
Elly Schlein ufficializza la candidatura di Antonio Decaro alle Europee, annuncia quella (annunciata, anzi annunziata) della giornalista Lucia Annunziata che sarà capolista, e il Pd va in frantumi, con la minoranza interna su tutte le furie. «Abbiamo chiesto a Lucia Annunziata», dice la Schlein a DiMartedì, su La7, «di guidare la lista del Pd al Sud non solo perché è una figura di grande valore per il lavoro di giornalista fatto in tanti anni, ma anche per la grandissima esperienza di politica internazionale. Il numero due sarà uno dei più bravi sindaci di Italia: Antonio Decaro, sindaco di Bari». Elly si attacca a Decaro per trascinare una lista, quella del Pd al Sud, che rischia il megaflop. La circoscrizione Sud, ricordiamolo, è quella dove la concorrenza del M5s è più agguerrita: la Schlein e, soprattutto, i suoi «colonnelli» non possono certo sperare in una campagna elettorale spietata da parte dei due presidenti di Regione dem, Vincenzo De Luca in Campania e Michele Emiliano in Puglia, che con il Nazareno hanno (per usare un eufemismo nel caso di De Luca) pessimi rapporti.
L’esca per smuovere De Luca è proprio la Annunziata, che potrebbe far breccia nel cuore del conterraneo salernitano De Luca, ma siamo nel campo delle speranze. Non a caso la Schlein, fiutando il rischio di una brutta figura, non scioglie il nodo della sua candidatura: «Ci sto riflettendo», sottolinea Elly, «non ci sono ancora novità, nella segreteria abbiamo discusso anche di questa ipotesi ma io prima voglio chiudere la squadra. In un partito che non è personale ma è plurale la prima cosa è la squadra».
La minoranza interna fa muro: «Il confronto in segreteria», dicono fonti dei bonacciniani all’Ansa, «è stato franco e costruttivo, tuttavia è ancora aperto. Sono state espresse delle preoccupazioni in merito alle candidature civiche come capolista che penalizzerebbero la classe dirigente del Pd. Riguardo la candidatura di Elly Schlein, sono state espresse perplessità in merito alla posizione che occuperebbe in lista, che rischierebbe di penalizzare le candidature femminili». La traduzione dal politichese arriva alla Verità da un autorevolissimo esponente dei dem: «La candidatura della Annunziata», spiega il nostro interlocutore, «insieme a quella della Schlein chiude la posta alla rielezione di Pina Picierno, vicepresidente uscente del Parlamento europeo. Prendiamo l’esempio di Decaro: se la Schlein si candida, il sindaco in teoria dovrebbe farla votare insieme a lui. Poi c’è una terza preferenza, ma chi conosce i meccanismi della politica sa benissimo che convincere un elettore a scrivere tre nomi è molto complicato». Non solo: «La Schlein e il suo cerchio magico stanno tagliando tutti i nomi dei bonacciniani», dice ancora la nostra fonte, «compresi quelli di consiglieri ed ex consiglieri regionali».
La loro colpa? «Che ci crediate o no, è quella di avere i voti. E quindi di poter superare facilmente, tanto per fare un esempio, Sandro Ruotolo, un altro probabile candidato». Torniamo a Decaro: è vero che anche il sindaco di Bari è stato un sostenitore al congresso di Stefano Bonaccini, ed è vero pure che fino ad ora la Schlein non si è spesa più di tanto per difenderlo dagli attacchi, ma qualcuno che abbia qualche voto in lista va messo per forza ed ecco che Elly gli dedica qualche affettuosa carezza, bacchettando Emiliano: «Io non avrei detto quelle parole», argomenta la Schlein, «non avrei fatto quel passaggio, però mettiamo in chiaro una cosa: Michele Emiliano è uno che da magistrato ha sempre lavorato per mettere in carcere i mafiosi. Il principio, quindi, di dire ai mafiosi “Qui non comandate più voi” non è un principio sbagliato. È sbagliata probabilmente la modalità con cui è stata fatta. La storia di Antonio Decaro parla di un impegno portato avanti contro la criminalità organizzata in quella città. Anche di Emiliano prima, pure per ragioni professionali pregresse. La foto pubblicata dai giornali? Mi sembra sia stato chiarito che è stata scattata a una festa di San Nicola», aggiunge la Schlein, «e succede che tanti ti possano chiedere un selfie. Succede a tutti. Mi sembra sia accaduto anche con altre foto di politici che hanno dovuto poi dare spiegazioni: Salvini con un capo ultrà, o Meloni con uno del clan Spada».
Elly commenta anche lo stato dei rapporti con il leader del M5s, Giuseppe Conte: «Ci rispettiamo molto, c’è un buon rapporto. Ci possono essere delle differenze. Se mi fido di lui? Se siamo alleati in diversi contesti territoriali», argomenta la segretaria dem, «è perché si sta ricostruendo un rapporto di fiducia. Ci sono delle differenze che permangono. Ma io sono fatta così: la politica la faccio davvero alla luce del sole, non mi vedrete mai doppia. Io le cose le dico apertamente. Io penso che serva costruire un’alternativa al governo di Giorgia Meloni. Il Pd non basta, mi guardo intorno e vedo dei potenziali alleati. Chiedo anche a loro di costruire insieme questa alternativa: non sulla simpatia reciproca, facciamolo sui temi e sul lavoro di qualità».






