2020-10-04
Salvini, il pm chiede l’archiviazione. E il gup chiama Conte e 4 ministri
Matteo Salvini e Giulia Bongiorno (Ansa)
Svolta all'udienza sul caso Gregoretti. Il leghista deve rispondere di sequestro di persona e la difesa propone di sentire Luciana Lamorgese. Il giudice dice sì e porta in tribunale pure il premier, Luigi Di Maio, Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli.Quando il giudice dell'udienza preliminare del caso Gregoretti è uscito dalla camera di consiglio i giallorossi devono aver avuto un'improvvisa difficoltà a deglutire. Ora alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, e ribadita in aula ieri mattina, si somma un atto istruttorio disposto direttamente dal giudice che, proprio come chiedeva la difesa dell'imputato Matteo Salvini, ascolterà il nuovo ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, ma ha convocato anche il premier Giuseppe Conte e gli ex ministri Luigi Di Maio (ora agli Esteri, all'epoca vicepremier), Elisabetta Trenta (Difesa) e Danilo Toninelli (Trasporti). Un colpo di scena.Il giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Catania è Nunzio Sarpietro, ex di Magistratura indipendente andato via, come ha raccontato ai cronisti siciliani tre giorni fa in un'intervista, perché non condivideva «il sistema» che «governa la magistratura». Sostenendo pure di essere stato «danneggiato più di una volta» dal «sistema» e da «Palamara (Luca Palamara, lo stratega delle nomine, ndr). Sarpietro, infatti, aveva ingaggiato una dura battaglia giudiziaria per la mancata nomina alla presidenza della Corte d'appello di Torino, ritenendo di essere stato penalizzato. Dopo aver vinto al Tar, però, il Consiglio di stato ha ribaltato tutto, lasciando Edoardo Barelli Innocenti sulla poltrona. Sarpietro vuole chiudere il procedimento velocemente: in due o tre udienze al massimo. Poi dovrà decidere se mandare l'ex ministro dell'Interno a processo per aver trattenuto i passeggeri sulla nave. E infatti tra le parti civili ci sono proprio alcuni passeggeri: una coppia di nigeriani con tre figli, l'ultimo dei quali nato poco dopo lo sbarco, e altri richiedenti asilo i cui avvocati sostengono che siano stati trattenuti a bordo «in condizioni penose». Si sono costituiti parte civile anche l'Arci e Legambiente. Salvini è accusato di sequestro di persona. E ha fatto subito sapere al giudice come la pensa: «Mi dichiarerò colpevole». Per la difesa, infatti, Salvini è colpevole di aver fatto il ministro. E di averlo fatto «in linea con il programma di governo che godeva della fiducia del Parlamento e prima ancora dei cittadini». Concetto che l'ex ministro ha esposto in una memoria difensiva consegnata al giudice. Salvini e il governo nel luglio 2019 tennero la nave con i 131 passeggeri a distanza dal porto «nell'ambito delle competenze in materia migratoria e di pubblica sicurezza». Ma anche perché a bordo era stato trovato un sofisticato Gps portatile, di quelli per orientarsi in mare. Uno strumento di solito utilizzato dagli scafisti. Che, infatti, poi sono stati trovati a bordo e fermati dalle forze di polizia. Il difensore di Salvini, l'avvocato Giulia Bongiorno, ha anche fatto presente un errore di traduzione dall'inglese: «Il Tribunale dei ministri sostiene che la normativa europea prevede che è obbligatorio far sbarcare nell'immediatezza e indica la frase in inglese da cui è tratta, ma il termine «until» non richiama l'immediatezza bensì i tempi ragionevoli, la flessibilità in base agli accordi con gli Stati membri. Quindi l'obbligo di sbarco immediato non esiste». Poi Bongiorno ha ricordato che la procedura che è stata utilizzata per la Gregoretti non è stata un'iniziativa estemporanea di Salvini: «Non era impazzito, la scelta di attendere prima di far sbarcare i migranti si inseriva nell'ambito di una procedura prevista nel contratto di governo e nel consiglio europeo del 18 giugno 2018. In particolare abbiamo segnalato che il Tribunale sbaglia a ritenere l'attesa una scelta di Salvini finalizzata al sequestro». E ha chiesto il «non luogo a procedere». E se la richiesta di archiviazione già avanzata e ribadita ieri in aula dal pm Andreas Bonomo è già una piccola vittoria nella battaglia giudiziaria, la convocazione di mezzo governo gialloverde per rendere testimonianza è invece di certo un successo politico. Soprattutto perché a disporla è stato il giudice. La difesa di Salvini si era limitata a chiedere la sola convocazione di Lamorgese. Anche perché aveva depositato numerosi atti e articoli di stampa per dimostrare il coinvolgimento del primo governo Conte. Il 20 novembre, quindi, saranno sentiti Giuseppi e gli ex ministri Toninelli e Trenta, il 4 dicembre, invece, toccherà a Di Maio e Lamorgese. «Conte e i ministri sono innocenti come me», ha commentato Salvini, «soddisfatto per aver sentito da parte di un giudice che quello che si è fatto non l'ho fatto da solo. Era parte di una procedura». «Ovviamente a disposizione, ci mancherebbe», ha detto Conte, che ha aggiunto: «Quando la magistratura chiama, anche un responsabile politico deve rispondere. Riferirò tutte le circostanze di cui sono a conoscenza, in piena trasparenza come ho sempre fatto e come sempre farò». Agli atti c'è già il resoconto della conferenza stampa di fine anno, durante la quale il premier rivendicò anche la paternità di quella decisione. E il 20 novembre si torna in aula.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)