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La Santa Sede: «L’Onu è intollerante. Tutela gender e aborto, non la fede»

La Santa Sede: «L’Onu è intollerante. Tutela gender e aborto, non la fede»
Monsignor Gallagher (Getty Images)
Per monsignor Gallagher, diplomatico vaticano, «verso i cristiani avvengono continue violazioni della libertà religiosa». Che, nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, viene eclissata dall’ideologia.
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(Arma dei Carabinieri)

In occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione di Washington (Cites), l’Arma ha celebrato «Cites: 50 anni di tutela della biodiversità globale», mezzo secolo di impegno nella tutela delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione, con la presentazione ufficiale del Calendario Cites 2026.

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La Corte dei Conti ammette: «Durante il Covid avevamo le mani legate sugli acquisti»
Guido Carlino (Imagoeconomica)
Con un ritardo di cinque anni dall’emergenza, Guido Carlino dichiara: «Nessun controllo, ora indaghiamo». Malan: «Osservate tutte le spese, tranne quelle di Arcuri e i suoi».

La Corte dei Conti sta ancora indagando sulla gestione dell’emergenza Covid. Compresi gli acquisti e gli sdoganamenti delle mascherine. A rivelarlo nero su bianco un documento che il presiedente della Corte, Guido Carlino, ha depositato (e letto) ieri in occasione della sua audizione in Commissione Covid. «Nei limitati ambiti entro i quali il presidio della Corte dei Conti è stato sostanzialmente circoscritto», si legge nel documento, «ovvero al solo controllo successivo al termine della gestione commissariale, è stata programmata una indagine dalla competente Sezione centrale di controllo, con deliberazione n. 60/2024/G, avente ad oggetto la gestione delle risorse finanziarie assegnate al commissario, nonché i risultati conseguiti per effetto delle attività svolte fino al termine dello stato d’emergenza e che risulta tuttora in corso».

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L’imam Shahin lascia il CPR: per i giudici non sarebbe una minaccia tale da giustificare la detenzione, nonostante le sue parole sul 7 ottobre e un passato già segnalato dal Viminale. Il provvedimento di espulsione resta, ma la decisione riapre una questione cruciale: fino a che punto la sicurezza nazionale può essere messa in secondo piano rispetto ai ricorsi e alle interpretazioni giudiziarie?

Il deficit commerciale con Pechino tocca i 73 miliardi nei primi dieci mesi dell’anno. L’industria (divisa) chiede tutele, ma Merz dovrebbe stravolgere il modello tedesco.

Ogni stagione ha il suo «Fate presto!». Questa volta, l’esortazione non è rivolta all’Italia ma alla Germania, e non per tagliare il debito pubblico bensì per tagliare i legami con la Cina. Il lamento degli industriali tedeschi, sempre più in difficoltà di fronte alla potenza industriale cinese, risuona potente nei corridoi della cancelleria di Berlino.

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