2023-03-07
Ecodeliri a Roma: auto d’epoca bandite e meno parcheggi ai malati oncologici
Stop assoluto per i veicoli storici. L’ospedale San Giovanni leva posti ai pazienti e li dà alle vetture condivise (che nessuno usa).Punire il reprobo. E chi sarebbe il reprobo? A Roma, nella categoria rientra evidentemente l’automobilista, soggetto da vessare e rimettere in riga, al di là di ogni altra sua caratteristica soggettiva e oggettiva. E, come vedremo subito, non lo salva nemmeno l’essere affetto da una malattia grave: il progetto di rieducazione ecologica e collettivista non ammette eccezioni (né pietà).Il caso in questione si deve a una meritoria denuncia della testata 7colli.it a proposito dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata. Tutto nasce dal famigerato «Piano degli spostamenti casa-lavoro» delineato dal decreto sulla transizione ecologica. Nell’ambito della sconfinata passione dei pianificatori, sempre pronti a dirigere le vite altrui, si è deciso un potenziamento del cosiddetto «car pooling» (la mobilità condivisa): occorre quindi, tramite apposita app, individuare le altre persone con cui fare il viaggio insieme. Ora, già per ciò che riguarda il personale, siamo davanti a un’avventura quotidiana: considerando l’infinito incrocio di orari, prolungamenti del servizio, turni di guardia, sommato all’imprevedibilità delle cose che possono accadere minuto per minuto in un ospedale, era evidente che il meccanismo sarebbe fallito. «Infatti - scrive 7colli.it - da settembre 2022 (mese dall’avvio del servizio) nessuno lo ha mai utilizzato». Di più: «In data 1-2 marzo, la Direzione ha consentito alla società Kinto di pubblicizzare l’iniziativa tra i dipendenti distribuendo volantini con delle hostess posizionate presso i timbri marcatempo». Niente, i soliti pianificatori onniscienti e onnidecidenti non ce la fanno proprio a considerare l’ipotesi che uno, per mille ragioni personali o familiari, abbia bisogno di muoversi con mezzi propri in autonomia, oppure possa preferire usare i mezzi pubblici. E fin qui, diciamo, siamo nell’ambito delle consuete follie dirigiste. Ma ecco la parte più tragicomica: sempre in nome della mitica «mobilità condivisa e sostenibile», nell’area del Polo Oncoematologico dell’Addolorata sono stati soppressi numerosi posti auto. Morale: i malati oncologici e i loro accompagnatori, oltre a tutti i pensieri non lievi con cui già devono combattere, adesso hanno pure la preoccupazione di dover parcheggiare in sosta vietata o comunque di dover sudare le proverbiali sette camicie per arrivare in tempo alla visita, al controllo o alla seduta di terapia. Le domande poste da 7colli.it parlano da sé: «Quanto è costato questo servizio affidato alla società Kinto? Quali sono le condizioni per l’affidamento di un’area di parcheggio importante a una società privata? Con quale criterio è stato affidato questo servizio? Quali sono le regole di controllo degli accessi nell’area di parcheggio da parte del servizio di vigilanza non essendo incluso nell’appalto?». Interrogativi che meriterebbero risposte serie e convincenti. Ma non finisce qui. Restiamo a Roma, e passiamo a una surreale decisione stavolta del Comune guidato dal sindaco Roberto Gualtieri. Con l’ordinanza numero 27 è scattata un’autentica messa al bando delle auto d’epoca. Avete capito bene: le auto d’epoca subiranno un divieto assoluto di circolazione, senza deroghe per serate, giorni feriali o festivi. Nonostante le vibranti e sacrosante proteste dell’Asi (Automotoclub Storico Italiano, che riunisce oltre 150.000 soci), gli ecoscatenati del Comune hanno deciso che nel megaterritorio della nuova fascia verde, esteso quasi fino al Raccordo anulare, scatterà uno stop indiscriminato, senza nemmeno distinguere tra auto vecchie e auto storiche. Ora, anche razionalmente: vi pare che un proprietario di auto storica la usi tutti i giorni per andare al lavoro infilandosi nel traffico? Evidentemente no: ne farà un uso centellinato, per ovvie ragioni. Ma in nome della lotta all’inquinamento, non c’è stata eccezione. La cosa, a ben vedere, fa abbastanza sorridere. Come spiega l’Asi, «le classiche a Roma sono appena 9.945 (su un totale di oltre 4 milioni di veicoli, quindi parliamo di una quota pari allo 0,25% del totale)». Di più: «Le auto d’epoca percorrono a Roma annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano». Può essere questa percentuale infinitesima a creare danni ecologici? I malcapitati proprietari sperano ancora in un atto di resipiscenza da parte della giunta comunale. In una nota, «l’Asi, i Registri nazionali Alfa Romeo, Fiat e Lancia, e tutti gli enti certificatori di veicoli storici previsti dall’Art. 60 del Codice della strada» informano di aver «appena scritto una lettera aperta al sindaco, alla giunta, ai consiglieri di Roma Capitale per richiamare l’attenzione sulla tutela del motorismo storico che è un asset importantissimo di sviluppo del paese». I sottoscrittori della lettera chiedono «di prendere esempio dalla Regione Lombardia, dal Piemonte, dai Comuni di Milano, Genova, Torino e tanti altri, dove sono attive deroghe per tutelare le auto storiche», almeno «per la sera, i giorni feriali, festivi e prefestivi». Qualcuno li ascolterà?
Marcello Degni. Nel riquadro, Valeria Franchi (Imagoeconomica)
Giuliano Pisapia, Goffredo Bettini, Emma Bonino e Anna Paola Concia (Ansa)
L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina (Ansa)