2018-08-16
Le ciabatte, le infradito e le scarpe di Picasso costano 120 miliardi
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Il giro d'affari del comparto calzaturiero globale vale 251 miliardi, circa la metà si riferisce alle cosiddette summer shoes che comprendono le iper economiche infradito, le suole di gomma e le babbucce di Hermès da 500 euroGrazie a Rihanna si sono oltrepassati i confini casalinghi, la ciabattone da piscina non è più relegata agli spostamenti casa-spiaggia o alle passeggiate serali con il proprio cane.Boom delle fiulane, le pantofole utilizzate dagli amanti veneziani sono la moda dell'estate 2018.Le tipiche scarpe in tela del celebre pittore spagnolo e dei soldati della guerra civile hanno conquistato tutti i mercati: ora sono dipinte a mano.Gli esperti lanciano lo stile di corda: sandali fatti a mano in Etiopia. Occhio però è roba da fashion blogger.Lo speciale contiene 5 articoli.Le più famose, e ambite, sono senza dubbio le Oran di Hermès. Nere o color sabbia. Semplici, eleganti, mai volgari anche nelle loro varianti colorate o glitterate. Questa calzatura, amata da reali e celebrities di tutto il mondo, è il perfetto compromesso che salva la ciabatta dal cliché della calzatura adatta solo per la spiaggia. Certo, acquistarla è un piccolo investimento. Il modello base parte da una cifra da capogiro, circa 500 euro. Incomprensibile, per molti, spendere così tanto per una calzatura che si può utilizzare solo per tre mesi all'anno. Eppure, la Oran di Hermès, così come le sue borse storiche Kelly e Birkin, è un pezzo di storia che ogni buona fashionista che si rispetti non può non avere nel proprio guardaroba. C'è da dire che la ciabatta, da un paio di stagioni a questa parte, sta vivendo una vera e propria rinascita. Oltrepassati i confini casalinghi, non è più una calzatura relegata agli spostamenti casa-spiaggia o per le passeggiate serali con il proprio cane, ma è divenuta un vero e proprio simbolo di chi vuole abbattere ogni tipo di barriera stagionale e indossare «quello che vuole, quando vuole». Emblematico è il boom che da un anno a questa parte stanno vivendo i ciabattoni con la fascia di gomma. Sì, le stesse che vostra madre vi costringeva calzare in piscina per evitare di prendere le verruche. Quelle odiosissime ciabattone che «spepperettavano» a ogni passo, creando suoni al limite dell'imbarazzante, ora sono diventate un vero e proprio feticcio. La fascia, semplice e plasticosissima come nella migliore delle tradizioni ora è divenuta il fulcro della calzatura. Lo status symbol che separa il vero modaiolo, che la sceglie o classica in gomma per rimanere fedele alla tradizione, dal tronista ripulito che invece la agghinda con pietre preziose palline e chi più ne ha più ne metta. Ad averle inserite nella propria collezione sono tutti i principali stilisti. Dolce&Gabbana ne hanno fatto una variante «hotellerie», bianca nera o rosa cipria, con una semplice scritta ricamata sulla fascia: grand hotel Dolce&Gabbana. Ma dalla semplicità all'esagerazione il passo è breve. Anzi, brevissimo. Gli stessi stilisti hanno infatti rivoluzionato il ciabattone ricoprendolo di pellicciotto sintetico maculato o nero corvino che si abbina perfettamente al muso di tigre o pantera che spicca in tre dimensioni sulla fascia. Una variante più femminile ma non di certo modesta è quella proposta dalla linea di moda della popstar Rihanna che per la sua linea Fenty in collaborazione con Puma ha creato un modello con un enorme fiocco di raso al pasto della banda. Logomania all'ennesima potenza per Fendi che ideato la variante con le sue celebri F stilizzate ovunque.Ma la ciabatta non è l'unica opzione per l'estate.Il sandalo sta vivendo una nuova vita grazie ai modelli ideati in Grecia che strizzano l'occhio ai miti e alle leggende locali. Ancient Greek sandals è un marchio made in Creta che realizza un modello unico nel