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Ritratti | Bazoli, il papa laico della finanza

Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande. Parto da questa citazione di Adriano Olivetti perché è stato forse il primo, più grande, rivoluzionario d’impresa italiano. In questo podcast abbiamo provato a disegnare i ritratti di altri uomini e donne, viventi e non, che hanno lasciato il segno sulle pagine delle storia economica di questo Paese. Alcuni esprimendo un potere di lunga durata, altri portando la direzione di un intero settore produttivo verso la modernità. Quasi tutti hanno avuto grandi maestri ma pochissimi allievi. Una generazione senza eredi, solisti spesso irripetibili. Hanno vissuto da dentro il succedersi dei principali fatti dell’industria e lo sviluppo delle tecnologie più avanzate che hanno caratterizzato la vita economica e sociale dell’Italia. Hanno gestito i successi e i grandi passi avanti compiuti ma hanno anche conosciuto le conseguenze della nostra debolezza strutturale in aree strategiche. Ritratti racconta le storie di personaggi visionari capaci di fare, di realizzare strategie, di convincere sé stessi prima degli altri, di giocarsi la scena per un’idea, di preoccuparsi del dopo e non del prima. Imprenditori, manager, banchieri. Italiani e italiane che, impiegando capitali propri o gestendo capitali pubblici, con metodi, risultati e principi diversi, hanno costruito nei quasi 80 anni della Repubblica un sistema industriale, che pur tra alti e bassi ha collocato l’Italia tra i dieci Paesi più ricchi del mondo. Perché se l’economia è il motore della storia, l’uomo è il motore di entrambe.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, le banche centrali hanno iniziato a comprare il metallo giallo. Ora, per lo sblocco di 185 miliardi di asset di Mosca congelati, per Jefferies si crea un precedente che mette il turbo all’accumulo di «preziosi», che toccano i record.

L’oro e l’argento ci parlano da sempre. Sono metalli, preziosi. Sembra che siano lì a brillare e basta. In realtà indicano la strada a tutti gli investitori. Non a caso il mercato del metallo giallo è il più grande al mondo, più di Wall Street. Circa 30mila miliardi di dollari. Però è soprattutto la “plata” a essere un’autentica cartina di tornasole geopolitico-finanziaria.

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E’ una di quelle ricette scomparse dai ristoranti insieme ai brasati, al polpettone, alla pasta e ceci, alla zuppa di verdura o di cipolle, alla stracciatella o alla zuppa pavese come il rognone in padella o le animelle fritte; fa parte di quel campionario di sapori tradizionali che non si capisce perché sia stato obliato però deve tornare di appetitosa attualità dopo il riconoscimento – vivaddio! – della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco.
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Ucraina, i soldati tedeschi tornano in Polonia mentre i russi avanzano nel Donetsk
Ansa
Truppe mandate per rafforzare il confine con Minsk. Odessa al buio dopo i raid russi.

La Germania si prepara a rafforzare il fianco orientale della Nato con un nuovo dispiegamento militare in Polonia. A partire da aprile 2026, soldati tedeschi prenderanno parte all’operazione polacca «Scudo Orientale», avviata nel maggio 2024 lungo il confine con la Bielorussia e con l’enclave russa di Kaliningrad. L’obiettivo è contribuire alla messa in sicurezza di una delle aree considerate più sensibili dell’Europa orientale. La notizia è stata riportata dal quotidiano Bild che cita fonti del ministero della Difesa di Berlino.

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Trump sposa la linea Meloni sull’articolo 5
Donald Trump (Ansa)
La Casa Bianca sarebbe pronta a fornire a Zelensky garanzie di sicurezza sul modello della Nato. Soluzione proposta a più riprese dal premier, contrario all’invio di militari. Intanto Erdogan, preoccupato per gli attacchi nel Mar Nero, rientra nel risiko ucraino.

C’è il fumo e c’è la sostanza. Il fumo, o addirittura l’aria fritta, sono le truppe che Emmanuel Macron sostiene di voler mandare in Ucraina, per presidiarla. La sostanza è la proposta italiana: garanzie di sicurezza sul modello dell’articolo 5 del Trattato Nato.

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