2022-02-18
Salvini è ottimista ma i referendum rischiano di essere un trappolone
Se la Cartabia assorbisse alcune istanze sarebbe problematico raggiungere il quorum anche con l’election day. Meloni prudente.«Da oggi i cinque referendum sono patrimonio degli italiani, che potranno scegliere tra passato e futuro»: il leader della Lega Matteo Salvini, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, sul tema dei quesiti referendari sulla giustizia dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale, esulta e si prepara alla battaglia elettorale. «I referendum», aggiunge Salvini, «sono una ventata di novità. Da oggi parte la creazione di comitati per il sì, liberi e senza colori partitici». Sono cinque i referendum sulla giustizia proposti dalla Lega e dai Radicali dichiarati ammissibili dalla Consulta: riguardano l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità previste dalla legge Severino, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei membri togati del Csm e il voto degli avvocati sulle valutazioni della professionalità dei magistrati. Non ammesso il referendum sulla responsabilità diretta dei magistrati, dopo lo stop della Consulta ai quesiti sull’eutanasia e sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis.I referendum, ricordiamolo, si svolgeranno una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Se prima del giorno in cui è previsto lo svolgimento del referendum il parlamento dovesse abrogare le norme oggetto della consultazione, i referendum su quegli argomenti sarebbero annullati. Per essere ritenuti validi, i referendum dovranno raggiungere il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Il rischio, dunque, è che in sede di approvazione in parlamento della riforma della Giustizia proposta dal ministro Marta Cartabia, su tre dei temi in particolare, (riforma del Csm, separazione delle funzioni e ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari per la valutazione dei magistrati), Camera e Senato possano intervenire prima dello svolgimento dei referendum. Ricordiamo che il premier Mario Draghi ha escluso il voto di fiducia sulla riforma. «I referendum», dice a questo proposito Salvini, «sono percorsi diversi e contenuti diversi, rispetto alla riforma Cartabia che va in aula».Tra l’altro, la separazione delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri è chiaramente il tema che più degli altri può suscitare l’interesse dei cittadini, dopo che la Consulta ha bocciato i referendum su eutanasia, cannabis e responsabilità civile dei magistrati. Le prime prese di posizione di Pd e M5s sembrano orientate a fare in modo di neutralizzare in parlamento i referendum, per togliere a Salvini una ottima arma propagandistica. Se il parlamento dovesse intervenire, rendendo nullo il quesito sulla separazione delle funzioni, è probabile che raggiungere il quorum sarebbe molto più complicato. La partita, per Salvini, non è facile.Anche per questo motivo Lega e Forza Italia spingono per l’election day, ovvero per far celebrare i referendum insieme alla prossima tornata amministrativa, che vedrà gli elettori di circa 1.000 Comuni italiani, tra i quali 23 capoluoghi di provincia e quattro di regione (Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro) chiamati alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali. Nei prossimi giorni il ministero dell’Interno stabilirà le date delle elezioni: le ipotesi per il primo turno sono quelle di domenica 22 e lunedì 23 maggio o di domenica 29 e lunedì 30 maggio. L’eventuale ballottaggio si tiene 15 giorni dopo il primo turno.«Una votazione», dice a questo proposito Salvini, «costa 200 milioni. Se vogliamo provare a risparmiare 200 milioni associamo i referendum con le amministrative che tra l’altro non sono nelle grandi città che hanno già votato. Deciderà il governo, non dipende da me. Il quorum? Sono referendum che riguardano tutti e io sono assolutamente ottimista. I referendum sono degli italiani per il futuro dell’Italia, li hanno promossi il Partito radicale e la Lega ma ora sono patrimonio di tutti i cittadini. È un’occasione straordinaria per il popolo italiano», argomenta Salvini, «questa occasione di libertà è nelle mani del popolo italiano che deciderà come usarla». Ieri pomeriggio c’è stato un «lungo e cordiale incontro», così lo definiscono fonti del Carroccio, tra Salvini, il senatore della Lega Roberto Calderoli e gli esponenti del Partito Radicale Maurizio Turco e Irene Testa. Giorgia Meloni, da parte sua, ha annunciato la contrarietà di Fratelli d’Italia a due dei referendum, quello sulle misure cautelari e quello sulla legge Severino: «Chi è per il no è per il no e chi è per il sì è per il sì», commenta Salvini, «a me interessa che la gente si informi. Se su due quesiti la pensiamo in maniera diversa, evviva la libertà. Queste sono conquiste liberali e moderate di centrodestra, sarebbe bello che sulla spinta riformista di questi referendum si ricreasse un centrodestra che guardi avanti, ma non solo. Io non mi sono dannato l’anima a raccogliere firme per il centrodestra perché non è solo una nostra battaglia, ci sono anche parlamentari del centrosinistra che hanno firmato. Sicuramente il centrodestra unito darebbe una bella prova di sé».