2020-05-04
Scatta la fase 2. Quanto ci costa ritornare a vivere dopo la clausura
Famiglie, negozi, imprese devono fronteggiare nuove spese. Dai termoscanner alle polizze, tutti gli esborsi da sostenere.All'interno sei approfondimenti.Sapete quanto deve spendere un bar per mettere in pratica le decisioni di Giuseppe Conte e compagnia? Fate due conti: termoscanner per misurare la temperatura 50 euro, plexiglass per separare i clienti 200 euro a metro quadrato, sanificazione dei locali 3.000 euro, sanificazione per piccoli spazi 150 euro per l'acquisto dell'apparecchio e straordinari per il personale perché non si può sanificare quando i clienti mangiano la brioche o bevono uno spritz, dispenser del gel 70 euro, gel sanificante per dieci giorni 20 euro, cappello con visiera 11 euro, guanti 10 euro per pacchi da 20, grembiule 8 euro l'uno, 30 guanti al giorno in media per 100 euro al mese.Domanda: secondo voi qualcuno dalle parti del governo ha fatto i conti di quanto costasse tutto questo? Secondo voi qualcuna di quelle illustrissime personalità delle 16 commissioni si è messo, carta e penna, a fare due conticini invece di pontificare e fare analisi sociologiche su come sarà la nostra vita dopo la pandemia? Non ci voleva molto, bastava mettere in qualche commissione un barista che magari gli avrebbe portato anche un thermos di caffè per tenerli svegli, senza dover passare dalla Consip per appaltarlo?Quando chi governa emana una legge, impone un regolamento, adotta una direttiva, insomma qualsiasi provvedimento che incida concretamente, e non a discorsi, sulla vita dei cittadini, la prima preoccupazione che dovrebbe avere è esattamente quella di misurare nel modo più preciso possibile gli effetti concreti che quegli atti avranno e, in particolare, che cosa significheranno in termini economici. Quanto costeranno ai cittadini quei provvedimenti? Cosa significheranno per le loro tasche?Ora, questo governo sembra che invece che tenere il metro in mano, per misurare, ci tenga il megafono, per annunciare ciò che poi non si realizza e non abbia la minima idea di quello che nella vita di tutti i giorni provochi quanto decidono. Se chiamano un falegname, o qualsiasi altro artigiano - che non sognano neanche di sentire - il metro, magari, glielo regala pure. Eppure una delle buone regole sarebbe proprio l'abitudine di consultare i cittadini e le imprese che saranno toccati da quelle decisioni del governo. E, in tempo di crisi, la regola non cambia, anzi è ancora più valida perché in quel momento gli stessi cittadini e imprese sono più deboli e, quindi, è più facile fargli del male.Un albergo: 25.000 euro in più al mese per i personale, 5.000 euro per l'acquisto della macchina per l'ozono necessaria per la sanificazione. Conte dice che il turismo è fondamentale, bene. O si riferisce a quello all'aperto o in tenda, oppure, generalmente, i cittadini vanno in albergo e se gli alberghi sono costretti ad aumentare i prezzi, in questo momento, chi ci va?Impresa edile con 5 dipendenti (la stragrande maggioranza): maggiore costo di 10.000 euro. Una cifra importante per chi conosce le piccole imprese. Categoria ignota ai nostri governanti. Ci voleva molto a sentire un impresa edile, un falegname, un carrozziere, un salumiere, un imbianchino, un pasticciere, un parrucchiere, un albergatore, un ristoratore, un'impresa di moda? Nulla, non ci hanno nemmeno pensato, meglio affidarsi a chi parla di loro, a chi li studia. In termini giuridici si chiama valutazione ex ante delle politiche pubbliche, in parole povere si tratta di valutare quanti soldi dovranno spendere cittadini e imprese per mettere in pratica i comandi governativi. Questo significa che non andavano imposte quelle regole? No, significa che il governo doveva venire incontro alle imprese con l'erogazione di quattrini a fondo perduto che li alleggerissero da quei costi, tutto qua. Se si ammazzano queste imprese con chi si riparte? Senza benzina nel motore dell'economia, cioè le piccole e medie imprese, chi darà la spinta della ripartenza? Si dice in Toscana che i discorsi non fan farina e qui, a oggi, sono quasi solo discorsi. Invece di annunciare il bazooka per l'economia sarebbe bastata una fionda con nella toppa un po' di quattrini da lanciare alle imprese.