tutti sentieri che nessuno vorrebbe realmente percorrere. In Turingia però, dove ha conosciuto il suo trionfo, l’Afd ha ottenuto la cosiddetta «minoranza di blocco»: senza il partito sovranista, sarà impossibile far passare quelle misure per cui sono richiesti i due terzi dei voti. Non a caso, Björn Höcke, l’artefice del trionfo, ha parlato di una «vittoria storica del partito» e ha assicurato che senza l’Afd non sarà possibile formare un governo stabile a Erfurt. Per questo, Höcke ha annunciato che nei prossimi giorni intavolerà trattative con chiunque voglia lavorare per il bene della Turingia. È molto difficile che qualcuno si sieda al suo tavolo, ma una cosa è certa. Ormai l’Afd è un vero partito di massa: è stabilmente la seconda forza politica del Paese ed è la più votata tra la gioventù tedesca. Ridurre questo enorme fenomeno sociale a «estremismo di destra» non è solo poco serio, ma rischia anche di diventare un vero atto di masochismo politico.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.