2018-10-09
Salvò la piccola Amanda dall’aborto: il miracolo che rende santo Montini
Domenica papa Paolo VI salirà agli onori degli altari. Il libro di Andrea Zambrano, di cui pubblichiamo uno stralcio, racconta la prova decisiva, il salvataggio grazie alla preghiera di una giovane che stava per perdere il suo bambino, e che permetterà a Giovanni Battista Montini di diventare santo. «Piangere è l'unica cosa che so fare, mamma. Non me ne vengono in mente altre. Se solo avessi una risposta, ma qua non arriva niente». La piccola Amanda, intanto, cresce... Inspiegabilmente. «Siamo già alla diciottesima settimana. Tutto tace e tutto sembra andare avanti. Che cosa accadrà?». «Confida in Dio, figliola. Io sto pregando molto». Vanna e sua madre non sono solite parlare di fede e di preghiera. Ma quella mattina Vanna osa chiedere ad Anna Maria qualche cosa di più di quelle che a lei sembrano ancora inutili speranze. «Ah, sì... E chi preghi?». «Dio, la Madonna, il tuo angelo custode e quello di Amanda». […]Per un attimo impercettibile Vanna prova a vedersi in una situazione diversa da quella fredda e razionale che conosce di sé: «Un angelo? E che cosa gli dico? Che vorrei tornare indietro; ma indietro non si può. Vorrei non aver mai fatto quel maledettissimo esame. Pensavo che la scienza mi avrebbe dato tutte le risposte di cui avevo bisogno. Invece, è stata la medicina a rovinare tutto. Guarda mamma, in che stato sono. Dove sei angelo? Se ci sei, toglimi da questo calvario inutile».Poi le parole di mamma Anna Maria vengono interrotte dalla suoneria del telefonino di Vanna. È Sabrina, l'amica e collega che in questi giorni non smette un attimo di esserle vicina. Anche Sabrina lavora nello stesso ospedale di Vanna. «Vanna, dobbiamo vederci. Devo dirti una cosa». Dopo pochi minuti, Sabrina arriva a casa e, seduta sul divano, esordisce: «Dobbiamo pregare Paolo VI».«Chi?».«Paolo VI. È stato un Papa e adesso è beato».«E allora? Io che c'entro?».«Non lo so, ma mi è stato detto di pregarlo perché ha fatto un miracolo su un caso simile al tuo».«Un angelo, il miracolo», sbotta Vanna, «ma com'è che oggi siete tutti tanto mistici?».«Sì, ti dico. Ho parlato con un collega».«Ah sì, e chi?».«Un collega».«Embè? Me ne ricordo un altro che mi ha detto: “Nel tuo caso dovremmo mandarti a casa con la flebo di acqua santa attaccata al braccio". Ma era una battuta, non ci ho fatto più di tanto caso. Dai, per piacere, non è giornata».«E invece no, Vanna. Mi devi ascoltare».Sabrina così le racconta del colloquio avuto poche ore prima in reparto con il dottore. «Ci siamo incrociati per caso ed è stato lui a chiedermi: “Sabri, come sta la tua amica?". Così gli ho riferito degli ultimi sviluppi».«E lui?».«Lui dice: “Vanna è tosta, si vede che vuole a tutti i costi la sua bambina". Poi mi fa tutta una filippica sulle tue condizioni mediche e sul fatto che come ginecologo sa perfettamente che la situazione è davvero disperata. Però, l'ho visto molto interessato alla tua storia tanto che a un certo punto mi ha chiesto: “Posso chiederti di far avere un messaggio alla tua amica?"».«E tu?».«"Certo". Così mi ha detto: “Dille di pregare Paolo VI, il Papa che è stato recentemente beatificato"».«Ma chi è?».«Appunto, anche io gli ho fatto la tua stessa domanda: “E chi è 'sto Paolo VI?"».«E lui?».«Mi ha detto che è un Papa che è stato beatificato dopo un miracolo su una donna in gravidanza con una grave malformazione fetale. Dice di averlo letto su un articolo di giornale la notte scorsa. Anche lei doveva abortire, ma non volle farlo e alla fine ha partorito un bambino sanissimo. Mi ha spiegato che è grazie a questo miracolo se ora Paolo VI è beato».«Si vabbè, ma vedi… Lei almeno il liquido amniotico ce l'aveva, io lo perdo continuamente».«Non importa Vanna, se è stato un miracolo quello e la scienza non sa spiegarselo, chi ti dice che questo non potrebbe accadere anche a te?».Vanna si congeda da Sabrina con uno strano e inconsueto interesse per quell'ennesimo tentativo di risollevare una giornata che, tra antibiotici e cortisone, era destinata a essere conclusa su un cuscino inzuppato di pianto. E quando riferisce al marito quella storia così strana - raccontata da un medico, poi! -, Alberto ha un moto d'istinto e si dirige al pc.