suo genere e che ricorda il sandaletti indossati da Ermes, il messaggero degli dei. Bassi, rasoterra, abbracciano il piede con due enormi ali che si legano con un semplice laccetto alla caviglia. La prima creazione, in pura pelle, è ora stata declinata in molteplici varianti. Le più belle? Senza dubbio quelle in gomma trasparente, effetto nudo. Anche Elina Linardaki si rifà ai miti dell'antica Grecia per le sue creazione. Con una differenza. La variante gipsy. Largo quindi a sandali alla schiava, pieni di lacci e laccetti che si abbarbicano lungo tutta la gamba ma ricchissimi di perline, ciondolini colorati e sonaglietti. Troppo semplici? Forse. Ma la moda non smette mai di sorprendere ed ecco che Balenciaga propone una variante delle classiche crocs in colori fluo, con zeppe vertiginose e borchie appuntite posizionate strategicamente sulla punta della scarpa, forse per fungere da spauracchio per i criticoni. Uno studio condotto da Reuters ha evidenziato come nell'armadio di una donna ci siano in media 20 paia di scarpe. Di queste, tuttavia, ne vengono utilizzate a rotazione solo cinque. E si quest'ultime, due paia risultano essere ciabatte o sandali senza tacco. Il motivo è semplice: sono comode, perfette in ogni occasione e leggere da trasportare. Le compagne perfette, insomma. Sempre Reuters ha spiegato come il boom delle scarpe e delle ciabatte sia avvenuto in concomitanza della messa in onda del telefilm cult per tutte le modaiole: Sex and the City. La protagonista dello show, la giornalista Carrie Bradshaw (interpretata da una giovanissima Sarah Jessica Parker) aveva una vera e propria ossessione per le calzature al punto da spendere così tanto per la sua passione da commentare con le amiche: «Le scarpe? Sono migliori del dna, identificano chiunque senza tanta fatica». Ma non solo, nel telefilm esiste un'intera puntata dedicata alla passione di Carrie e intitolata proprio «Il diritto alle scarpe» in cui la protagonista subisce l'affronto di venire derubata di un paio di Manolo Blahnik. Una bibbia, insomma, per le donne che subiscono il fascino delle calzature. Tornando allo studio di Reuters, esiste una vera e propria separazione nel mondo della moda calzaturiera pre e post Sex and the City con un prima in cui le donne possedevano, in media, 3 paia di scarpe: una ciabatta, una da giorno e una per le feste.Insomma, le scarpe negli anni hanno tramutato il loro ruolo. Da semplice strumento utilizzato per riparare i piedi si sono trasformate lentamente in un vero e proprio fenomeno di costume. Oggi ne esistono 500 modelli differenti al mondo. Troppe, forse, ma con la loro presenza rendono il calzaturiero uno dei business più longevi nel settore della moda.Citando ancora una volta Carrie Bradshaw: «Così tante scarpe e solo due piedi per indossarle».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/scarpe-2595851617.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="il-fatturato-delle-summer-shoes-vale-120-miliardi-comprese-le-scarpe-di-gomma" data-post-id="2595851617" data-published-at="1757686012" data-use-pagination="False"> Il fatturato delle summer shoes vale 120 miliardi (comprese le scarpe di gomma) Il mercato calzaturiero globale vale più o meno 251 miliardi di dollari e fornisce lavoro ad almeno 5,4 milioni di persone. La metà scarsa del giro d'affari si riferisce alle scarpe estive che vanno dai sandali ultra elaborati fino agli stivali di gomma passando dalle flip flops, le espadrillas e perfino dalle suole in legno. Le vendite di queste calzature sono in crescita e le stime degli analisti prevedono che entro la fine del 2021 raggiungeranno un giro d'affari di 130 miliardi di dollari. Le calzature di pelle dovrebbero chiudere il 2018 con un fatturato di poco inferiore ai 60 miliardi. La differenza si comprende facilmente dall'ampiezza dell'offerta del settore delle cosiddette summer shoes: infradito e semplici