
Elly Schlein accusa: il governo sfrutta i migranti per distrarre. La sua priorità è la legge mordacchia con la scusa dell’omofobia.Strana logica, quella di Elly Schlein. Sulla Stampa, attacca la «propaganda» del governo sul Centro per i rimpatri in Albania, «utile a nascondere il fatto che non riescono a dare risposte sul terreno economico e sociale». Il mantra securitario servirebbe a «non parlare del ventesimo calo consecutivo della produzione industriale» e dello smantellamento dei «servizi pubblici fondamentali: sanità, scuola, trasporti». La segretaria del Pd ha un’agenda diversa? Da socialista antepone, all’ordine pubblico, lavoro, salari e welfare? Ma va’. La recita da politica con i piedi per terra dura sì e no un atto. Passata qualche ora, in una nota, l’inquilina del Nazareno torna alla sua vera priorità: riesumare il ddl Zan.L’appiglio di cronaca glielo offre la brutale aggressione di Roma, dove, la notte di Capodanno, due omosessuali sono stati picchiati da dieci ragazzi del Prenestino. Stephano, originario del Perù, e il suo fidanzato Matteo hanno passato letteralmente un brutto quarto d’ora, cercando di difendersi da calci e pugni. Dopo le violenze, sono finiti in pronto soccorso. Così la Schlein, ieri, ha voluto stigmatizzare «l’ennesima aggressione omofoba» nella Capitale, oltre al «raid vandalico» al Cassero, il centro sociale Lgbtqia+ di Bologna. Sottolineando quanto sia «preoccupante che dalla destra al governo non arrivi mai una sola parola di condanna di queste aggressioni». Anzi, la maggioranza le legittimerebbe, «con un linguaggio ormai sdoganato e disinvolto pure nelle istituzioni». Chissà se l’onorevole si riferiva agli «anormali» di Roberto Vannacci o alla «frociaggine» del Pontefice, che per altri versi era diventato un’icona progressista. Il punto, secondo la numero uno dei dem, è che bisogna «ribadire con forza la necessità di approvare una legge come il ddl Zan, che punisce i crimini mossi dall’odio, per cui il Partito democratico intende continuare a battersi».in guerra con la realtàOrmai è chiaro: la Schlein ha indossato l’elmetto. E intende dichiarare guerra alla realtà. Rischia di inciampare nello stesso effetto straniante del discorso di fine anno di Sergio Mattarella: il presidente della Repubblica celebrava il patriottismo di chi arriva in Italia e ne rispetta le leggi, mentre i maranza di Milano, con bandiere tunisine al seguito, insultavano la suddetta patria e le forze dell’ordine. Poiché il capo dei piddini gioca sul terreno delle amnesie selettive, le andrebbe segnalato che, sulle scorrerie meneghine dei nordafricani, i suoi colleghi di sinistra si sono cuciti le bocche. Che il problema dell’immigrazione sia un’arma di distrazione di massa, Schlein dovrebbe raccontarlo alle vittime delle prodezze compiute ogni giorno da chi avevamo gentilmente accolto. Le statistiche del Viminale sono cristalline. Sulla Verità ne abbiamo già scritto: i clandestini commettono il 9% dei reati, stando almeno alle denunce registrate, eppure sono solo lo 0,8% della popolazione. Significa che hanno una propensione a delinquere dieci volte superiore a quella dei nostri connazionali e degli stranieri regolari. Il quadro peggiora se, anziché andare per il sottile, esaminiamo i procedimenti a carico di tutti gli immigrati, clandestini e non: costoro sono protagonisti del 34% circa dei crimini denunziati, benché costituiscano a stento il 9% della popolazione totale. L’anno scorso, gli immigrati denunciati o arrestati sono stati oltre 580.000. Quanto agli abusi sessuali, nei primi nove mesi del 2024, gli stranieri risultano averne commessi addirittura il 44%. C’è da scommettere che qualcuno di loro abbia perpetrato pure qualche aggressione omofoba. Le ultime rilevazioni, comunicate mesi fa da Arcigay, censivano 149 episodi in un anno. Sempre troppi, sempre odiosi. Ma lungi dal rendere necessaria l’approvazione di una legge ad hoc. Intanto, perché esiste già l’aggravante per le discriminazioni a sfondo sessuale. E poi perché il ddl Zan sfruttava un allarme simulato per imporre la mordacchia e il proselitismo arcobaleno nelle scuole.elly è distrattaDicevamo: Elly Schlein ha una strana logica. Oltre mezzo milione di stranieri denunciati, miliardi spesi per dare ospitalità a chi sbarca, l’orrendo traffico di esseri umani e i morti nel Mediterraneo sarebbero diversivi; stratagemmi della destra per nascondere i propri insuccessi economici. Centoquarantanove casi di omofobia, invece, sono un’emergenza che giustifica la repressione ideologica del dissenso sulle questioni Lgbt. Per tutelare i gay è urgente disseppellire il bavaglio cucito da Alessandro Zan. Per fronteggiare l’invasione, spiega l’aspirante premier alla Stampa, basta chiedere all’Europa «solidarietà nell’accoglienza». Forse Schlein non si è accorta che, all’estero, pure la sinistra si sta preparando a blindare le frontiere. Al Pd restano solo i giudici. E il Papa, se solo non si fosse fatto scappare quel commento sulla «frociaggine»…
Elly Schlein (Getty images)
I dem vogliono affondare la riforma Nordio ma dimenticano che alle ultime elezioni politiche assicuravano la creazione di un nuovo «tribunale» disciplinare per i magistrati. Se lo fa il governo, però, è da boicottare.