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scatta-la-fase-2-quanto-ci-costa-ritornare-a-vivere-dopo-la-clausura-2645908417.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="formazione-e-sanificazione-il-cantiere-non-e-piu-lo-stesso" data-post-id="2645908417" data-published-at="1588533625" data-use-pagination="False"> Formazione e sanificazione. Il cantiere non è più lo stesso Non solo il consueto kit con termoscanner, mascherine, guanti, gel, camici e macchine per la sanificazione. Una piccola azienda edile deve affrontare anche costi più importanti. A cominciare dal professionista che prepara il piano di sicurezza per i cantieri e l'assicurazione per i dipendenti, perché «se scoppia qualche caso e il malato mi accusa di non aver rispettato alla lettera il disciplinare, l'Inail si rivale su di me e allora sono guai». Michele Furlan è un imprenditore edile veneto con un'azienda di 5 dipendenti. Imprese come la sua vedranno raddoppiare i costi di esercizio soprattutto per il rallentamento dei tempi di produzione. Si comincia la mattina presto con la sanificazione delle attrezzature e una riunione di formazione. Il cantiere deve dotarsi di cartelloni per indicare il percorso in modo da evitare assembramenti. All'entrata un addetto con termoscanner verificherà la temperatura. «I tempi saranno diluiti anche con i fornitori. Nei capannoni di rivendita di materiali, i camion dovranno entrare uno alla volta. E questo si traduce in un maggior costo», spiega Furlan. La riorganizzazione di un cantiere prevede un box dove mangiare, uno alla volta, con doppio ingresso e dotato di dispenser di disinfettante. Lo spogliatoio va sanificato ogni giorno. Indispensabili le tute bianche usa e getta se l'attività prevede distanze ravvicinate. Costo: 6 euro l'una. Per le mascherine Furlan ha calcolato una spesa di 50 euro al mese per dipendente, a cui vanno aggiunti occhiali e visiera. Indispensabile stipulare una polizza assicurativa per il personale contro il contagio. «Questo tipo di copertura al momento mi è costata 200 euro ma solo perché siamo a metà anno. Nel 2021 raddoppierà», prevede Furlan.Altra spesa arriverà dalle visite mediche: a quella di routine, potrebbe essere necessario fare i tamponi. Una voce importante nel nuovo bilancio aziendale è il Pos (Piano operativo per la sicurezza). In una situazione straordinaria, con una normativa spesso confusa, è necessario rivolgersi a un professionista specializzato. Dice Furlan: «Già siamo stati contattati, la parcella richiesta è di 2.500 euro. Inoltre mi aspetto che il coordinatore della sicurezza, una figura centrale in un cantiere, mi chieda un aumento rivendicando la delicatezza della situazione, i rischi e le maggiori responsabilità». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scatta-la-fase-2-quanto-ci-costa-ritornare-a-vivere-dopo-la-clausura-2645908417.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="alimenti-trasporti-sport-i-rincari-superano-il-100" data-post-id="2645908417" data-published-at="1588533625" data-use-pagination="False"> Alimenti, trasporti, sport: i rincari superano il 100% Le famiglie hanno già visto aumentare del 150-200% molti generi alimentari, soprattutto frutta e verdura. Il prezzo della farina è raddoppiato, quello dei broccoli è salito del 40% a 4,50 euro. Le alici vengono vendute anche a 12 euro il chilo contro i 7 prima del Covid. Le arance sono balzate a 3 euro il chilo. Frutta e ortaggi 150% in più. Sul Web una confezione da 1 chilo di pasta è a 12 euro. Nei supermercati sono spariti sconti e promozioni. I prodotti per