calzature in gomma dominano mercati immensi come quelli del'India o del Continente africano. Volumi immensi che sostengono le produzioni di nicchia del made in Italy e della filiera europea in generale. Il 2017 si è chiuso per il calzaturiero all'insegna della stabilità, confermando per diverse variabili i trend positivi, o comunque non particolarmente penalizzanti, di inizio anno. Sorretta dal consolidamento della domanda estera, la produzione made in Italy evidenzia, nelle cifre di preconsuntivo, segnali di tenuta (+1% in volume), invertendo la rotta dopo un triennio di contrazioni. «Tra i mercati oltre confine, cui è destinato più dell'85% della produzione nazionale, stazionari nel complesso i flussi verso la Ue; prosegue il recupero in Russia; si avvia quello negli Usa (ma con valori ancora decrescenti); migliora il Medioriente e rallenta il Fareast (dove crescono Cina e Sud Corea ma frenano Giappone e Hong Kong); la Svizzera rafforza l'importante ruolo di piattaforma distributiva delle griffe», spiega una nota di Azzocalzaturifici. Favorito dalla stagnazione dell'import e dal nuovo record in valore raggiunto dall'export (cresciuto di oltre il 3%), l'attivo del saldo commerciale registra un irrobustimento superiore all'8% sull'anno precedente. Ma l'andamento debolmente favorevole sui mercati internazionali, pur se confortante, non autorizza a parlare di avvio della ripresa, già palesatasi invece in altri settori industriali. <Permangono infatti>, prosegue l'associazione, «oltre a una forte differenziazione tra le performance delle imprese (con trend in media maggiormente penalizzanti per quelle di minori dimensioni) alcune criticità irrisolte, tra cui l'ormai cronica contrazione della domanda sul mercato interno». La richiesta di stato di crisi del settore calzature è sul tavolo del Mise. «Ci attendiamo che sia esaminata a giorni», ha spiegato Giuseppe Tosi, direttore della nuova Confindustria centro Adriatico, frutto dell'unione tra le territoriali di Ascoli Piceno e Fermo al quotidiano Mf. Il territorio di competenza dell'associazione è quello ancora oggi a più elevato tasso di produzione calzaturiera ha richiesto il riconoscimento di area di crisi complessa per affrontare con tutti i mezzi necessari, ordinari e straordinari, una situazione sempre più difficile. «Abbiamo almeno una decina di criticità aperte. Tre anni fa toccava alle piccole imprese, ora è la volta delle grandi. Si parla di ristrutturazioni, tagli occupazionali, concordati e cessazioni d'impresa». E non vale solo per Ascoli e Fermo. Da Ancona in giù, l'industria più fiorente e diffusa della regione, con 1.544 aziende e quasi 20 mila addetti rilevati a fine 2017 da Confindustria moda, è stata colpita da un'ondata negativa che ricorda le staffilate di bora in arrivo dall'Adriatico nelle giornate invernali. L'origine del resto è la stessa del vento: proviene dalla Russia. Resta sempre da sperare che il settore di gamma più elevato riesca tenere a gallo l'intero settore made in Italy.Ignazio Mangrano <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/scarpe-2595851617.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="le-scarpe-utilizzate-dagli-amanti-veneziani-sono-la-moda-dellestate-2018" data-post-id="2595851617" data-published-at="1757686012" data-use-pagination="False"> Le scarpe utilizzate dagli amanti veneziani sono la moda dell'estate 2018 ViBi Venezia Scarpèt, scarpez o semplicemente friulane. In qualsiasi modo vogliate chiamarle, queste comode pantofole sono in poco tempo diventate il must have dell'estate. Da accessorio di nicchia, amato dalle personalità più dandy a vero e proprio fenomeno, le friulane hanno origini decisamente umili. Nascono infatti al termine della Seconda Guerra Mondiale quando, in mancanza di materie prime, le donne del nord Italia utilizzavano scampoli di tessuto e vecchi copertoni di bicicletta per creare della calzature