«Proponiamo di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta corte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate». La citazione sopra riportata non proviene da un documento elettorale del centrodestra o da un intervento pubblico del guardasigilli Carlo Nordio, bensì dal programma elettorale del Pd alle elezioni politiche del 2022. Eppure, nonostante questo, durante l’approvazione della riforma della giustizia varata dal centrodestra, i dem, contrari al pacchetto di modifiche varato dalla maggioranza, hanno lanciato strali anche contro questo punto, dimenticandosi che era parte del loro programma. «Si vuole costituire una magistratura giudicante e una magistratura requirente come due corpi separati e culturalmente distanti, selezionati da due concorsi diversi, con due Csm distinti e con un’Alta corte disciplinare che risponde a logiche esterne alla magistratura stessa.
Papa Leone XIV (Ansa)
Nel commentare la dichiarazione dei vescovi Usa sull’immigrazione, il pontefice ha ribadito il diritto a controllare i confini. I media francesi hanno omesso il passaggio.
Papa Leone XIV ha risposto ai giornalisti che si trovavano a Castel Gandolfo martedì sera e si è espresso su vari argomenti: la pace in Ucraina, le stragi in Nigeria, i suoi progetti di viaggi apostolici per il 2026 e anche delle sue abitudini quando soggiorna a Villa Barberini. Tra temi trattati c’era anche la gestione dell’immigrazione negli Stati Uniti. Come scritto da Vatican News, il Santo Padre ha commentato la dichiarazione sui migranti pubblicata, giovedì scorso, della Conferenza episcopale statunitense.
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Commissione prepara nuove regole per la circolazione rapida (massimo tre giorni) di truppe e cingolati tra i Paesi dello spazio Schengen. Un tempo simbolo di pace...
«Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione, ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei». Firmato Sergio Mattarella. Correva l’anno 2018 e l’Austria in accordo con la Germania aveva proposto di chiudere il confine con l’Italia per non far arrivare i migranti. Sono passati sette anni e la Commissione europea presenta un regolamento per far viaggiare i carri armati senza frontiere. Schengen doveva essere il simbolo della pace e della libertà e ora diventa la Schengen con le stellette che ci costa malcontati 270 miliardi in dieci anni, in modo che le truppe si muovano liberamente e velocemente.
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni (Ansa)
Dalla riforma della giustizia alla politica estera: sono molti i temi su cui premier e capo dello Stato dovranno confrontarsi nei prossimi mesi, malgrado le tensioni.
Come in una qualsiasi relazione, quando si insinua nella coppia lo spettro del tradimento, i rapporti si incrinano e non possono più tornare ad essere come erano prima. Lo tsunami che si è abbattuto sul Quirinale a seguito dello scoop della Verità, rischia di avere gravissime ripercussioni a lungo termine, sui legami tra governo e presidente della Repubblica. E anche se il Colle sminuisce la questione, definendola «ridicola», il consigliere per la Difesa del capo dello Stato, Francesco Saverio Garofani, non solo conferma ma aggiunge particolari che mettono a dir poco in imbarazzo i soggetti coinvolti. E hai voglia a dire che quelle fossero solo battute tra amici. La pezza peggiore del buco.