l'igiene della casa, quando si trovano, hanno raggiunto prezzi da speculazione. L'Amuchina è arrivata a costare anche 35 euro per 80 millilitri, cioè 377 euro il litro contro 40 euro di prima. L'alcol etilico è rincarato dell'80% a 6 euro. Introvabili i guanti. In farmacia la confezione da 100 pezzi è venduta a 8 euro mentre online oscilla tra 15 e 30 euro. In tempi normali costano 3 euro. Gli aumenti sono stati rispettivamente del 114 e 575%.Una famiglia di tre persone spende mediamente per l'alimentazione, secondo l'Istat, circa 600 euro al mese. Su questa cifra si può considerare un incremento di circa il 70%, ma risparmiando al massimo. Una voce importante è quella dei trasporti. In condizione normale l'onere annuale è di circa 3.500 euro. Ma si prospettano rincari dei treni e viaggiare in aereo diventerà un lusso. La difficoltà a servirsi dei mezzi di trasporto urbani indurrà a usare con più frequenza l'auto. Peserà anche l'istruzione dei figli. Chi non ha ancora acquistato un pc o un tablet per le lezioni da casa ora dovrà far fronte a questa spesa. Si va dal tablet di circa 100 euro al pc che supera i 1.000 euro. Il costo varia in base al numero dei figli perché ognuno ha bisogno del suo device. Vacanze da dimenticare. Il Codacons stima rincari di oltre il 22%. Infine le voci extra come il parrucchiere e la palestra: numerosi centri fitness hanno comunicato aumenti di circa 200 euro sull'abbonamento annuale. I parrucchieri sono pronti ad alzare i listini di un 10-20%. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scatta-la-fase-2-quanto-ci-costa-ritornare-a-vivere-dopo-la-clausura-2645908417.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="prezzi-alle-stelle-per-il-plexiglas-che-distanzia-i-tavoli" data-post-id="2645908417" data-published-at="1588533625" data-use-pagination="False"> Prezzi alle stelle per il plexiglas che distanzia i tavoli Il plexiglas ha ormai raggiunto quotazioni da collezionisti. A Milano e Roma i ristoratori si contendono i fornitori. Da 60-70 euro al metro quadrato, ora il prezzo è schizzato a 190 euro. E per giunta è introvabile. L'ipotesi di mettere il divisorio di plastica tra i commensali, con l'effetto parlatorio del carcere, pare tramontata. Resta la necessità di creare una separazione tra i tavoli. Ecco quindi i pannelli a terra rimovibili. Un locale medio con 40-60 coperti, di circa 200 metri quadrati, dovrà spendere oltre 5.000 euro in plexiglas ai prezzi odierni. Fabio Acampora, proprietario a Milano di 4 ristoranti e altrettanti bar, dice di aver messo in conto 10.000 euro di spese «solo per alzare la saracinesca». L'elenco dei dispositivi per la sicurezza è lungo. Guanti, mascherine, un dispenser all'ingresso per il gel disinfettante e un flaconcino a tavolo. La sanificazione va fatta ogni giorno: le attrezzature costano circa 3.000 euro. Il termoscanner ha un costo che varia tra 50 e 80 euro. Acampora non nasconde che l'aumento delle spese a fronte di un crollo del fatturato che valuta intorno al 70% comporterà un dimezzamento del personale.I bar richiedono una diversa organizzazione. I pannelli di separazione in plexiglas tra i tavolini saranno indispensabili se non sarà possibile occupare più superficie esterna. Abolita la consumazione al bancone. Il caffè verrà servito al cliente che attende fuori o portato direttamente in ufficio. Le tazzine e i bicchierini in vetro saranno sostituiti da quelli in cartone o in plastica. Una fornitura di 100 pezzi costa circa 8 euro che salgono a 15 se provvisti di coperchio. Quelli termici, per i giorni invernali, vanno da 12 a 25 euro. Queste cifre possono essere limate per grandi quantità. Chi vuole aggiungere i vassoi per l'asporto, sempre in cartone, deve spendere 5 euro. In un bar di 300 metri quadrati si spendono oltre 2.000 euro solo per la riapertura tra sanificazione, acquisto di mascherine e guanti, divise lavabili e gel sui tavoli. