2023-07-21
Roma è diventata la capitale dei ratti. Il Tar mette all’angolo Gualtieri
La realizzazione del termovalorizzatore va avviata entro il 2026, intanto ai cinghiali si sono aggiunti i topi. Respinti i sei ricorsi di comitati locali, associazioni ambientaliste e comuni limitrofi contro l’impianto.Due anni fa, quando si insediò in Campidoglio, il sindaco Roberto Gualtieri a proposito di rifiuti promise: «Entro dicembre Roma diventerà come un borgo del Trentino». Malgrado i 40 milioni spesi subito per una bonifica straordinaria, dopo tre mesi tutto tornò come prima. Ora però, non ci sono più scuse. Il termovalorizzatore di Santa Palomba, a Pomezia, ha ricevuto il via libera dal Tar del Lazio, quindi il dem Gualtieri malgrado la contrarietà anche del suo partito può dirsi soddisfatto: «È una decisione importante che salutiamo con grande favore. Eravamo fiduciosi della forza degli argomenti, della solidità della procedura amministrativa, che è partita e che quindi andrà avanti: questo adesso ci consente di rispettare la tabella di marcia, la gara e poi l’apertura dei cantieri. Roma avrà finalmente il termovalorizzatore e tutti gli altri impianti necessari a raggiungere l’autosufficienza e a chiudere il ciclo dei rifiuti».In sostanza il Tar ha respinto i sei ricorsi presentati da comitati locali, associazioni ambientaliste e Comuni limitrofi (Albano, Ardea e Ariccia) contro la realizzazione dell’impianto, da avviare entro il 2026, e i contenuti del piano del commissario all’emergenza rifiuti, Roberto Gualtieri. Nessun problema di carattere ambientale e rispetto delle norme Ue per l’abbattimento della Co2 per i giudici e pieno rispetto delle competenze da parte del sindaco-commissario che si sarebbe mosso, con i poteri straordinari concessi dal governo. «Chi avrebbe dovuto semmai sollevare un conflitto di competenze», secondo il Tar, «sarebbe dovuta essere la Regione, che però non ha promosso alcun giudizio di legittimità». Ad agosto sarà pubblicato il bando per affidare il progetto per costruire il sito, pare che sia Acea la protagonista, ma intanto i legali del comitato No Inceneritore di Santa Palomba sono pronti a ricorrere in appello al Consiglio di Stato probabilmente insieme a Legambiente e Wwf. «Certo ora il progetto del termovalorizzatore va avanti, i tempi stimati tra iter amministrativo e realizzazione pare sia l’inizio del 2026 ma fino ad allora che facciamo con i rifiuti?» si chiede Federico Rocca, consigliere di Fdi in Campidoglio. «Intanto per il Giubileo del 2025 l’opera non ci sarà, ma noi avremo ancora questa situazione imbarazzante con i rifiuti che invadono la città. E soprattutto, qual è il progetto operativo per portare i rifiuti da Roma a Santa Palomba?». Infatti, per arrivare nella zona dove sarà realizzato il termovalorizzatore ci sono due strade, Ardeatina o Laurentina, già normalmente molto trafficate che diventerebbero caotiche. Quindi ci sarebbe l’ipotesi del trasporto su ferro perché pare che nell’area di Santa Palomba ci sia la predisposizione per l’arrivo del treno merci. Questo però presupporrebbe una zona di carico a Roma che potrebbe essere Villa Spada, sulla Salaria, che diventerebbe stazione di carico per almeno due treni al giorno. Con un unico neo: Santa Palomba è a sud della Capitale, l’area di stoccaggio e trasbordo sulla Salaria è a Roma nord. Non sembrerebbe il massimo per l’organizzazione ma di certo non manca il tempo per trovare una soluzione. «Intanto noi di Fdi abbiamo chiesto un consiglio straordinario su Ama e rifiuti» aggiunge Rocca, che annuncia per martedì 25 luglio una manifestazione sotto al Campidoglio per protestare contro una situazione insostenibile. Anche perché oltre alla puzza che aumenta con la decomposizione dei rifiuti abbandonati in strada per l’innalzamento della temperatura, ora si sta moltiplicando anche il numero dei topi. E così dopo i gabbiani e i cinghiali, le zanzare e le zecche, ora la Capitale sfida Londra per i ratti che secondo una stima della Sima, la Società italiana di medicina ambientale, sarebbero almeno 10 milioni a spasso per la città. Neanche il pifferaio magico di Hamelin riuscirebbe a liberare la Capitale, ma un potente piano di derattizzazione sì, se non ci fosse un ulteriore problema: i fondi per il bando del Campidoglio stilato nel 2020 erano stati spostati in altre voci del bilancio comunale fino alla fine dello scorso anno, quando sono stati sbloccati ma ad oggi, sette mesi dopo, le sei aziende vincitrici della gara di derattizzazione e disinfestazione ancora devono firmare il contratto. La carenza di pulizia delle strade però è anche una conseguenza della lenta manutenzione delle macchine spazzatrici da parte di Ama. È scaduto infatti la settimana scorsa il termine per rinnovare l’appalto con le ditte esterne per fare le riparazioni di 100 su 150 di vecchie spazzatrici ferme per guasti anche per il super lavoro di questi giorni in cui Ama aveva rafforzato i turni serali per lo spazzamento. «In due anni di giunta Gualtieri non è stato programmato e realizzato niente: il sindaco se la prende con l’Ama, cambia in parte la governance ma i problemi restano» dice Fabrizio Santori, consigliere della Lega. «Quando i cassonetti e le strade dei quartieri sono invase dall’immondizia significa che il sistema, che ha costi enormi che pagano i romani, si è bloccato e cioè l’Olanda o le altre regioni italiane fermano il conferimento e allora non si sa dove mettere le tonnellate di rifiuti che vengono prodotte giornalmente perché ci sono carenze di impianti di trattamento e smaltimento».
Jose Mourinho (Getty Images)