2025-04-14
Roma, la Soprintendenza boccia il nuovo piano regolatore di Gualtieri
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Maurizio Veloccia, assessore all'Urbanistica di Roma Capitale, Ansa
Cattive notizie per la giunta Gualtieri. Un documento di tredici pagine della Soprintendenza smonta la rivoluzione urbanistica pensata dall’assessore Maurizio Veloccia. A febbraio il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessore all'Urbanistica Maurizio Veloccia hanno illustrato le modifiche alle norme tecniche di attuazione. Modifiche che tuttavia sono state adottate senza il coinvolgimento della Soprintendenza, previsto per legge. Nel documento c’è un richiamo all'etichetta istituzionale, con riferimento all'esclusione della soprintendenza da un procedimento in cui appaiono norme «espresse in modo astratto», che implicano il rischio di «ambiguità nell'applicazione, contrarie al principio di trasparenza». Per questo il soprintendente Daniela Porro già due mesi fa aveva chiesto la sospensione dell’iter. Le modifiche al testo sono 62 su 113 articoli. Nome rischiose per Porro che ha evidenziato come le modifiche urbanistiche proposte non si configurano come una «variante parziale» delle norme ma sono una «variante generale» che mutano le caratteristiche essenziali del Piano stesso «in relazione alla tutela del paesaggio e ai complessi storici, monumentali, ambientali e archeologici». Tra tutti c’è il tema degli 'incentivi per il rinnovo edilizio' e gli edifici abbandonati e degradati, che vengono così definiti «se dismessi da soli tre anni». Roma in questo modo rischia di diventare preda di fondi immobiliari che invece di rigenerare intendono solo costruire più facilmente. «La trasformazione del tessuto della città di Roma sembra essere affidata all’iniziativa dei singoli e, attraverso procedimenti edilizi puntuali e diretti, sembra volersi delineare un nuovo sviluppo della città – dal centro storico alla città consolidata – che fino a oggi era assegnato a una progettualità coordinata e pianificata» scrive la Soprintendenza. Insomma esiste il rischio di un «completo stravolgimento dell’immagine» della città, almeno dall’alto, con la possibilità di installare impianti fotovoltaici o eolici, la riduzione dei compiti della Soprintendenza capitolina e l’indebolimento degli strumenti di regolamentazione per la tutela del territorio e il conseguente rischio di trasformazioni e demolizioni senza alcuna preventiva valutazione o individuazione di «eventuali preesistenze archeologiche». Accorpamenti e frazionamenti tra unità edilizie potrebbero «alterare irreversibilmente la struttura della città storica».Sui cinema della Capitale secondo la soprintendenza, «si pone a serio rischio la loro conservazione come tipologia edilizia - vista la previsione dell'incremento di Sul (la superficie utile lorda, ndr.) fino al 50%, che la norma così modificata permetterebbe e visto anche il cambio di destinazione d'uso secondo le norme di componente - generando in tal modo la concreta possibilità di una perdita di queste architetture tra le quali molte rivestono importante valore culturale». Inoltre c’è il tema della desertificazione del centro, ma non solo. Con la facilitazione dei cambi di destinazione d’uso da residenziale ad alberghiero per immobili destinati alla funzione ricettiva per almeno il 70% la residenzialità «andrebbe persa irrimediabilmente». Altre modifiche danneggerebbero il commercio di prossimità e le botteghe artigiane.Oltre alla richiesta di modifiche del testo delle norme, la Soprintendenza chiede: l’istituzione di un tavolo tecnico per rivedere il protocollo d’intesa con il comune, del 2009; che il suo parere sull’area Unesco sia non solo consultivo ma «vincolante» ed esteso ai cambi di destinazione d’uso e ristrutturazioni«In merito alla nota, pervenuta dalla Soprintendenza Speciale di Roma sulla revisione delle vigenti norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore e alle criticità che sono state sollevate, è opportuno precisare che non c’è nessuna ‘bocciatura’ e che l’iter di approvazione va dunque avanti come previsto» la risposta dell’Assessorato all’Urbanistica che ha aggiunto: «La riforma delle norme ha seguito un iter procedurale ben definito, come variante parziale del Prg, così come confermato dalla Regione Lazio, secondo un iter consolidato che ha visto la fase di adozione da parte dell’Assemblea Capitolina e la conclusione nella giornata del 7 aprile della fase di pubblicazione con la ricezione delle osservazioni. Come sempre l’Amministrazione Capitolina si riserva di analizzare nel merito le osservazioni avanzate dalla Soprintendenza Speciale di Roma, con cui l'Amministrazione da sempre collabora e continuerà a collaborare nel massimo rispetto delle prerogative istituzionali proprie della Soprintendenza ma tutelando e confermando nel contempo le prerogative proprie di Roma Capitale e dell’Assemblea Capitolina, che costituisce l’organo competente a definire le strategie di pianificazione della città, rappresentativo dei cittadini romani, democraticamente eletto e che ha votato a stragrande maggioranza il dispositivo normativo delle Nta». Infine: «Per quanto concerne il merito dei rilievi avanzati, pur rimanendo aperto un confronto su ogni singolo aspetto limitatamente a quelli di competenza della Soprintendenza, in un tavolo di lavoro avviato nelle settimane scorse, appaiono sorprendenti - afferma l’assessorato - alcune considerazioni che probabilmente derivano da una lettura non approfondita e che in alcuni casi sono del tutto estranei alle competenze ministeriali. Per quanto riguarda infine la tutela del Centro Storico, si ribadisce come la stessa sia un obiettivo prioritario dell’Amministrazione capitolina che non solo non ha introdotto alcuna norma lesiva delle tutele esistenti, ma non avrebbe nemmeno potuto farlo in quanto si tratta di vincoli sovraordinati».
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