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scatta-la-fase-2-quanto-ci-costa-ritornare-a-vivere-dopo-la-clausura-2645908417.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="aria-pulita-con-lozono-e-sensore-per-il-gel-i-clienti-chiedono-l-igiene-intelligente" data-post-id="2645908417" data-published-at="1588533625" data-use-pagination="False"> Aria pulita con l’ozono e sensore per il gel. I clienti chiedono l’«igiene intelligente» «Comunque vada, abbiamo messo in conto che per la gestione dovremo spendere il doppio a fronte di un crollo del fatturato almeno del 50%»: è un coro quello dei proprietari di negozi di abbigliamento e calzature. Carla Ponti ha un locale di 45 metri quadrati con due dipendenti e vende biancheria intima e costumi da bagno. Il problema numero uno è la sanificazione: «Mi hanno proposto un apparecchio da 500 euro per l'ambiente e la Vaporella per sterilizzare i capi che costa circa 200 euro». Al momento sembra sia tramontata l'ipotesi di dover portare in tintoria i capi di abbigliamento dopo ogni prova. Nella lista dei dispositivi irrinunciabili c'è il dispenser all'ingresso con il gel per le mani. Chi lo vuole con il sensore lo paga 40 euro rispetto alla metà della bottiglietta, ma il vantaggio è che ne se spreca meno. Un litro di gel dura da una settimana a 10 giorni, in base all'afflusso di clienti: all'ingrosso è proposto a 20 euro. Poi ci sono le mascherine. «Oltre che al personale, vogliamo fornirle gratuitamente alle clienti: bisogna farne una scorta importante. I guanti sono indispensabili. Un pacco da 100 costa circa 10 euro. Abbiamo stimato che saranno usati circa 30 paia al giorno», spiega Ponti. A questi prodotti vanno aggiunti i liquidi sanificanti per le superfici lavabili e le pulizie dei camerini all'uscita di ogni cliente. Alla cassa il solito pannello di plexiglas farà da schermo ai contatti tra persone. «Stiamo pensando di mettere un divisorio di plexiglas anche tra i due spogliatoi che ora sono separati solo da una tenda, per dare maggior sicurezza. Spenderemo 150 euro». Se invece delle mascherine chirurgiche si scelgono le Ffp2 l'onere sale fino a 15 euro ciascuna. E sono riutilizzabili solo tre volte. «Per chi ha un negozio di calzature e un contatto ravvicinato con il cliente sono indispensabili», dice Claudia Sermoneta, che ha un punto vendita di scarpe nel centro di Roma. Chi ha un negozio di media ampiezza sta scegliendo le colonnine all'ozono che disinfettano l'aria in automatico. Impossibile trovarlo a meno di 4.300 euro. Prima di alzare la saracinesca è obbligatoria la sanificazione di tutto l'ambiente. Le ditte vendono il servizio a circa 250 euro. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scatta-la-fase-2-quanto-ci-costa-ritornare-a-vivere-dopo-la-clausura-2645908417.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="per-rifare-una-camera-bastavano-20-minuti-e-adesso-invece-ci-vorra-quasi-unora" data-post-id="2645908417" data-published-at="1588533625" data-use-pagination="False"> Per rifare una camera bastavano 20 minuti. E adesso invece ci vorrà quasi un’ora «Solo il costo del personale potrebbe raddoppiare. Per un albergo con 50 stanze con venti dipendenti si passerebbe. come minimo, da 50.000 a 75.000 euro al mese»: è lo scenario che disegna Giancarlo Barocci, presidente di Federalberghi di Cesenatico, una delle capitali italiane del turismo alberghiero. «Il lavoro di manutenzione aumenterà e anche le piccole strutture saranno costrette ad allargare l'organico. Poi c'è la cura della struttura. La pulizia degli spazi richiederà più tempo. A ogni cambio di cliente bisogna sanificare l'ambiente. Se prima bastavano 20 minuti, per mettere in ordine una stanza con le nuove disposizioni servirà quasi un'ora. E allora o si fanno attendere i clienti, o si fanno nuove assunzioni».Barocci elenca i dispositivi di cui una struttura deve dotarsi per riaprire. Si va dalla macchina all'ozono per la sanificazione (per un albergo si parte dai 5.000 euro), ai prodotti per l'igiene delle mani, dai pannelli di plexiglas alla reception a quelli per evitare il contatto con il cibo al buffet. «I fornitori offrono un'ampia gamma di prodotti e macchinari, ma nonostante la concorrenza nel settore i costi sono alti», dice Barocci. E spiega che un onere è anche riorganizzare il personale: «Nella sala da pranzo bisognerà prevedere un cameriere in più che si occupi del buffet. Non sarà più consentito servirsi da soli». Il personale dovrà indossare divise usa e getta, o lavabili con maggior frequenza. Il listino che circola tra gli albergatori prevede un kit di grembiuli e tute di 100 pezzi a 18 euro, mascherine chirurgiche per un utilizzo di massimo tre ore a 52 euro per 50 pezzi. Ma c'è anche la Ffp2 a 4,80 l'una e il cappello con la visiera a 10 euro. I liquidi per la sanificazione delle superfici vanno dai 10 ai 65 euro. Particolare attenzione avranno i bagni: «Devono essere disinfettati con maggior frequenza con prodotti specifici», spiega Barocci. Ma questi costi aggiuntivi come saranno ammortizzati? Soggiorni più cari? «Impossibile ritoccare i listini», garantisce. «Anzi, pensiamo di fare operazioni promozionali per incentivare le vacanze. Questa stagione la diamo per persa». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scatta-la-fase-2-quanto-ci-costa-ritornare-a-vivere-dopo-la-clausura-2645908417.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="niente-mascherina-ai-clienti-con-la-barba-e-il-figaro-dovra-vestirsi-come-un-chirurgo" data-post-id="2645908417" data-published-at="1588533625" data-use-pagination="False"> Niente mascherina ai clienti con la barba e il figaro dovrà vestirsi come un chirurgo I parrucchieri sono in rivolta: «Con le misure stringenti che ci imporranno, rischiamo di chiudere». Assediati dai fornitori, che quanto più si avvicina la data della riapertura propongono i prodotti-sicurezza a prezzi maggiorati, i saloni di bellezza si avviano verso una stagione nera. Bisognerà garantire il rapporto di un lavoratore per ogni cliente (dunque si procederà solo su appuntamento), sterilizzare gli strumenti di lavoro e rendere disponibili dispenser contenenti disinfettanti. Obbligatoria la pulizia due volte al giorno. Mascherine, guanti, mantelline, kimono e asciugamani saranno monouso. Tutta l'attrezzatura, spazzole, pettini, forbici, va igienizzata subito dopo l'uso e lo stesso vale per le poltrone. Il barbiere quando fa la barba avrà bisogno di un'ulteriore protezione, perché il cliente in quel momento è senza mascherina e a contatto ravvicinato: dovrà quindi indossare una mascherina Ffp2 (quelle che si usano nei reparti Covid) e una visiera di plexiglas come in una sala chirurgica. Per la sanificazione dell'ambiente il parrucchiere dovrà rivolgersi a una ditta specializzata. La lista dei maggiori costi si allunga ogni giorno. Fabrizio Narducci, due saloni tra via Sistina a Roma e Capri ci dà qualche cifra: «Il settore si aspetta un crollo della clientela. Si farà meno vita sociale e quindi le signore avranno meno necessità del parrucchiere. E se dobbiamo distanziare le poltrone e ricevere solo su appuntamento il flusso si dimezza. A meno che non allunghiamo l'orario». Poi i prezzi. Si comincia con la sanificazione del locale che è intorno ai 6 euro al metro quadrato. I fornitori propongono kit completi di gel igienizzanti per le mani, spray per le superfici lavabili, visiere di plastica e mascherine, guanti di lattice alla cifra di 270 euro. «Usandoli tutti i giorni, anche con un numero di clienti inferiore a quello solito, questi prodotti durano circa due settimane», dice Narducci. Un costo a parte è rappresentato da kimono, mantelline e asciugamani monouso. Alcuni rappresentanti li forniscono a circa 5 euro. Le conseguenze si faranno sentire anche sulla tasca del cliente. Molti parrucchiere già prevedono di ritoccare i listini del 10%.