Rovagnati: «I nostri prosciutti sono i migliori ma la legge italiana non ci aiuta»
La legge italiana non aiuta i prosciutti di Rovagnati
Si è aperta ieri l'edizione numero ventuno del Salone Internazionale dell'alimentazione, Cibus, organizzato da Fiere di Parma e da Federalimentare.
Fino al 6 maggio esporranno i propri prodotti oltre 3mila aziende italiane, mentre più di 50mila operatori della distribuzione e della ristorazione e 2mila acquirenti stranieri, provenienti soprattutto da Stati Uniti, Europa, Medio Oriente, Sud America, visiteranno gli stand. Un settore che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 155 miliardi con esportazioni per 49 miliardi e un saldo positivo di 16 miliardi. Ma anche per l’alimentare la guerra in Ucraina ha portato forti rincari.
Nelle campagne, secondo un report presentato da Coldiretti, si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli. L’impatto dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole, ha precisato Coldiretti, supera i 9 miliardi di euro. In Italia tante sono le eccellenze in campo alimentare e sono proprio questi prodotti, di fascia alta, a soffrire meno in epoca di rincari.
Una di queste è la regina del prosciutto cotto, Rovagnati, il cui fondatore, Paolo Rovagnati, è riuscito a trasformare un prodotto secondario, come era considerato negli anni ‘70 il prosciutto cotto, in una eccellenza italiana . «Il settore, che comprende ovviamente anche il prosciutto crudo e altri salumi- ha spiegato Gabriele Rusconi, direttore generale di Rovagnati- vale circa 8 miliardi e di cui 5 fatturati nei canali della grande distribuzione». Il prosciutto cotto vale un terzo di questo mercato e Rovagnati, grazie al suo prodotto di punta Gran Biscotto, ha circa il 20% di quota nel segmento dei cotti.
FORZA LAVORO
La società di Biassono (Monza) conta su un fatturato superiore a 300 milioni di euro con circa mille dipendenti e 6 impianti di produzione. «Abbiamo anche una fabbrica negli Stati Uniti – ha aggiunto Rusconi - dove i nostri prodotti, senza conservanti (cioè senza nitriti), sono molto apprezzati. Il problema è che in Italia, per legge, un prodotto senza nitriti non può essere chiamato «prosciutto». Mentre in Europa si spingono questi prodotti e in Francia, dove Rovagnati si è affermato come uno dei player più importanti, il segmento ha assunto dimensioni enormi, in Italia viene penalizzato chi fa innovazione in questo settore».
Insomma un ennesimo controsenso legislativo tutto italiano che non ferma però il mercato dei salumi, cresciuto solo nella grande distribuzione nel 2021 del 3,4%. Il 97% delle famiglie italiane infatti consuma salumi almeno 1 volta alla settimana, 9 italiani su 10 cercano prodotti italiani e 8 su 10 sono attenti alla presenza dei conservanti. Anche per Rovagnati comunque l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e la scarsa reperibilità di prodotti come il mais, che rappresenta il 50% del mangime per i suini d’allevamento, rappresentano un problema.
«L’Italia è un Paese dove le fabbriche trasformano le materie prime, quindi la scarsità di queste ultime è ovviamente un problema- conclude Rusconi Inoltre la nostra attività consuma moltissima energia e anche i trasporti sono in crisi: noi che esportiamo negli Usa facciamo persino fatica a trovare i container per le spedizioni».
L'ultima tendenza che arriva dalla Corea del Sud. E così anche l'haircare si trasforma in un momento unico dove coccolarsi.
Se in passato la cura dei capelli era spesso ridotta a pochi passaggi rapidi, oggi diventa un’arte che integra tecnologia avanzata e una conoscenza sempre più raffinata della cosmesi. Ingredienti come acido ialuronico, ceramidi, vitamine e acidi esfolianti, un tempo esclusivi della skincare, sono ora protagonisti delle formule per capelli, in quella che tecnicamente viene identificata come «skinification» della haircare.
