
Il vicepremier prende le distanze dal leghista e apre alla commissione d'inchiesta sui soldi ai partiti: «Ne facciano pure sette o otto». Il Cremlino: «Non commentiamo». Sceneggiata della dem Lia Quartapelle che si presenta in via Bellerio carica di rubli.Non perde il senso dell'umorismo Matteo Salvini. Entrando in conferenza stampa qualche minuto dopo l'orario previsto, esordisce così: «Scusate il ritardo, ma stavo cercando di nascondere gli ultimi rubli sotto i cuscini del ministeri...».Più tardi, senza sorridere, il leader leghista è netto: «Savoini non era invitato dal ministero dell'Interno», né a Mosca, nell'ottobre 2018, né a Villa Madama nell'incontro bilaterale con Vladimir Putin. A proposito della sua missione a Mosca, Salvini ha precisato: «Posso produrre i documenti di tutti i passeggeri che hanno viaggiato con me. Che ne so cosa ci facesse al tavolo? Chiedetelo a lui. Faccio il ministro dell'Interno e preferisco occuparmi di cose serie».E ancora: «Avete menato il torrone per settimane con gli hacker russi: non ci sono soldi russi, non conosco petrolieri russi, conosco gestori dei locali con parentele russe… Quando andiamo all'estero, parliamo di politica e accordi commerciali per imprese italiane. C'è molta fantasia. E gli hacker russi che manipolano le elezioni, e il petrolio... Siamo seri...». Successivamente Salvini ha ribadito il concetto in un tweet: «È tutto ridicolo. Non abbiamo mai chiesto un rublo, un dollaro, un gin tonic, un pupazzetto a nessuno. Rispetto il lavoro di tutti. Ho la coscienza a posto. Querelerò chi accosterà soldi della Lega alla Russia. Bilanci della Lega trasparenti».Da Mosca, intanto, nessun commento. Secondo il Cremlino, dalle registrazioni diffuse da Buzzfeed «non consegue assolutamente nulla», come ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov citato dall'agenzia di stampa Tass: «Abbiamo visto le notizie riportate dai media, abbiamo letto il testo dell'articolo da cui non consegue assolutamente nulla, quindi non vediamo ragione per commentare».Sul fronte giudiziario, la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta per corruzione internazionale: e risulta indagato Gianluca Savoini, presidente dell'associazione Lombardia-Russia. Mentre sul fronte politico, dopo le fiammate dell'altro giorno sulla commissione d'inchiesta proposta dal Pd (a questo proposito, il leader della Lega ha detto: «Non c'è nessun problema, ne facciano anche sette otto, non ho nulla da nascondere»), ieri è stato il giorno di una curiosa piazzata del partito di Nicola Zingaretti, guidata dalla deputata - e capogruppo Pd in commissione Esteri - Lia Quartapelle: «Siamo stati in via Bellerio per chiedere se Savoini trattava con i russi per conto della Lega. Andando là abbiamo anche scoperto che la sede di Lombardia-Russia, l'associazione di Savoini, si trova proprio nello stesso edificio in cui ha sede la Lega. Insomma la sede del partito di Salvini e quella di Savoini coesistono a poche decine di centimetri una dall'altra: che cosa strana». Così la deputata Pd, forse vogliosa di emulare la miss Marple di Agatha Christie. Ma alla Quartapelle non sono bastate queste dichiarazioni, la sceneggiata è stata completata portando fisicamente dei rubli: «Abbiamo anche portato dei rubli. Se si rivelerà vero che tramite Savoini hanno svenduto l'Italia ai russi, ci è sembrato l'unico modo per cercare di riprendercela». E ancora: «Non lasceremo tregua a Salvini finché non si saprà la verità. Non possono fare finta di niente, devono rispondere a due domande con chiarezza: è vero che c'è stata questa trattativa? Quando dicevano di voler togliere le sanzioni ed uscire dall'Ue, lo facevano sotto dettatura da Mosca?».Intanto, la risposta più tagliente alla sinistra