2025-01-03
Trieste, ecco l’interrogazione di Fdi a Schillaci
Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Depositati i quesiti per il ministro della Salute sul caso del paziente non vaccinato cui è stata negata un’operazione al cuore. Il partito della Meloni chiede chiarezza sul rispetto dell’art. 32 della Costituzione.Sulla vicenda di Franco, paziente triestino cardiopatico cancellato dalla lista d’attesa per un’operazione in quanto non vaccinato, la capogruppo di Fdi in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, Alice Buonguerrieri, aveva annunciato alla Verità l’intenzione di presentare un’interrogazione a risposta scritta al ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ieri è stata depositata. «Secondo quanto riportato da organi di stampa», scrive nella premessa la deputata, «un paziente affetto da insufficienza aortica severa si sarebbe visto negare un intervento chirurgico dal polo cardiologico Cattinara di Trieste, gestito dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, a causa del suo rifiuto di sottoporsi a vaccinazione contro Covid, influenza, herpes zoster e pneumococco». Buonguerrieri riporta il testo della lettera spedita al paziente dall’Ospedale, sottoscritta dal primario della cardiochirurgia Enzo Mazzaro, in cui si dichiarava: «Non è stato poi operato per rifiuto di sottoporsi a vaccinazioni». L’interrogazione così prosegue: «In seguito alle uscite sulla stampa, Asugi, azienda sanitaria che gestisce il polo cardiologico, ha inviato nota stampa con cui ha ricostruito la dinamica dei fatti e precisato che, seppur non citato nella suddetta missiva, il motivo preponderante ai fini della uscita dalle liste d’attesa del paziente in questione sarebbe da rinvenire nel rifiuto a sottoporsi a procedura chirurgica espresso, si legge nella nota, verbalmente dal paziente in sede di convocazione telefonica per intervento; la suddetta nota, smentita dal paziente, non fuga le perplessità originate dalla lettera summenzionata e dalle dichiarazioni del paziente». La capogruppo di Fdi, ricorda come sia «intervenuto il ministro della Salute, Schillaci, che ha dichiarato di seguire la vicenda al fine di assicurare il diritto alla salute di tutti i cittadini; tale episodio, avvenuto per giunta in una fase storica ormai lontana dall’emergenza pandemica e perpetrato nei confronti di un soggetto fragile, da una prima analisi, appare ingiustificato e discriminatorio e, se confermato, rappresenterebbe un fatto grave che contrasta con il dettato costituzionale che, all’art. 32, garantisce il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività; nel frattempo, si sono moltiplicati deprecabili attacchi, in particolare offese e minacce, indirizzati sia al medico sia al paziente ai quali va la solidarietà dell’interrogante».Fatta questa premessa, la deputata afferma che «si ritiene doveroso far luce sulla esatta dinamica dei fatti e chiarezza su tale episodio sia per fugare ogni ombra su di un centro, quello triestino, che rappresenta una vera eccellenza italiana in cui prestano la loro attività medici, infermieri, operatori sanitari che ogni giorno salvano vite e affinché sia rispettato il dettato costituzionale sulla tutela della salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività». Perciò, con l’interrogazione si chiede di sapere: «Se il ministro intenda fare chiarezza sulla vicenda riportata dalla stampa e sopra descritta e, se sì, attraverso quali azioni e provvedimenti; quali i provvedimenti intenderà adottare nei confronti degli eventuali responsabili dei fatti in questione, in ipotesi di conferma dell’episodio riportato dalla stampa; quali azioni sono state già adottate o intenderà adottare in generale al fine di garantire il rispetto del dettato costituzionale che, all’art. 32, stabilisce che “la Repubblica garantisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” ed evitare così episodi di discriminazione nell’accesso alle cure in danno ai cittadini».L’avvocato Alessandra Devetag che assiste il paziente, tiene a sottolineare che «il comportamento dell’ospedale, se confermato, potrebbe configurare ipotesi di reato gravi quali, tra gli altri, il rifiuto di atti d’ufficio, per il quale verrà sporta querela». Prosegue: «Se fosse vero, inoltre, che il signor Franco avrebbe potuto operarsi previa firma di un apposito modulo di assunzione di responsabilità, come dichiarato da Asugi nel comunicato, perché in tutti i referti le vaccinazioni sono solo raccomandate e di questo modulo non vi è traccia tra i documenti consegnati al mio assistito? Inoltre, se davvero il paziente avesse rifiutato l’operazione, pur dopo essersi sottoposto a tutti gli interventi preparatori, che senso aveva menzionare il rifiuto alle vaccinazioni nella lettera di cancellazione dalle liste d’attesa?».Intanto Carlo Roggiero, presidente dell’associazione Aps Saluzzo che Resiste, ha incaricato l’avvocato Laura Mana di redigere un esposto da depositare presso la Procura di Trieste affinché venga aperta un’indagine per chiarire ed approfondire l’intera vicenda. «La lettera di diniego all’intervento dell’ospedale Cattinara non può essere archiviata come “svista burocratica”, stante la gravità del contenuto della medesima», fa sapere il legale. «Non va infatti dimenticato che tutti i sanitari sono ex lege portatori di una posizione di garanzia, che non è limitata alla tutela della salute (bene protetto) del paziente ma va estesa anche gli obblighi di controllo e sorveglianza che impongono ai sanitari di neutralizzare tutte le fonti di pericolo, ivi incluse le cosiddette “sviste burocratiche” come la presente. Dunque, anche in tal senso stiamo redigendo l’esposto. Sarà compito della Procura verificare se vi sono responsabilità penali».
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