comode, resistenti e adatte a tutta la famiglia. Una tradizione che nei primi del Novecento viene adottata anche dai gondolieri veneziani. Le friulane infatti, oltre a offrire grande stabilità ed essere anti scivolo, non rovinavano la costosissima superficie laccata delle gondole. Abbandonate, negli ultimi anni, dai gondolieri a favore di sneakers anatomiche, sono diventate una delle calzature più amate sia da uomini che da donne. Lo storico negozio veneziano Piedaterre - situato proprio accanto al Ponte di Rialto - attribuisce il loro successo proprio alle loro modeste origini. Quella delle friulane è infatti «una bellezza senza trucco, naturale e perciò intramontabile». Una miscela che ne garantisce il successo dal 1952, anno di apertura del negozio. Ma queste babbucce raccontano anche un'altra storia. I nobili veneziani non ne potevano fare a meno, perché con queste comode scarpe di velluto riuscivano a passare da una stanza all'altra - per far visita alle loro amanti - senza fare rumore. È questa la storia preferita da Vera e Viola Arrivabene, le due sorelle che nel 2014 hanno lanciato il marchio ViBi Venezia, grazie alla collaborazione dell'ecommerce italiano Yoox. L'anno seguente aprono il loro sito dove friulane di tutti i colori vengono vendute a circa 75 euro perché le friulane «non sono un prodotto di lusso» ma una scarpa che proprio per la sua semplicità va bene un po' ovunque: in città, in spiaggia, in viaggio o semplicemente per stare comodi a casa. Se nel 2006 ViBi Venezia produce «solo» 700 pezzi, nel 2017 la produzione raggiunge i 4.000. Un successo planetario e inaspettato. Ecologiche, eleganti e interamente fatte a mano, oggi le friulane di ViBi Venezia sono create con 1000 tessuti diversi. Oggi - oltre che sul web - le babbucce sono in vendita a Milano, Londra (dove sono state viste indosso anche alla modella Kate Moss), Berlino, Patmos e Sciacca, ma per chi desiderasse un'esperienza davvero unica, previo contatto sul sito, vi sarà possibile scegliere il vostro paio preferito insieme a Vera e Viola nelle loro stanze del privatissimo ultimo piano di Palazzo Papadopoli, dove le giovani sono cresciute e dove nel 2014 si è tenuto il matrimonio tra George Clooney e Amal Alamuddin.Mariella Baroli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/scarpe-2595851617.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="le-espadrillas-di-pablo-picasso-ora-vengono-dipinte-a-mano" data-post-id="2595851617" data-published-at="1757686012" data-use-pagination="False"> Le espadrillas di Pablo Picasso ora vengono dipinte a mano Soludos «Quest'estate vado in vacanza a Formentera». Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito pronunciare questa frase? E chi di noi non è mai stato tentato di passare almeno qualche giorno sulla Isla? C'è allora poco da sorprendersi se le espadrillas, tipiche della più piccola delle Baleari, sono diventate le calzature più utilizzate ogni estate. Con la loro suola di corda di iuta, cui devono il nome, si vedono ai piedi di vip e non, grandi e piccini. Un tempo utilizzate dai contadini, la loro prima comparsa e il primo posto d'onore guadagnato tra le calzature di gran moda si ha negli anni Ottanta, grazie al successo di Miami Vice. Dopo un lungo periodo di assenza, rimpiazzate da zeppe e infradito multicolor, sono tornate in voga negli ultimi anni in concomitanza del boom del turismo nelle Baleari. Con i loro tessuti colorati le espadrillas sono perfette per passare una giornata sulla spiaggia del Piratabus per poi fare un giro per i locali di Es Pujols. Ma sono anche la calzatura consigliata per chi vuole avventurarsi tra i viottoli che portano al fare della Mola o fare quattro salti nella discoteca Tipic. Le espadrillas sono sinonimo d'estate, libertà e comodità. Rappresentano al meglio l'animo di un'isola che nonostante il turismo sempre in crescita vuole rimanere a contatto con la