2022-02-24
«Rossi cercò 35 volte online la parola suicidio»
Nel riquadro, David Rossi (Ansa)
Il pm Nicola Marini alla commissione parlamentare d’inchiesta: «Nastasi non era nel vicolo».Esattamente tre ore prima di precipitare dalla finestra del suo ufficio nella sede del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi aveva letto documenti sul «suicidio». A rivelarlo ieri, davanti alla commissione parlamentare che indaga sulla vicenda, è stato il pm della Procura della cittadina toscana, Nicola Marini, che è stato il primo a indagare sulla morte del capo della comunicazione della banca, avvenuta il 6 marzo del 2013. Un dato emerso dagli accertamenti svolti nel 2019 dalla polizia postale di Genova, grazie ai quali, ha spiegato Marini durante la sua audizione, «si scopre che nell’ultimo periodo sul computer di Rossi vengono trovati 35 file relativi alla parola suicidi». Il magistrato ha descritto nel dettaglio i risultati: «Viene fatta una scrematura da parte della polizia postale relativamente alle date 1 marzo, 6 marzo ristretta alle parole soldi, crisi, suicidio». Rivelando infine che la ricerca era proseguita anche poche ore prima della morte: «Uno degli ultimi dati che stava leggendo Rossi, e messo nella posta eliminata, è del 6 marzo 2013 alle ore 16.39 e riguardava un dato molto importante, la circostanza che otto suicidi al mese avvengono per ragioni economiche. Questo è un dato che stava leggendo David Rossi». Tre ore dopo, alle 19.43, le telecamere di sicurezza della banca riprenderanno il tragico volo del manager. Marini svela un dettaglio inedito, che va ad aggiungersi alle testimonianze dei primi giorni, comprese quelle della vedova Antonella Tognazzi e della figlia Carolina Orlandi, che avevano descritto un Rossi molto provato, tanto da praticare atti di autolesionismo. E soprattutto una ricerca che riporta alla mente la mail partita il 4 marzo dalla casella di posta di Rossi e destinata all’allora ad del Monte dei Paschi Fabrizio Viola: «Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!!». Marini ha anche difeso il collega Antonino Nastasi, nelle scorse settimane oggetto di polemiche dopo che, al termine della sua audizione, il commissario del Movimento 5 stelle Luca Migliorino gli aveva mostrato una foto che sembrava ritrarlo nel vicolo di Monte Pio (dove si trovava il corpo di Rossi), mentre invece il magistrato aveva più volte affermato di non esserci mai stato. Ma la foto in realtà non sarebbe stata scattata nel vicolo, ma su una via adiacente. Rispondendo alle domande dei commissari Marini ha infatti detto: «Nastasi ha detto di non essere stato nel vicolo di Monte Pio e io lo posso confermare per il ricordo che ho della circostanza». E ha smentito la presenza durante il sopralluogo nella stanza di Rossi del colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco. «Il colonnello Aglieco (ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena, ndr) non c’era nella stanza. L’ho incontrato, gli ho detto che la competenza era della polizia», aggiungendo che Aglieco «ha detto che mi aveva avvisato telefonicamente: non è vero perché mi avvisò il collega Nastasi».