2021-05-28
Ripartenza, scegliamo i turisti giusti
La riapertura del Paese è irreversibile e il 2021 sarà l'anno zero per il settore vacanze. Approfittiamone per attrarre le fasce di clienti più redditizie per i nostri operatori.Il turismo costituisce se non la colonna vertebrale dell'economia italiana, un pilastro fondamentale per il benessere del Paese: rappresenta il 14,9% della nostra forza occupazionale e il 13,2% del Pil. La ripresa post-Covid non può, dunque, che passare dal rilancio di questo settore. Dopo anni di crescita, la domanda turistica si è invertita a causa dell'emergenza sanitaria: nei primi tre trimestri del 2020 si è verificata una riduzione del 68,6% delle presenze di turisti stranieri in Italia, con una contrazione del fatturato superiore al 60%.L'effetto drammatico che la pandemia ha avuto sul settore ci impone di delineare una chiara strategia per un suo rilancio quantitativo e qualitativo, priva degli errori commessi nel passato: il 2021 può essere considerato l'anno zero del turismo, in cui tutti i Paesi tornano a essere allineati sui blocchi di partenza per attirare quei flussi di visitatori in grado di recare il beneficio maggiore alla propria economia. L'azione per la ripresa, coordinata dal governo, non deve limitarsi a garantire la sopravvivenza degli operatori duramente colpiti dalla crisi, ma avere l'ambizione di raggiungere obiettivi che i precedenti esecutivi non hanno voluto porre tra le proprie priorità: 1 in prospettiva di una riconquistata normalità, risolvere il problema dell'eccessiva concentrazione di turisti soltanto in alcuni luoghi e in alcuni periodi dell'anno (overtourism); 2 favorire la diffusione dei benefici della ripartenza sull'intero territorio nazionale; 3 innalzare la qualità media dei turisti, attirando in Italia i segmenti più pregiati del mercato - che naturalmente sono oggetto dell'attenzione degli altri paesi a vocazione turistica, sui quali quindi c'è una forte concorrenza - e scoraggiando i segmenti meno interessanti per i nostri operatori. Alcune fasce di visitatori, infatti, costituiscono un costo netto per le aree verso cui si dirigono, poiché spendono pochissimo in loco. E, viceversa, consumano beni e servizi pubblici quali la sanità, i trasporti, la sicurezza, producono rifiuti e pongono una forte pressione sulla sostenibilità stessa del nostro patrimonio naturale e artistico.Citando la metafora utilizzata dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, si può paragonare lo stato del turismo oggi a quello di un Gran Premio di Formula Uno in cui sia entrata la safety-car a seguito di un incidente: tutti i paesi in competizione tra loro per attirare visitatori in grado di favorire lo sviluppo dei propri territori si trovano sulla stessa linea. Pertanto vincerà la gara chi avrà l'accelerazione migliore, che in questo caso significa adottare la più efficace strategia che sappia coniugare quantità e qualità dei visitatori. Palazzo Chigi ha dimostrato di aver capito l'importanza della sfida. Annunciando che l'Italia è nuovamente pronta a dare il benvenuto al mondo - in anticipo rispetto agli altri Stati europei - il presidente del Consiglio Draghi e il ministro Garavaglia hanno mostrato di voler adottare una politica che consentirà agli operatori del turismo di beneficiare di un vantaggio competitivo rispetto agli altri paesi del continente e del Mediterraneo. La comunicazione diviene fondamentale. In aggiunta ai canali tradizionali, la digitalizzazione rappresenta uno strumento cruciale per ottenere i risultati attesi. Attraverso la digitalizzazione è possibile favorire una crescita del fatturato generato dal turismo più che proporzionale rispetto all'incremento del numero di turisti. Questo significa lavorare sulla qualità, oltre che sulla quantità dei turisti. Occorre altresì considerare che l'attività di rilancio del settore è strettamente legata alla salvaguardia del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano e si interseca quindi con gli sforzi per la tutela dell'ambiente, così fortemente sollecitati dalle linee guida europee per il Pnrr. In questo senso, di concerto con gli altri dicasteri competenti, il ministero del Turismo è chiamato a giocare un ruolo attivo nella definizione delle aree d'intervento per la messa in sicurezza del nostro territorio. Evidentemente la precondizione per l'attuazione di una intelligente strategia di rilancio del settore è la progressiva e definitiva eliminazione delle restrizioni che da oltre un anno imbrigliano l'Italia. Pertanto, in una fase storica così delicata, è indispensabile ricevere indicazioni chiare da parte del governo sulla irreversibilità delle aperture. Massimo Garavaglia sta dimostrando di saper compiere scelte coraggiose: il pass verde nazionale - giunto in anticipo rispetto a quello europeo - permetterà una riapertura in totale sicurezza. Si tratta di una mossa audace, che potrebbe consentire all'Italia di scattare più velocemente dei propri concorrenti e assumere la posizione di testa nel gruppo degli altri paesi europei e mediterranei che costituiscono i nostri tradizionali contendenti per l'acquisizione di quei segmenti turistici pregiati ai quali, oggi più che mai, abbiamo il dovere di puntare. Ci aspettiamo che i membri del governo, che sono espressione delle forze meno inclini a ripristinare un ordine improntato alla libertà e alla responsabilità degli italiani, non frappongano ostacoli a questa paziente opera di rilancio.
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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