Un approccio più attento che, come nella cura del viso, si avvale di quei dieci step resi celebri dalla Corea del Sud e segna una rivoluzione concettuale nell’haircare, applicando ai capelli le stesse attenzioni e tecniche utilizzate per la pelle.
Come per la pelle, la filosofia coreana suggerisce che stratificare prodotti diversi, ognuno con una funzione specifica, è il segreto per ottenere risultati ottimali. In altre parole, non basta uno shampoo seguito da un rapido balsamo: la cura dei capelli richiede un rituale completo e paziente, capace di nutrire, idratare e proteggere ogni singola fibra dalla radice alle punte.
Il primo passo per una chioma sana inizia con l’esfoliazione del cuoio capelluto. Questo processo consente di eliminare cellule morte, residui e impurità accumulate, lasciando spazio a capelli più forti e vitali. Si può eseguire in due modi: uno semplice, utilizzando un pettine per rimuovere delicatamente i residui; oppure optando per un prodotto specifico a base di acido salicilico, che dissolve le cellule morte e l’eccesso di sebo. Basta applicare una piccola quantità di prodotto sui capelli asciutti e massaggiarla con cura per qualche minuto prima della doccia.
La scelta dello shampoo è personale e dovrebbe rispondere alle esigenze del momento. I capelli, infatti, mutano con le stagioni e l’età, richiedendo formule diverse a seconda delle necessità. Dopo lo shampoo, un massaggio del cuoio capelluto è essenziale per migliorare la circolazione e stimolare la crescita dei capelli. Anche se si può fare con le mani, le spazzole apposite rendono il gesto un vero momento di relax. Una volta risciacquati i capelli, massaggiate delicatamente il cuoio capelluto con movimenti circolari per riattivare i follicoli.
Il balsamo rappresenta il cuore dell’idratazione. Dopo aver tamponato i capelli, applicatelo lasciandolo in posa dai 10 ai 15 minuti, soprattutto se avete capelli ricci o secchi. Questo permette ai capelli di assorbire a fondo i nutrienti. È anche il momento ideale per districare eventuali nodi, sempre con delicatezza per non stressare il cuoio capelluto. Ricordate di non applicare il balsamo alla radice: il pH diverso potrebbe creare squilibri.
Il risciacquo acido, con una miscela di aceto di mele e acqua, è il segreto per mantenere l’equilibrio del pH del cuoio capelluto. Aiuta a chiudere le cuticole, prevenire le doppie punte, illuminare i capelli e combattere problemi come acne o forfora. Dopo aver applicato la miscela, attendete qualche minuto e risciacquate con acqua fredda.
Come per il viso, anche il cuoio capelluto ha bisogno di uno scrub. Un trattamento esfoliante granuloso libera i pori dalle impurità, ossigenando la pelle alla radice dei capelli. Successivamente, il tonico per il cuoio capelluto aiuta a lenire infiammazioni e idratare la pelle, svolgendo anche un’azione volumizzante. Applicatelo con le dita dopo la doccia per un effetto tonificante.
Gli oli per capelli, invece, offrono una protezione contro agenti esterni come smog e calore, sigillando l’idratazione. Le essenze, da spruzzare durante la giornata, mantengono i capelli idratati e luminosi senza appesantirli, ideali per ravvivare la chioma prima dello styling.
Infine, il trattamento notturno con maschere o impacchi speciali nutre i capelli in profondità durante il sonno, riparando i danni causati da stress, tempo e inquinamento. E per chi desidera un tocco in più, il profumo per capelli aggiunge una fragranza delicata, offrendo anche protezione dai raggi UV e un tocco di idratazione extra, regalando una chioma non solo bella ma anche protetta.
Accordo tra Egitto e Somalia per contrastare il terrorismo dei jihadisti di Al-Shabaab. Alta tensione tra Egitto ed Etiopia per le acque del Nilo, lo sbocco sul Mar Rosso e per il supporto del Cairo ai ribelli del Tigray. Mentre Ankara si disimpegna dalla missione Turksom.