2025-07-25
«Fatture false e truffa aggravata»: scandalo tax credit, perquisito Iervolino
La Guardia di finanza ha sequestrato schede e pc portatili. Il produttore: «Per me è un’opportunità per fare chiarezza».Nuovo colpo di scena nella vicenda legata al tax credit all’industria cinematografica italiana. Ieri la Guardia di finanza ha perquisito le sedi di tre aziende riconducibili al produttore Andrea Iervolino: si tratta della Arte video srl, Tatatu spa e, soprattutto, della Sipario movies spo, l’azienda al centro di un vero e proprio caso visto che pochi giorni fa si è vista revocare 62 milioni di sussidi, concessi negli anni precedenti, giudicati dal ministero della Cultura guidato da Alessandro Giuli non dovuti. Ieri le Fiamme gialle, nel blitz, hanno sequestrato documenti, schede di memorie e computer portatili: al centro degli accertamenti c’è proprio il tax credit, visto che gli uomini della Finanza erano a caccia dei documenti utilizzati fa Iervolino per ottenere i finanziamenti statali. Per l’imprenditore (e per altre tre persone coinvolte nella gestione delle aziende: si tratta di Maria Ruggiero, Giorgio Paglioni e Giuseppe Tissino, per tutti ci sono state perquisizioni anche nelle abitazioni) le accuse sono di truffa aggravata ai danni dello Stato e uso di fatture false. Secondo il procuratore aggiunto Antonino Di Maio, che coordina l’indagine, ci sarebbero delle irregolarità nello stanziamento di circa 100 milioni di euro, questa la cifra totale erogata, da parte del ministero alle società del produttore. L’inchiesta è partita proprio da una segnalazione del ministero che, dopo alcune verifiche interne sulle modalità di concessione dei sussidi utilizzate negli anni passati e fino a poche settimane fa (una stretta annunciata anche da Giuli in Parlamento), ha successivamente segnalato tutte le anomalie riscontrate al Nucleo di polizia economica-finanziaria. «È un atto dovuto e sono felicissimo che queste perquisizioni siano state fatte», racconta alla Verità Iervolino, poche ore dopo il blitz, «è un’opportunità per fare chiarezza. E chi più di loro può farlo? Il tutto deriva dal combattimento in atto tra me e Monika e, se devo essere sincero, l’arrivo della Finanza non né stato una sorpresa. Ho rilasciato anche delle dichiarazioni spontanee, meno male che sono arrivate». La Monika cui fa riferimento Iervolino è Monika Waldner Gomez Del Campo Bacardi, nota nell’ambiente dello spettacolo come «Lady Bacardi»: sono i due fondatori della Sipario movies in lotta ormai da oltre un anno per il controllo dell’azienda ora in stato di crisi e affidata a un amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Roma. La Sipario era finita al centro delle cronache una decina di giorni fa quando il sottosegretario alla Cultura, la leghista Lucia Borgonzoni, aveva sbandierato che i controlli annunciati dal ministro Alessandro Giuli sull’ormai famigerato tax credit (scattati dopo lo scandalo provocato dal caso Francis Kaufmann, il presunto killer del duplice omicidio di Villa Pamphili a Roma che, sotto il falso nome di Rexal Ford, aveva avuto accesso al credito d’imposta per il film Stelle della notte per un totale di poco superiore a 860.000 euro) avevano portato alla revoca di 66 milioni di euro di credito d’imposta precedentemente concessi a diverse opere cinematografiche. Di questi 66 milioni, quasi l’intera «torta» di sussidi (pari a 62 milioni di euro) da restituire appartiene proprio alla Sipario movies spa. Il documento di revoca del sussidio porta la firma di Nicola Borrelli, «dimissionato» e ormai (quasi) ex direttore generale del settore Cinema e audiovisivo del ministero. Contro la revoca, Iervolino aveva replicato con una lunga lettera preannunciando l’intenzione di opporsi legalmente alla mossa del defenestrato Borrelli annunciando il ricorso al Tar e, anzi, auspicando addirittura un «ravvedimento» da parte del ministero attraverso la cancellazione della decisione di revoca. Una mossa che aveva provocato la reazione dell’ex liquidatore della Sipario, David Peretti, l’uomo che aveva prodotto la documentazione in base alla quale il ministero ha, successivamente, deciso di revocare i sussidi alla Sipario e accusato, sostanzialmente, da Iervolino di essere in combutta con la Bacardi per far affondare la società. Peretti aveva scritto, in una lettera inviata alla Verità, che «i crediti di imposta cinematografici furono concessi nel corso degli anni dal ministero della Cultura sulla scorta di fatture per operazioni inesistenti per circa 300 milioni di euro, fabbricate ad arte. I bilanci della Sipario dal 2019 al 2024 risultano infarciti di numerose altre fatture per operazioni inesistenti, illecitamente scambiate o meglio incrociate dalla società con altri operatori del settore, al solo fine di richiedere e ottenere illecitamente crediti di imposta cinematografici milionari dal ministero della Cultura». Peretti aveva concluso affermando che «i due miei esposti presso la Procura della Corte dei conti del Lazio, trasmessi per conoscenza al Mic, e le denunce penali che ho presentato nelle diverse giurisdizioni dipingono e documentano inquietanti pratiche illecite poste in essere e perpetrate per anni, che coinvolgono decine e decine di soggetti». Italia viva, con Roberto Giachetti, e il Movimento 5 stelle, con Amato Gaetano, si erano a presi a cuore la vicenda Sipario tanto da presentare, con i due deputati, altrettanti interrogazioni a Giuli per chiedere, in sostanza, di revocare la revoca dei 62 milioni di contributi pubblici. Iervolino, prima della visita dei finanziari di ieri, aveva iniziato la settimana inviando una diffida all’ex dg Borrelli chiedendo anche un risarcimento danni pari a 48,5 milioni di euro, oltre la cancellazione del provvedimento di revoca dei 62 milioni.
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.