2020-10-03
Salvini oggi affronta il processo a Catania ma alle spalle si trova il centrodestra unito
La tre giorni leghista sotto l'Etna chiude con Giorgia Meloni e Antonio Tajani Il pm potrebbe chiedere il proscioglimento per la Gregoretti. Nell'udienza, che potrebbe durare da poche ore a più giorni, la pubblica accusa e la difesa dell'ex ministro dell'Interno potranno depositare nuovi documenti e memorie, e potranno anche chiedere al giudice Sarpietro di compiere nuove attività istruttorie. Il leader della Lega potrebbe anche decidere di rendere una dichiarazione spontanea, o di sottoporsi a un interrogatorio, un'eventualità resa credibile da una sua dichiarazione di giovedì: «Sono molto curioso», ha detto Salvini, «perché non sono mai stato davanti ad un giudice che ti interroga». In teoria, anche i 131 immigrati che sono le presunte vittime del presunto sequestro potrebbero intervenire nell'udienza preliminare, chiedendo di costituirsi parte civile, e altrettanto potrebbero fare alcune delle tante associazioni pro immigrazione e Ong, le organizzazioni non governative da anni schierate a difesa dei clandestini.Se la giustizia italiana rispondesse a una logica razionale, in realtà, oggi potrebbe anche accadere che la Procura di Catania chieda l'archiviazione del procedimento contro Salvini. Del resto, già un anno fa Carmelo Zuccaro, procuratore di Catania, s'era detto favorevole al proscioglimento del leader leghista: «Non sussistono i presupposti del delitto di sequestro persona, né di nessun altro delitto», aveva scritto nel settembre 2019 Zuccaro. E aveva aggiunto: «Questo pubblico ministero ritiene che l'avere prolungato per circa tre giorni la permanenza a bordo della nave Gregoretti dei migranti salvati in mare da unità militari italiane - garantendo comunque loro assistenza medica, viveri e beni di prima necessità, e consentendo l'immediato sbarco di quanti presentavano seri problemi di salute e dei minorenni - non costituisca una illegittima privazione della libertà personale punibile ai sensi dell'articolo 605 del Codice penale». La chiarezza di quel pronunciamento non era servita a nulla, perché il Tribunale dei ministri di Catania aveva deciso diversamente. La richiesta di rinvio a giudizio, però, non toglie che il pubblico ministero che oggi si presenterà in aula a Catania sia del tutto libero di contraddirla. Carlo Nordio, che è stato procuratore aggiunto a Venezia ed è magistrato esperto e accorto, aveva già notato il clamoroso paradosso di questa situazione: «Se alla fine Salvini andrà a processo sul caso Gregoretti», aveva detto lo scorso gennaio, «all'udienza preliminare potrebbe verificarsi una situazione paradossale perché il pubblico ministero, il quale ha già sostenuto che il reato non c'è, dovrebbe in realtà chiedere l'immediato proscioglimento dell'imputato».Si vedrà oggi come andrà a finire, e se Nordio (come spesso capita) aveva ragione. Intanto la grande manifestazione leghista a Catania prosegue, con effetti comunque importanti. E non soltanto perché la città da giovedì è «blindata» da oltre 500 agenti in tenuta anti sommossa. Oggi, al termine dell'udienza in tribunale, ci sarà una manifestazione di tutto il centrodestra e sul palco, allestito in uno spazio alla dogana nuova del porto, accanto a Salvini parleranno Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, e il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. L'alleanza non è mai stata così unita: evidentemente il collante della nuova aggressione mediatico-giudiziaria ha fatto presa. Ieri Il Giornale annotava che Silvio Berlusconi, il quale non potrà essere a Catania perché bloccato ad Arcore dai postumi del coronavirus, ha però «invitato gli azzurri a partecipare» numerosi. Ma stavolta non ci saranno né caroselli attorno al palazzo di giustizia, né occupazioni: toni bassi, zero polemica, il segretario della Lega punta a differenziarsi del tutto dalla tonitruante manifestazione convocata per le 10 di oggi dalla galassia di sinistra in piazza Trento, a meno di 200 metri dal tribunale. Organizzata dalla rete antagonista Mai con Salvini, dai centri sociali e dal movimento La Sicilia non si Lega, la protesta ha avuto l'adesione anche del Partito democratico, che oggi ha la pretesa di occupare quella piazza (in realtà pericolosamente attigua a quella del tribunale) proprio «contro il tentativo di qualsivoglia strumentalizzazione del lavoro della magistratura catanese». Il segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, annuncia di voler così contrastare «il turismo giudiziario leghista». Un turismo che, è da supporre, Salvini avrebbe volentieri evitato.