2025-02-26
Riapre per 2 mesi la sanatoria quater
La sede dell'Agenzia delle Entrate (Imagoeconomica)
I contribuenti che hanno aderito senza rispettare il piano di pagamento possono mettere in regola la loro posizione fino al 30 aprile. Va presentata domanda telematica.La rottamazione quater ha riaperto le porte da ieri fino al 30 aprile, offrendo una seconda opportunità esclusivamente a quei contribuenti che, pur avendo aderito alla sanatoria, non sono riusciti a rispettare le scadenze previste nel piano di pagamento e si definiscono così «decaduti». Grazie alle disposizioni contenute nel decreto-legge Milleproroghe, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, chi si trova in questa situazione può ora regolarizzare la propria posizione debitoria in maniera agevolata.L’Agenzia delle Entrate ha precisato che la possibilità di riammissione si applica soltanto ai debiti già indicati nelle dichiarazioni presentate per aderire alla rottamazione quater. La misura riguarda, in particolare, quei debiti per i quali era previsto un piano di pagamento agevolato, ma per almeno una rata - con scadenza fino al 31 dicembre 2024 - il versamento è stato effettuato in ritardo, non è stato versato affatto o è stato pagato in misura inferiore rispetto a quanto dovuto. Coloro che, invece, hanno rispettato tutte le scadenze fino al 31 dicembre 2024, dovranno proseguire con il piano di pagamento originario, effettuando la rata successiva nei termini stabiliti, e così mantenere i benefici della definizione agevolata.Per accedere alla riammissione, i contribuenti interessati dovranno presentare una domanda apposita esclusivamente tramite modalità telematica entro il 30 aprile 2025. Le modalità operative saranno rese note dall'Agenzia delle Entrate sul proprio sito ufficiale entro 20 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Nella domanda, il contribuente dovrà indicare sia i debiti per i quali ricorrono le condizioni per la riammissione, sia le modalità con le quali intende procedere al pagamento, potendo scegliere tra il saldo in un’unica soluzione oppure il pagamento rateale. In quest’ultimo caso la legge prevede che il pagamento possa essere suddiviso in un massimo di dieci rate consecutive di pari importo: le prime due rate dovranno essere versate rispettivamente entro il 31 luglio e il 30 novembre 2025, mentre le successive rate avranno scadenze il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027; in alternativa, il contribuente potrà optare per il pagamento in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025.Entro il 30 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate invierà ai richiedenti una comunicazione contenente l’ammontare complessivo delle somme da corrispondere, l’importo di ciascuna rata e le specifiche date di scadenza per ogni pagamento. A decorrere dal primo novembre 2023, alle somme da versare saranno applicati interessi al tasso del 2% annuo. Il nuovo importo complessivo terrà conto anche di eventuali pagamenti effettuati successivamente alla decadenza del piano agevolativo originario, con particolare riferimento alla quota di capitale.È importante sottolineare che la decadenza dal piano di pagamento comporta la cessazione automatica del piano stesso, la perdita dei benefici agevolati e il ripristino dell’intero debito residuo, comprensivo di sanzioni e interessi. Di conseguenza, ogni pagamento effettuato dopo la decadenza verrà considerato come acconto sulle somme residue del debito complessivo, che includerà non solo il capitale da corrispondere, ma anche gli importi relativi a sanzioni e interessi.Questa misura, introdotta dal decreto-legge Milleproroghe, consente di rimettersi in regola con il Fisco in maniera agevolata, evitando così il ripristino immediato dell’intero debito e le conseguenti maggiorazioni.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)