2020-02-28
Salvini prova a finire il Conte dimezzato. E dal Quirinale lancia il «governo di unità»
Matteo Salvini (Alessia Pierdomenico, Bloomberg via Getty Images)
Il capo della Lega elogia il Colle. Poi propone: «Voto fra 8 mesi». Iv fa da sponda, Pd e M5s rispondono a insulti. Gelo di Giorgia Meloni.Sberla di Giulio Tremonti al premier: «Per la Costituzione la profilassi spetta allo Stato».Lo speciale contiene due articoli.Matteo Salvini una ne fa e cento ne pensa. Giornata della responsabilità, quella di ieri, per il leader della Lega, che nel giro di poche ore prima invoca un «governo di unità nazionale» (ovviamente a patto che il premier non sia Giuseppe Conte), poi incontra il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e lo elogia pubblicamente. Manca solo che, da milanista sfegatato, faccia un sincero in bocca al lupo all'Inter per la conquista dello scudetto, e qualcuno si potrebbe chiedere se il leader del Carroccio abbia ingaggiato un sosia. Invece no: è sempre lui, Salvini, a dettare l'agenda della comunicazione e a far traballare la maggioranza, approfittando del fatto che Conte è in caduta libera per la maldestra gestione dell'emergenza coronavirus, che ha fatto arrabbiare perfino Mattarella. «Questa squadra di governo», dice Salvini in conferenza stampa, «non è adatta a gestire la normalità, figuriamoci l'emergenza. Noi vogliamo che l'Italia riparta ma con Conte non riparte. La Lega c'è per accompagnare il Paese fuori dal pantano, al voto. L'importante è non affondare. Con Conte l'Italia affonda», aggiunge l'ex ministro dell'Interno, «noi siamo disponibili a remare su una scialuppa di salvataggio per il tempo strettamente necessario a tornare alla normalità democratica. Siamo in grado di votare da qui a otto mesi? Probabile. Conte», insiste Salvini, «non può accompagnare il Paese al voto, se arriva qualcun altro che decide tre cose da fare in questi otto mesi c'è il sostegno della Lega».Salvini sale al Colle all'ora di pranzo, e all'uscita, dopo un colloquio di una ventina di minuti con Mattarella, si complimenta con lui: «Nel presidente della Repubblica», dice, «ho trovato un interlocutore attento sul fatto che l'Italia debba riaprire tutto il possibile il prima possibile. L'appello che ho chiesto al presidente della Repubblica di lanciare a chi è al governo è di riaprire tutto quello che si può riaprire».Il Quirinale si affretta a far sapere che è stato Salvini a chiedere l'incontro, durante il quale non si è assolutamente parlato di governi, istituzionali o meno, ma solo dell'emergenza coronavirus. Intanto, la politica italiana si interroga su quale sia il motivo dell'inversione di rotta dell'ex vicepremier. «Salvini», confida alla Verità un altissimo dirigente del Pd, «vuole solo seminare zizzania nella maggioranza, ma all'idea del governissimo non ci crede neanche lui. Credo che la sua mossa sia dettata dal fatto che per i prossimi otto mesi non può più chiedere le elezioni».Seminare zizzania nella maggioranza: traduzione, far sognare a Matteo Renzi di poter finalmente mandare a casa Conte. «Viviamo ore molto difficili», aveva scritto l'ex Rottamatore due giorni fa, «il coronavirus va messo sotto controllo. Se ci mettiamo tutti insieme, senza distinguo assurdi, possiamo farcela». Ieri, la smentita che non smentisce, anzi: «Per favore», twitta Renzi, «siamo seri. Basta retroscena, basta gossip, basta chiacchiericcio. Ho chiesto dal giorno uno di smettere di parlare del governo e di concentrarsi sull'emergenza coronavirus. Quando l'emergenza sarà rientrata parleremo del futuro del governo. Ora lavoriamo tutti insieme». Ci pensa il deputato di Italia viva, Luciano Nobili, a offrire una sponda a Salvini: «Un governo di unità nazionale? Noi», dice Nobili a Un giorno da pecora su Radio 1, «lo abbiamo proposto, perché crediamo che in un momento difficile il Paese abbia bisogno di farsi trovare unito, non con le polemiche di questi giorni». Porte aperte dalla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, di Forza Italia e leader di Voce libera: «Il dovere di una politica seria», osserva la Carfagna, «è ammettere l'esistenza di un'emergenza economica potenzialmente molto più grave del previsto e aprire una nuova pagina di dialogo in nome dell'unità nazionale: solo uno sforzo comune può mettere l'Italia e gli italiani al riparo dai danni di un pericoloso ciclo di crisi». «Se cade questo governo, bisogna andare al voto», ribatte all'Adnkronos il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani. Il Pd smentisce con decisione: «Non se ne parla. Ci mancherebbe pure. Con la Lega», dichiara il vicesegretario dem, Andrea Orlando, «nessuna alleanza di governo». Porte chiuse a Salvini anche dal M5s, ma si sa che i grillini sono allo sbando, e pur di restare incollati alle poltrone voterebbero la fiducia a qualunque premier. «C'è chi pensa di sfruttare il coronavirus per una resa dei conti? Non posso immaginare qualcosa di più cinico!», attacca