«Che fai?».«Aspetta: Pa-o-lo ses-to, mi-ra-co-lo», digita sulla tastiera. «Eccolo: “Il miracolo di Paolo VI"». I due leggono per sommi capi la storia che ha portato pochi giorni prima alla beatificazione di Giovanni Battista Montini, che fu Papa di Santa Romana Chiesa dal 1963 al 1978 con il nome di Paolo VI. […] Un miracolo inerente la vita nascente, proprio per lui che volle fortissimamente quell'enciclica Humanae Vitae che si può considerare a tutt'oggi come il principale baluardo della Chiesa contro ogni tipo di pratica abortiva e contraccettiva in un mondo in cui, invece, aborto e contraccezione sono ormai non solo la regola, ma diritti acquisiti. Dopo aver letto quella storia, Vanna vuole saperne di più e, continuando a navigare su Internet, si imbatte in un santuario non lontano da Verona... «Guarda qua», esulta, «Santuario delle Grazie di Brescia. È qui che è conservata una statua di Paolo VI, deve esserci una devozione importante».«Andiamoci anche noi», le dice Alberto. […] «D'accordo, ci andiamo. Non si sa mai che…». È il 29 ottobre 2014 e Vanna ha da pochi giorni effettuato la traumatica visita di Verona in cui le prospettano un aborto «terapeutico» per mettere fine al calvario. Da quel momento le si apre un'altra strada che, però, ancora non può sapere dove la porterà. «Ma tu hai visto almeno che faccia ha 'sto Paolo VI? Chissà se in Chiesa lo riconosceremo?».Il viaggio verso Brescia è estenuante, tanto da essere vissuto come un vero e proprio pellegrinaggio. […] Il santuario si trova in centro storico, non distante dai portici del Palazzo della Loggia. […] Trovato parcheggio, i due entrano nella chiesa. Dopo aver girovagato un po' alla ricerca dell'effige di Paolo VI i due si imbattono nella statua della Madonna delle Grazie che dà il nome al santuario e si accorgono sulla sinistra di una porticina che dà su un chiostro esterno. Girato l'angolo, Vanna e Alberto scorgono in fondo al giardino una statua di bronzo che troneggia ieratica. […] Arrivati ai piedi della statua, i due sposi non sanno che fare. Per un po' la osservano intimoriti e vedono questo uomo gracile di bronzo mentre allarga le braccia in segno di accoglienza. Pensano che in quel momento stia accogliendo loro e di punto in bianco l'imbarazzo si scioglie. Il basamento sotto i piedi di bronzo reca un'epigrafe nella quale viene scritto per esteso il nome di Paolo VI: Giovanni Battista Montini. «Sei tu dunque quello che devo pregare?»: Vanna inizia così un dialogo con quella statua per nulla incurante di sentirsi inadeguata o ridicola. I due si mettono in ginocchio sul pavimento tenendosi per mano. «Mi hanno detto che devo pregare te per la mia bambina». Sono attimi di silenzio, ma tutto viene naturale e spontaneo. Fino a che la giovane mamma non inizia un pianto ininterrotto: «Aiuta la mia bambina, ti prego. Sì, lo so, ho sbagliato, sono tremendamente pentita di quello che ho fatto. Non c'è giorno che non pensi al male che ho causato, ma adesso so che siete voi in cielo gli unici che mi potete aiutare». […] Dopo quella preghiera a cuore aperto Alberto e Vanna tornano in chiesa e lì, su un banco, trovano un santino su cui è stampata una preghiera a Paolo VI, beatificato appena dieci giorni prima da papa Francesco in piazza San Pietro a Roma, il 19 ottobre 2014. La raccolgono e si inginocchiano ancora una volta: «O Signore, per intercessione di papa Paolo VI, concedi il tuo aiuto per ottenere la grazia di… Sia fatta, Signore, la tua volontà. Pater, Ave, Gloria».In quei tre puntini di sospensione Vanna avrebbe voluto raccontare tutto il suo doloroso calvario, le notti insonni, i pianti, gli errori e gli egoismi di una storia che stava ora pagando caro. Ma le esce soltanto un flebile: «Per ottenere la grazia di salvare Amanda, la nostra piccola». Conclusa la preghiera, Vanna e Alberto rimangono ancora in ginocchio per molto tempo. In silenzio, come non era loro mai capitato di fare.Poco dopo guadagnano l'uscita del santuario, non prima di essere tornati davanti a quella statua per renderle un ultimo doveroso omaggio. E, accesa una candela, si congedano da quel «misterioso» compagno di viaggio entrato così stabilmente nella loro vita.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)