2022-12-31
Schillaci rassicura, ma rispuntano bavagli e limiti agli assembramenti
Il ministro frena l’allarmismo sui contagi: «Nessun obbligo di mascherina». L’ultima circolare, però, menziona dispositivi al chiuso e riduzioni degli affollamenti in caso di peggioramento. Nulla sui test a raffica in ospedale.«Vorrei tranquillizzare tutti perché i dati settimanali dell’Istituto superiore dalla sanità mostrano che nell’ultima settimana i casi di Covid sono in diminuzione». Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ieri ha detto che non è affatto preoccupato per l’andamento dei contagi nel nostro Paese e che sono in calo pure i decessi. Intervenendo alla trasmissione Oggi è un altro giorno, su Rai1, ha ripetuto più volte che questa «è una situazione di tranquillità». Si fanno tamponi ai viaggiatori che arrivano a Malpensa e a Fiumicino dalla Cina «ma finora siamo tranquilli». Infatti, dal sequenziamento sono emerse «tutte varianti presenti sul nostro territorio», è stata l’ulteriore precisazione del ministro. A Lungotevere Ripa sono tranquilli. Non si comprende, allora, il contenuto della circolare uscita ieri mattina, con gli interventi per la gestione del virus nel corso stagione invernale. Molto vaga, sugli indicatori che dovrebbero far alzare la soglia di attenzione sanitaria, e nello stesso tempo precisa nell’elencare le misure che a quel punto verrebbero prese. Senza spiegare che cosa si intenda per «evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico», che può richiedere il ritorno alle mascherine, il documento afferma che nell’eventualità «potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi». Il ministro ha detto di non pensare, al momento, a un obbligo: «Siamo per consigliare, puntiamo sulla responsabilità dei cittadini».Ma con quale percentuale di contagi scatterebbe la raccomandazione? Dobbiamo ancora scrutare con attenzione la curva degli infettati e ospedalizzati anche se il virus è diventato endemico, come hanno convenuto diversi scienziati? Va bene la proroga, fino al prossimo 30 aprile, dell’utilizzo in ospedali e Rsa, ma se l’evoluzione della pandemia «è allo stato attuale imprevedibile», come si legge nella circolare, il fine emergenza non ci sarà mai. Altro punto fumoso, l’accenno, «nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico», alla raccomandazione od obbligo (non è dato sapere) di una «limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti», o del ricorso al lavoro domiciliare. Cala il numero dei contagiati, eppure ci viene detto preparatevi a mascherine al chiuso, distanziamenti, feste, spettacoli, eventi sportivi con afflusso ridotto. Così, tanto per stare tranquilli. Anche il «soggiorno in ambienti chiusi (comprese le scuole) durante i mesi invernali», è considerato un elemento di possibile rischio. Dopo tre anni, si prospetta un ritorno alla didattica a distanza in caso di aumento dei contagi? La vaghezza, più fastidiosa, riguarda la campagna vaccinale anti Covid. Nella riunione di ieri dell’Unità di crisi è stata ribadita «l’importanza del richiamo vaccinale per tutti i soggetti a rischio», dichiarava il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini. Anche il ministro Schillaci ha ripetuto che è meglio che facciano «la quarta dose gli over 60 e i fragili con patologie pregresse». Sempre nel salotto di Rai1, si è sentito di suggerire che tutti gli altri «seguano i consigli del loro medico curante», precisando «non credo che un medico sconsiglierà di farlo». Incalzato dalla conduttrice, alla fine il ministro l’ha detto: «I cittadini, responsabilmente andranno a vaccinarsi». Ma allora, questo doppio richiamo va raccomandato a fragili e over 60 (come se a quell’età si diventasse pazienti a rischio), o lo devono fare tutti, come atteggiamento responsabile? Mi prendo più dosi, perché così va bene? Pure la circolare, non chiarisce. Infatti, tra i fattori che possono rendere «incerti» gli andamenti epidemiologici e di impatto sul sistema sanitario, viene indicato il «grado di adesione alla campagna vaccinale (quarta dose) e compliance nell’osservanza delle misure igienico-sanitarie e comportamentali per la prevenzione della trasmissione di Sars-CoV-2 da parte della popolazione generale». Tradotto dal burocratese, quest’inverno il doppio richiamo è fortemente caldeggiato per tutti, alla faccia degli studi che sconsigliano di mettere sotto pressione il sistema immunitario delle persone sane. Così pure, è bene continuare a utilizzare mascherine, rispettare il distanziamento e adottare altri comportamenti ritenuti virtuosi, altrimenti siamo responsabili del peggioramento della situazione epidemiologica. E per fortuna che dobbiamo stare tranquilli.Il documento, redatto dal ministero della Salute, nulla spiega nemmeno sul perdurare o meno di percorsi separati alle urgenze e nei reparti. Raccomanda «disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la gestione in sicurezza dei pazienti», ma se rimane l’obbligo di tampone al pronto soccorso, i tempi di attesa e la gestione dei malati continueranno ad essere caotici.