il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, del M5s. Chi invece fa sentire forte il suo «no» è Giorgia Meloni: «Fratelli d'Italia considera il governo Conte una esperienza fallita», sottolinea la leader di Fratelli d'Italia, «ed è pronto a presentare una mozione di sfiducia al governo per verificare se ci sia ancora una maggioranza che lo sostiene. Ma insistiamo nel dire che la soluzione per il dopo Conte, a nostro avviso, sono libere elezioni. Ogni altra ipotesi che si dovesse mettere in campo non ci troverebbe d'accordo. Dopo due governi nati da un inciucio che non hanno prodotto nulla se non l'immobilismo e i compromessi al ribasso», sottolinea la Meloni, «non crediamo ne serva un terzo, ancora più eterogeneo dei due precedenti». La trovata di Salvini e il gioco di sponda di Renzi suscitano molte critiche, anche velenose, tra i big di Fratelli d'Italia: «La cosa più sconcertante», sussurra alla Verità una fonte di primo piano del partito della Meloni, «è approfittare di un'emergenza nazionale come il coronavirus per tentare giochetti di palazzo. Che cinismo…». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/salvini-prova-a-finire-il-conte-dimezzato-e-dal-quirinale-lancia-il-governo-di-unita-2645320480.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="giuseppi-ha-accusato-i-governatori-ma-i-pieni-poteri-ce-li-aveva-gia" data-post-id="2645320480" data-published-at="1757714269" data-use-pagination="False"> Giuseppi ha accusato i governatori. Ma i «pieni poteri» ce li aveva già E se Giuseppe Conte, anziché l'avvocato del popolo, fosse un quaquaraquà? Non lo diciamo noi - non oseremmo. Lo ha suggerito mercoledì sera l'ex ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, ospite di Stasera Italia, il talk show condotto da Barbara Palombelli su Rete 4. Si discuteva del caos creato dai tira e molla tra esecutivo e Regioni nell'allarme coronavirus. E Tremonti, giustamente spietato, ha rigirato il coltello nella piaga: la polemica scatenata dal premier con i governatori leghisti, minacciati da Giuseppi di essere privati dei loro poteri in materia sanitaria, era del tutto fuori luogo: il presidente del Consiglio aveva già, ai sensi della Costituzione, la responsabilità di gestire l'emergenza. «Nel titolo V della Costituzione vigente, fatto dalla sinistra», ha ricordato l'ex ministro, «all'articolo 117 (invero è il 114, ndr), secondo comma, lettera q come quaquaraquà, si dice che le profilassi sanitarie internazionali sono di competenza statale». Dunque, il governo avrebbe dovuto decidere da subito «cosa fare e cosa non fare» e pretendere obbedienza. «Il caos che c'è adesso», ha concluso Tremonti, «dipende dal fatto che non è stata applicata la norma fondamentale della Costituzione». Analisi impeccabile. All'articolo 114 del titolo V, frutto della riforma del 2001 (governo Amato II), si legge infatti che lo Stato «ha legislazione esclusiva», tra le varie materie, anche su «dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale» (lettera q). Più profilassi internazionale della difesa dal virus cinese... Gli strali di Conte contro i presidenti delle Regioni del Nord, quindi, sono stati non solamente un gesto inopportuno, viste le circostanze e la necessità di collaborare lealmente, ma pure la dimostrazione lampante dell'incompetenza dei «competenti». Le ipotesi, in effetti, sono due - ed entrambe non contribuiscono ad attribuire a Giuseppi il profilo del grande statista, che forse lui crede di meritare. O il premier non conosce la Costituzione e nessun membro del suo staff gli ha fatto notare che era la stessa legge fondamentale della Repubblica a garantirgli «pieni poteri» in questa situazione. Questo, per un giurista, non è proprio il massimo, ma se non altro salva la buona fede del «quaquaraquà» (citiamo sempre Tremonti). L'altro scenario, da questo punto di vista, è persino peggiore. Se Conte conoscesse quella norma del titolo V e sapesse che a essa poteva appigliarsi prima di battibeccare con Attilio Fontana e Luca Zaia, prima di prendersela con i medici in prima linea (come Raffaele Cadorna se la prese con i soldati massacrati a Caporetto) e prima di offrire alla Procura di Lodi una notizia di reato, ne conseguirebbe una conclusione logica: ovvero, che il premier l'ha deliberatamente buttata in caciara, ha appositamente sfruculiato i governatori del Nord. Con che scopo? Probabilmente, duplice. Da un lato, brandire un motivo di propaganda anti leghista, visto che il caos sul coronavirus potrebbe convincere l'opinione pubblica che aveva ragione il Carroccio a invocare più prevenzione. Dall'altro, creare un po' di bagarre per distogliere l'attenzione dall'imbarazzante collezione di fughe in avanti e marce indietro del governo da lui presieduto, oltre che della struttura commissariale affidata al capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Avvocato del popolo, quaquaraquà, o azzeccagarbugli?
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)