2020-02-14
Ryanair snobba Air Italy: «Non ci interessa»
Fabrizio Gandolfo/Sopa Images/LightRocket/Getty Images
La low cost irlandese smentisce con decisione di voler acquisire la compagnia italiana finita in liquidazione martedì scorso. E con le difficoltà di Moby, che gestisce i trasporti via mare, la Sardegna adesso rischia di restare isolata dal continente.Non si dissipano le nubi all'orizzonte di Air Italy: ieri Ryanair ha infatti smentito ogni interesse per la compagnia, nata dalle ceneri di Meridiana con il supporto di Alisarda e Qatar Airways e finita in liquidazione martedì scorso. A mettere la parola fine alle voci circolate negli ultimi giorni è stato il responsabile commerciale della low cost irlandese, David O'Brien. «Abbiamo visto e sentito alcune notizie», ha fatto sapere il manager, precisando di non aver ricevuto richieste dirette da Air Italy e aggiungendo: «Non c'è nessun interesse di Ryanair per comprare Air Italy». Per O'Brien una «acquisizione fine a sé stessa non porta frutti. Noi», ha precisato, «non abbiamo interesse in Air Italy: se l'azionista principale non ha deciso di investire perché mai dovremmo farlo noi?». Il vettore irlandese ha fatto sapere di non essere interessato nemmeno ad asset parziali di Air Italy o agli slot, compresi quelli di Linate, ritenuti troppo cari. E d'altra parte la compagnia low cost ha lanciato un'offensiva commerciale, proponendo «speciali tariffe di salvataggio» su 11 rotte da e per 7 aeroporti italiani «per accogliere i clienti di Air Italy i cui voli sono stati cancellati». Anche EasyJet e Alitalia hanno proposto tariffe agevolate per i passeggeri in possesso di biglietti Air Italy.Con la defezione di Ryanair la strada per un eventuale salvataggio di Air Italy si presenta ancora più in salita, e la partita per il governo sempre più difficile. Nell'incontro con i due commissari liquidatori Franco Maurizio Lagro ed Enrico Laghi, il ministro dei Trasporti Paola De Micheli ha espresso la «forte irritazione» dell'esecutivo per come è stata gestita la partita e per il mancato coinvolgimento delle istituzioni. Per il ministero la priorità resta la tutela dei 1.450 posti di lavoro, ma il compito è arduo: la compagnia ha infatti chiuso il 2019 con una perdita stimata di circa 230 milioni di euro, il 79% del fatturato previsto.Tra le ipotesi emerse nelle ultime ore ci sarebbe la possibilità di un intervento della Regione Sardegna, che entrerebbe nella compagine societaria di Air Italy attraverso la propria finanziaria Sfirs, con un intervento da nove miliardi di euro che potrebbe essere deliberato nella prossima finanziaria regionale per il 2020, e venire integrato con un maxi emendamento del governo che potrebbe comprendere misure specifiche per la compagnia aerea. La crisi di Air Italy, che si affianca alla situazione drammatica e mai risolta di Alitalia, ha spinto il ministro De Micheli ad annunciare l'intenzione di «avviare nel mese di febbraio, in collaborazione con Enac, la definizione di un nuovo Piano Aeroporti» e di voler procedere alla «revisione delle regole del trasporto aereo». «Metteremo in campo qualsiasi strumento a tutela delle attività produttive legate ad Air Italy e a supporto dell'occupazione dei lavoratori», ha fatto sapere la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde, mentre la Regione Sardegna ha invitato i privati a «fare la loro parte e non tradire decenni di amicizia con la Sardegna». Il timore delle istituzioni nazionali e regionali è quello di trovarsi di fronte a una nuova «emergenza sociale ed economica gravissima».Oltre alle ripercussioni sui posti di lavoro si pone infatti il problema dei collegamenti da e per l'isola, specie in vista della stagione estiva. In questo senso prenderebbe forma l'intervento della Regione, che si affianca al nuovo regime della continuità territoriale aerea che la giunta di Cagliari sta discutendo in questi giorni con le istituzioni europee. Un diritto costituzionale, quello della continuità territoriale, che la Sardegna rischia di vedere messo in discussione dalla concomitanza della crisi di Air Italy con quella della compagnia di navigazione Moby-Tirrenia-Cin, che attualmente (la convenzione con lo Stato è in scadenza e questo getta nuovi interrogativi sul futuro) gestisce i collegamenti via mare in continuità territoriale. Martedì scorso, proprio mentre veniva annunciata la messa in liquidazione di Air Italy, la società dell'armatore Vincenzo Onorato ha fatto sapere di aver raggiunto uno «standstill agreement», cioè un accordo di proroga fino al 29 febbraio, con i detentori di un bond da 300 milioni di euro: a fine settimana era infatti previsto il pagamento della cedola agli obbligazionisti, per 10 milioni di euro, e di altri 50 milioni per una rata di finanziamento bancario. In parallelo il gruppo sta inoltre portando avanti un'operazione di «potenziale ristrutturazione del debito» con le banche finanziatrici su un'esposizione di ulteriori 260 milioni. Il futuro della compagnia è quanto mai incerto e la situazione, sommata alla crisi di Air Italy, rischia di rendere la Sardegna ancora più isolata.