natura. Quando si parla di queste calzature, il primo nome che viene alla mente è quello di Isabel Castañer che da anni si trova ai piedi di tutti, dal re di Spagna all'attrice Penelope Cruz. È merito di Isabel se quelle che erano semplici scarpe di contadini e pescatori ora sono vere e proprie icone di moda. Nonostante l'aura glam che le circonda le espadrillas rimangono però le scarpe di tutti. Indossate da artistico come Pablo Picasso e Salvador Dalì, ma anche dai soldati durante la Guerra Civile, per Castañer sono «le scarpe della Repubblica». Bassissime o con la zeppa, monocromo o dalle stampe fantasiose si adattano a ogni stile. È bastato poco perché anche i marchi del lusso decidessero di farle entrare nella loro collezione: da Chanel a Dolce&Gabbana passando per Yves Saint Laurent e Christian Louboutin. Per chi ha uno stile ricercato non possono mancare le le espadrillas di Soludos. Ricamate con scritte, frutti, animali e persino con una bottiglia di spritz, non vi lasceranno certo passare inosservati. Chi invece cerca una calzatura unica, può rivolgersi a Carla Caroli che da anni produce espadrillas dipinte a mano.Mariella Baroli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/scarpe-2595851617.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lultima-moda-gira-tra-i-blogger-ma-arriva-dalletiopia-ciabatte-in-corda" data-post-id="2595851617" data-published-at="1757686012" data-use-pagination="False"> L'ultima moda gira tra i blogger ma arriva dall'Etiopia: ciabatte in corda Prendete una corda, di quelle classiche, belle spesse, che per essere annodate provocano tagli e calli sulle mani. Anziché utilizzarla per legare travi o rami di legno, una tribù in Etiopia crea con questo elemento semplicissimo e null'altro (solo un goccio di colla per far aderire la suola) delle ciabattone semplicissime che, d'improvviso, sono diventate uno dei must have di questa estate.Corda, questo il nome del moderno sandalo che ricorda un po' quello dei viandanti, è un prodotto interamente realizzato a mano che costa poche decine di euro e assicura una comodità senza precedenti.«A differenza dei sandali creati con la corda fino ad ora in commercio, Corda si differenzia perché è creata con un solo prodotto, non trattato in grado di adattarsi alla forma del piede» spiegano Lindsie e Dustin, la coppia di ragazzi che ha ben pensato, dopo un viaggio ad Addis Abeba, di commercializzare quel ciabattone indossato da tutti. «Corda è vegano, interamente fatto a mano, rispetta l'ambiente, si può lavare in lavatrice e non subisce modifiche che lo rendono inutilizzabile in caso di pioggia. Insomma, è la calzatura perfetta». Chi ha avuto modo di indossare un paio di questi strani ciabattoni, che sembrano un po' delle zattere, giura di non aver mai portato scarpe così comode. «Sembra sempre di camminare su un tappeto» scrivono le influencer su Instagram che, da qualche mese a questa parte, non riescono a fare a meno di fotografarsi in ogni parte del mondo con ai piedi le loro Corda.Amate da ogni buona fashion blogger che si rispetti, compresa Chiara Ferragni, Corda vanta già decine di copie. Nomadic State of Mind, noto per i suoi capi vegani, le produce - identiche - ma made in Nicaragua. Urban Outfitters e & Other Stories le hanno inserite nel loro catalogo estivo, in colori come bianco, rosso, nero e naturale. E anche Topshop, una delle più famose catene di fast fashion, ha ben pensato di realizzare le sue «corda» aggiungendo la variante con suola in legno. L'originale, però, non si batte. La differenza essenziale è che la ciabatta etiope, oltre a essere comoda per davvero e a non tagliare - inspiegabilmente visto il materiale - il piede a chi la indossa, è anche leggerissima. Al punto di dare la sensazione di camminare a piedi scalzi. Marianna Baroli
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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