2024-12-07
Schlein sfila a Pomigliano per accusare il governo dei disastri che Stellantis ha fatto grazie ai dem
Elly Schlein a Pomigliano (Ansa)
Dopo il M5s, anche il segretario va in Campania e incolpa l’esecutivo dei tagli: «Convochi un tavolo a Chigi». Solo brevi accenni alle responsabilità di Elkann.Lunedì scorso, a poche ore dalle dimissioni dell’ad di Stellantis, il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte si materializza davanti all’ingresso 1 della fabbrica di Pomigliano d’Arco. Il titolo del Fatto Quotidiano, il giorno successivo: «Conte ai cancelli, la lotta operaia per sfidare Schlein». Giovedì su X il leader di Azione, Carlo Calenda, ha postato un video per lanciare un messaggio alla segretaria del Pd: «Per favore @ellyessedì qualcosa su Stellantis e Elkann». Ebbene, non sappiamo se per non rimanere indietro rispetto a Conte, o per rispondere all’appello di Calenda, ma ieri Elly Schlein ha rotto il lungo silenzio e si è presentata pure lei davanti ai cancelli di Pomigliano al presidio dell’azienda di logistica Trasnova che fa parte dell’indotto. Il problema è che l’arrivo di Schlein a Pomigliano è coinciso con l’arrivo delle lettere di licenziamento per i lavoratori. L’altro problema è che Schlein ha parlato poco di Stellantis, ha dato la colpa al governo Meloni e ha buttato la palla sul campo dell’Europa. La segretaria del Pd ha assicurato che il partito si batterà: «I licenziamenti sono inaccettabili e noi chiediamo che sia bloccata immediatamente questa procedura. Questi lavoratori sono quelli che tengono in piedi il nostro Paese: non si possono lasciare 400 famiglie per strada, peraltro appena prima di Natale». E ancora: «Bisogna dare una prospettiva, quello a cui puntiamo è che al tavolo che avevamo chiesto di anticipare, e in cui avevamo chiesto la presenza di Stellantis, l’azienda si prendesse le sue responsabilità». E ancora: «Abbiamo visto chiusure abbiamo visto Grugliasco, Maserati, la vendita di Comau a un fondo di investimenti internazionali. Sono questioni che abbiamo portato anche nell’audizione con l’ormai ex ad Tavares, su cui ancora aspettiamo risposte concrete. Vogliamo vedere un piano industriale che garantisca l’occupazione e l’indotto». Stellantis «deve riportare in Italia le produzioni di auto per il mercato di massa nell’elettrico, perché non possiamo lasciare il campo libero soltanto ad altri produttori di altri Paesi» e deve «sbloccare anche il progetto della gigafactory».Poi, una raffica di accuse al governo: «Chiediamo che il governo si assuma le sue responsabilità togliendo quell’inutile e dannoso taglio ai fondi per l’auto. Giorgia Meloni deve convocare personalmente un tavolo sull’automotive». «In questi mesi», ha proseguito, «abbiamo chiesto che il tavolo si tenesse a Palazzo Chigi, perché il tavolo al Mimit non ha dimostrato alcuna utilità e lo chiediamo ancora». Secondo la segretaria del Pd, nell’indotto automotive ci sono «tanti lavoratori somministrati, quindi precari, dei quali rischiamo di perdere traccia. Il governo ha aumentato e liberalizzato completamente la somministrazione del lavoro e questo vuole dire che oggi un’azienda per scelta del governo Meloni potrebbe addirittura avere il 100% dei lavoratori somministrati perché puntano a indebolire i lavoratori». Poi la replica a Calenda: «Spendiamo le nostre energie a chiedere al governo di assumersi le sue responsabilità. Ci sono stati 32 atti parlamentari del Partito democratico sull’automotive e sulle vertenze. Abbiamo garantito la nostra presenza costante con i nostri parlamentari dalle 5.30 dell’altra mattina», ha aggiunto affidandosi allo stesso schema comunicativo seguito in questi giorni dall’unico rappresentate del Pd cui erano state affidate le esternazioni sulla crisi, ovvero il senatore Antonio Misiani. Poi ha rilanciato la richiesta a John Elkann «di venire anche lui a riferire in Parlamento per dare risposte a questi lavoratori, molti dei quali stavano in Fiat prima di lavorare poi per le aziende dell’indotto».Nel tardo pomeriggio di giovedì, Stellantis si era «resa disponibile a riaprire la discussione con la direzione di Trasnova al fine di capire come supportare l’azienda in questa fase, consapevole degli impatti che la fine del contratto con Stellantis ha sui suoi lavoratori», riportava una nota di Stellantis Italia sottolineando che il gruppo aveva comunicato a Trasnova che «dal 2025 le politiche industriali all’interno degli impianti italiani avrebbero previsto l’internalizzazione delle attività svolte a tutela del lavoro delle persone di Stellantis». Difficile trovare una soluzione quando si è già deciso di non rinnovare la commessa in scadenza il 31 dicembre. Impossibile anche prevedere la cassa o la solidarietà perché Trasnova opera in regime di «monocommittenza» con Stellantis e non ha altri cantieri a cui destinare la manodopera. E infatti, ieri mattina sono arrivate le lettere di licenziamento per tutti i dipendenti. Le lettere sono arrivate anche ai lavoratori di Melfi, Cassino e Torino. Sono in totale 249 i lavoratori dell’indotto che rimarranno senza lavoro nell’ambito di tre procedure avviate dall’azienda. Gli affidamenti scadevano il 31 dicembre 2024 ma Stellantis ha comunicato che non verranno rinnovati e procederà a internalizzare le attività svolte da queste aziende. Nel dettaglio le procedure riguardano: Trasnova, con 97 licenziamenti di cui 1 a Melfi, 28 a Cassino, 54 a Pomigliano e 14 a Mirafiori; Logitech con 101 licenziamenti di cui 46 a Melfi, 5 a Cassino e 50 a Pomigliano; Teknoservice con 51 licenziamenti di cui 36 a Melfi e 15 a Cassino. Logitech e Teknoservice sono due aziende che operano in subappalto.