è venuta da Stefania Craxi: «Leggo con un certo sorriso agenzie e giornali che riportano lo sdegno e la preoccupazione di certi “sinistri" per le presunte contribuzioni provenienti da Mosca. Ma coloro che in queste ore si agitano, non sono forse gli stessi e i figli, più o meno diretti, di un certo Pci che per anni, in uno scontro di libertà, valori e civiltà quale quello della Guerra fredda, ha preso soldi e ordini da una potenza militare nemica dell'Occidente come l'Urss? Ricordo male o nell'Italia che attendeva la “rivoluzione comunista" piovevano rubli sporchi del sangue di quanti, da Budapest o da Praga, si battevano per democrazia e libertà?».Una punzecchiatura a Salvini arriva da Luigi Di Maio. dopo che il M5s ha detto di essere disposto a creare una commissione d'inchiesta sui finanziamenti, ma di tutti i partiti. Il vicepremeir grillino questa mattina ha postato su Facebook la canzone di Vasco Rossi I soliti con il messaggio: «Buongiorno, oggi noi ci svegliamo così. Altro che petrolieri, strane fondazioni o finanziamenti. Noi siamo liberi!!! Orgoglioso del Movimento 5 stelle!».
Massimiliano Fedriga (Ansa)
Come in Emilia, pure il Friuli ha pensato alle rinnovabili anziché alla gestione dei fiumi.
Credo che uno degli errori in democrazia sia trasformare in tifoserie da stadio le diverse visioni che stanno a fondamento delle diverse gestioni della cosa pubblica. La propria squadra ha sempre ragione e l’altra sempre torto e, siccome non si è infallibili, i leader non sbagliano mai perché, ove sbagliano, o nessuno li critica oppure le critiche non fanno testo perché «vengono dall’altra parte»: e che volete che dica l’altra parte? Il risultato è che l’elettore - incapace di obiettare alla propria parte - smette di andare a votare. Se ne avvantaggia la sinistra, i cui elettori votano anche se la loro parte propone loro uno spaventapasseri. Tutto sto giro di parole ci serve perché ci tocca dire che il presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sbagliato tutto sulla politica energetica in Regione.
(IStock)
Riparte l’allarme sulle difficoltà di migliorare la propria condizione. Eppure il dato rivela una tendenza positiva: il superamento dell’ossessione della carriera, dei soldi e della superiorità, specie tra le nuove generazioni.
Oltre 3.000 professionisti, club, aziende e istituzioni sportive hanno partecipato all’ottava edizione del Social Football Summit a Torino. Tra talk, workshop e premi internazionali, focus su tecnologia, intelligenza artificiale, infrastrutture e leadership femminile nello sport, con la Start Up Competition vinta da Wovlabs.
2025-11-19
Colpevolizzare tutti i maschi per la violenza sulle donne creerà solo giovani più fragili
Gino Cecchettin (Ansa)
Etichettare gli uomini bianchi come potenziali criminali non fermerà i femminicidi. La condanna generalizzata, ora perfino a scuola, provoca invece angoscia nei ragazzi.
Ci parlano di femminicidi. In realtà ci assordano. Il signor Gino Cecchettin, padre di una figlia brutalmente assassinata, chiede corsi di prevenzione scolastica. Abbiamo una cinquantina di cosiddetti femminicidi l’anno su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Ogni anno le donne assassinate sono poco più di cento, a fronte di 400 omicidi di maschi di cui non importa un accidente a nessuno. Abbiamo circa tre morti sul lavoro al giorno, al 98% maschi: anche di questi importa poco a tutti, a cominciare dal sindacalista Maurizio Landini, troppo impegnato in politica estera fantastica per occuparsi di loro. I suicidi sono circa 4.000 l’anno, e di questi 800 circa sono donne e 3.200 uomini. Il numero dei suicidi dei maschi è approssimato per difetto, perché molti maschi non dichiarano nulla e simulano l’incidente.






