2024-05-10
Sanchez dice no all’Opa della banca cattolica
Il governo di Madrid si oppone all’offerta ostile da 11,5 miliardi di Bbva su Sabadell: ha effetti negativi sulla concorrenza. Vuole tutelare il Santander vicino all’Opus dei? O mettere il becco in Catalogna? Intanto la Lagarde: «Serve un’azione dall’alto».Sin boda. Niente nozze. Il governo spagnolo guidato da Pedro Sanchez si mette di traverso alla fusione tra il Banco Bilbao e il Banco Sabadell dichiarandosi contrario sia alla forma sia alla sostanza dell’Opa ostile carta contro carta per l'acquisizione del 50,1% dell’istituto finanziario catalano lanciata ieri mattina dal Bbva, L’annuncio dell’offerta era arrivato tre giorni dopo il rifiuto della proposta di fusione e l’operazione prevedeva l’offerta di una nuova azione Bbva ogni 4,83 azioni Sabadell, includendo così un premio del 30% sul prezzo di chiusura delle azioni di entrambi gli istituti finanziari al 29 aprile, giorno successivo alla circolazione delle prime indiscrezioni per l’offerta proposta da Bbva e rifiutata da Sabadell tre giorni fa. Il premio sulla media a tre mesi delle azioni si attesta invece al 50%. Valore complessivo dell’operazione: 11,5 miliardi. Ma secondo il ministro dell’Economia, Carlos Cuerpo, ci sarebbe un impatto negativo sulla concorrenza. Ovvero sul colosso iberico Santander della famiglia Botin, considerata vicino all’Opus dei, che sarebbe insidiato da un eventuale matrimonio tra le due banche concorrenti. Dalla fusione sarebbe, infatti, nato un gruppo con una capitalizzazione di Borsa di circa 70 miliardi e una quota di mercato dei prestiti vicina al 22% in Spagna. Si tratta del secondo tentativo del Bilbao, notoriamente vicina al mondo cattolico, di rilevare Banco Sabadell: il primo era naufragato nel 2020, sempre per questioni di prezzo, dopo un breve periodo di trattative. Sicuramente l’acquisto di Sabadell consentirebbe a Bbva di diversificare dal Messico, il suo mercato principale, e da altre economie in via di sviluppo come la Turchia e il Sud America e di concentrarsi sul mercato interno. Gli analisti vedono poche chances di successo perché la nuova offerta di acquisto non è stata migliorata rispetto a quella già inviata al cda della preda e respinta. Ma il punto è anche politico. In un’intervista rilasciata all’emittente pubblica Tve, Cuerpo ha però dichiarato l’opposizione del governo all’offerta di acquisizione avanzata dal Bbva, aggiungendo che l’operazione potrebbe aumentare l’incertezza e la volatilità nel sistema finanziario spagnolo e sottolineando che il governo ha l’ultima parola sulla questione. «È un’operazione contraria agli interessi del nostro Paese. Distruggerebbe molti posti di lavoro, causerebbe l’esclusione finanziaria e un ulteriore oligopolio. Ciò significa liquidare Sabadell a beneficio solo dei fondi di investimento esteri che possiedono Bbva», ha scritto su X anche il ministro del lavoro, Ylanda Diaz. L’intervento del governo Sanchez arriva pochi giorni prima delle elezioni regionali in Catalogna e ha risvolti politici. «All’Opa ostile contro Sabadell bisogna rispondere con tutta la forza, il diritto e la ragione. Da tempo è in atto una strategia di liquidazione dell’attività bancaria catalana, che danneggia gli utenti e il Paese», aveva commentato il presidente della Catalogna e membro del Parlamento europeo, Carles Puidgemont. Il no di Sanchez alle nozze bancarie tra le due banche del Paese arriva, inoltre, proprio mentre in Europa si discute di come concretizzare l’unione dei mercati dei capitali. La presidente della Bce, Christine Lagarde ha dichiarato di recente che occorre rovesciare la direzione di marcia seguita finora passando dall’azione «dal basso», all’azione «dall’alto» per imprimere una svolta rapidamente. Come si tradurrà quel «dall’alto» citato da Lagarde, e chi ne trarrà maggiore beneficio, è il punto su cui riflettere. Ieri, intanto il vicepresidente dell’Eurotower, Luis de Guindos ha detto: «Dobbiamo essere assolutamente prudenti, al momento non sappiamo se l’operazione si concretizzerà, dipende dagli azionisti ma posso dirvi che la Bce deve autorizzarla e lo fa sempre sulla base del principio di solvibilità e del principio prudenziale. Quello che cerchiamo è la stabilità del sistema finanziario della zona euro e la Spagna è un Paese importante». Certo, sarà ancor più complicato consolidare il settore bancario se la politica si mette di mezzo. Sul tema è intervenuto, mercoledì scorso in un’intervista a Class Cnbc, anche l’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. «È difficile fare acquisizioni amichevoli tra una banca da 50-60 miliardi di capitalizzazione di mercato e una da dieci miliardi», ha evidenziato. Aggiungendo che «un’operazione di questo tipo in genere è più ostile che amichevole. E questo è l’unico modo per mettere a segno un’operazione nell’attuale panorama bancario. Questo è il motivo per il quale non è facile fare operazioni di consolidamento a livello domestico. Non è facile fare un’acquisizione ostile. L’obiettivo di banche che valgono 10 miliardi di capitalizzazione non è quello di diventare parte di un gruppo più grande, solo perché si offre un premio del 30%. Guardando a possibili operazioni all’estero, è chiaro che servono sinergie e per farle serve l’unione del mercato dei capitali. Teoricamente si può studiare qualsiasi tipo di acquisizione, ma alla fine sarà impossibile concludere un accordo», ha sottolineato l’ad di Intesa.
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(Totaleu)
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